InfoAut
Immagine di copertina per il post

La liturgia delle masse senza volto che aspettano il grande Evento

A cosa serve un pamphlet politico? A dare delle indicazioni che siano fondate sulla materialità delle forze in campo e sull’attualità delle tendenze possibili. Se poi si parla delle «rivolte mondiali», ci si sta assumendo un compito gravoso. Marx, Lenin e gli altri teorici e attivisti rivoluzionari ci hanno insegnato che il problema non è fare una «filosofia» delle insorgenze, ma costruire dentro di esse discorso comune e direzione politica, macchine da usare per le lotte e i processi di organizzazione. Fa tutto questo Il risveglio della storia di Alain Badiou? Sembra proprio di no. Scagliandosi contro le pretese degli intellettuali occidentali di spiegare a tunisini ed egiziani quello che dovrebbero volere, il filosofo francese ammonisce in tono perentorio: «noi dobbiamo porci come studenti di questi movimenti, e non come loro stupidi professori». Giusto, però de te fabula narratur. Al duro lavoro militante di ricerca dentro i movimenti reali, si rischia così di sostituire la facile scorciatoia dell’assertività ex cathedra: non si prova a pensare, dall’interno, quello che le rivolte potrebbero essere, ma si spiega loro, dall’esterno, cosa dovrebbero essere.

Genealogie e trascendenze
Il titolo è intrigante: ma qual è questa Storia che si è risvegliata? È quella che Fukuyama aveva ritenuto finita con la vittoria del capitalismo neoliberale. Badiou condivide l’idea del conservatore nippo-americano, tuttavia con le «primavere arabe» (e un po’ con gli indignati spagnoli, anche se non troppo perché non tutti i discorsi sono quelli che il filosofo francese vorrebbe ascoltare) la Storia si è riaperta. Di fronte a un’ipotesi così importante, epocale si potrebbe dire, è lecito chiedersi: come una Storia finita si è potuta risvegliare? Attraverso una «rivolta storica», ossia «il risultato della trasformazione di una rivolta immediata, più nichilista che politica, in rivolta prepolitica». Quali siano le caratteristiche di queste rivolte, Badiou non ce lo dice. O meglio, non c’è nessuna peculiarità delle lotte, non ci sono cicli, fasi o sedimentazioni soggettive: le loro caratteristiche sono astoriche. È questo l’Evento che irrompe in una Storia priva di determinazione storica. Alla domanda su come esso si produca non possiamo trovare risposte, se non nel campo della teologia: è un miracolo, annunciato – ex post – dal filosofo. È per definizione puro e disincarnato, a differenza dei processi organizzativi, delle composizioni sociali e dei figure sociali e produttive che li animano. Questo Evento non ha genealogia, ma solo trascendenza: avviene, così come Gesù nacque dal ventre di Maria risvegliando anche lui la Storia.
Si dirà che i rivoltosi qui vengono trattati meglio rispetto a Slavoj Zizek (Considerazioni politicamente scorrette sulla violenza metropolitana), che li catalogava come ciechi portatori di una violenza insensata prodotta dal capitalismo. Forse, ma anche in Badiou è tanto feroce la critica allo Stato, quanto è debole la capacità di cogliere le soggettività che quello Stato sfidano. Si tratta, al più, di una massa inconsapevole e informe, costretta alla rivolta dalla miseria e dall’alienazione, incapace di andare oltre «il puro godimento nello spaccare quello che esiste» se non si sottomette all’Idea – di cui è detentore, ça va sans dire, il filosofo. Sono proprio i soggetti di classe, nella loro materialità, i grandi assenti di questa Storia, assopita o risvegliatasi: Badiou – al contrario del Mao a cui ideologicamente si richiama e che fondava la prospettiva rivoluzionaria sull’inchiesta nel movimento contadino dello Hunan – non ci dice nulla di chi si tratta, di quali sono le loro forme di vita e di socializzazione, del perché si rivoltano o perché lo potrebbero fare (sarebbe tempo perso con l’«aneddotica», scrive). Anzi, bisogna passare dal concetto «freddo» di classe, semplicemente «analitico e descrittivo», alla massa, «principio attivo delle rivolte». È una figura indistinta, senza volto e senza storia, a fare l’Evento. È cioè l’Evento a utilizzare per i propri oscuri scopi questa figura indistinta, «non politica, né prepolitica». La determinazione storica non conta nulla: «quello che conta non è tanto quello che esiste quanto quello che non-esiste».
In questa struttura analitica, non è facile per Badiou rispondere alla domanda se si può essere comunisti senza essere marxisti. L’è peso el tacon del buso, se vogliamo usare il linguaggio popolare che il francese impiega nel pamphlet (quello astratto e metafisico è riservato ai libri su San Paolo e ai convegni accademici, ma tant’è, l’autonomia della filosofia è un vizio di scuola). Il marxismo viene infatti ridotto al «ruolo determinante dell’economia», vale a dire – aggiunge – alla «teoria dei rapporti di produzione». Qui sta il nocciolo dell’equivoco. I rapporti di produzione, per Marx, non sono questione che appartenga meramente all’economia, come pensavano gli economisti volgari e, dopo di lui, i marxisti tra cui il Moro di Treviri rifiutava di essere annoverato. Riguardano la soggettività e i conflitti sociali, di classe, le forme di organizzazione e quelle dello sfruttamento, la potenza della vita in comune e i dispositivi di cattura. Parlano della costruzione del mondo e dei rapporti di forza. Se non si condivide questo, il capitalismo diventa l’unico soggetto della Storia: cessa di essere, marxianamente appunto, un rapporto sociale, per trasfigurarsi in un’entità totalitaria e diabolica, autonoma e che si sviluppa per proprio conto.

Differenze radicali
Allora no, non si può proprio essere comunisti senza situarsi dentro la composizione di classe, senza fare inchiesta nelle lotte e impegnarsi nei processi di organizzazione. Ma su questo Badiou è chiaro: l’organizzazione, «il lavoro della verità nuova», comincia solo dopo l’Evento. E siccome l’Evento può solo essere, religiosamente, annunciato o rivelato, si può tutt’al più teorizzare quello che è successo, mai organizzare quello che può succedere. Questa è la differenza di fondo tra la filosofia e la politica rivoluzionaria, tra un’Idea e un movimento reale.
Chiudendo il libro il dubbio ti assale: e se in realtà in mezzo a questa massa indistinta e astorica, informe e prepolitica, il soggetto fosse ben presente, dall’inizio alla fine, e non fosse altro che il filosofo stesso? In questo caso, allora, varrebbe davvero la pena di essere maoisti: chi non fa inchiesta non ha diritto di parola.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump all’attacco dell’America Latina con la scusa della “guerra alla droga”

La tensione nei Caraibi ed in America Latina si fa sempre più alta. Alcune note per comprendere quanto sta succedendo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gaza, un futuro di controllo della AI che ci riguarda

Se andiamo a leggere i piani di controllo dell’ordine pubblico prefigurati per la nuova amministrazione di Gaza, vediamo come questi convergano sulla previsione di un modello di sicurezza basato sull’integrazione di Intelligenza Artificiale (IA), robotica avanzata e sorveglianza aerea.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Colonialismo accelerato: un piano contro la Palestina

Qual è la logica del piano Trump su Gaza? La costruzione di spazio meticolosamente controllato e depoliticizzato, cioè pacificato, per la circolazione, il consumo e la produzione del capitale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il bluff dell’ intelligenza artificiale

Perché la bolla speculativa è solo la punta dell’iceberg di un piano per consolidare il potere.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’ottavo fronte: la Cupola di Ferro Digitale di Israele e la battaglia narrativa

Mentre i suoi militari bombardano Gaza, nonostante l’accordo per un cessate il fuoco, Tel Aviv lancia un’offensiva parallela su internet volta a mettere a tacere le narrazioni della Resistenza, manipolare le percezioni globali e riprogettare la memoria digitale dei suoi Crimini di Guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecocidio, imperialismo e liberazione della Palestina/1

La devastazione di Gaza non è solo genocidio, ma anche ecocidio: la distruzione deliberata di un intero tessuto sociale ed ecologico.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Perché Trump vuole “salvare” Milei

Swap multimilionario del Tesoro Usa in cambio dell’impegno a cacciare la Cina dall’Argentina. Sospetti di fuga di fondi speculativi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Perché la Silicon Valley sostiene Trump

Nei racconti della Silicon Valley scritti da sé medesima, tutti disponibili in rete o in libreria, si legge di un capitalismo eccezionale, guidato da uomini fuori dal comune.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Lo storico israeliano Avi Shlaim ha abbandonato il sionismo molto tempo fa. Ora è al fianco di Hamas

Shlaim, dell’Università di Oxford, sostiene che Hamas incarna la resistenza palestinese e si allontana persino dai suoi colleghi più radicali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cosa c’entra la base del Tuscania al CISAM con il genocidio in corso in Sudan?

In Sudan si consuma un massacro che il mondo continua a ignorare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Tubercolosi al Neruda: no alle speculazioni sulla malattia

Riprendiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure del Piemonte sulla vicenda che vede coinvolto lo Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Milei-Trump hanno vinto e si sono tenuti la colonia

Il governo libertario ha imposto la paura della debacle e ha vinto nelle elezioni legislative.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il treno che non arriva mai: altri otto anni di propaganda e devastazione

Telt festeggia dieci anni e annuncia, ancora una volta, che la Torino-Lione “sarà pronta fra otto anni”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina libera, Taranto libera

Riceviamo e pubblichiamo da Taranto per la Palestina: Il porto di Taranto non è complice di genocidio: i nostri mari sono luoghi di liberazione! Domani, la nostra comunità e il nostro territorio torneranno in piazza per ribadire la solidarietà politica alla resistenza palestinese. Taranto rifiuta di essere zona di guerra e complice del genocidio: non […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I “potenti attacchi” su Gaza ordinati da Netanyahu hanno ucciso 100 palestinesi

I palestinesi uccisi ieri dai raid aerei israeliani sono un centinaio, tra cui 24 bambini, decine i feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Monza: martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”

Martedì 4 novembre a Monza la Rete Lotte Sociali Monza e Brianza e i Collettivi studenteschi di Monza hanno organizzato un corteo “Contro la guerra e chi la produce “.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.