Lega Nord e ‘ndrangheta: era proprio amore
Nel dicembre del 2010 esce un libro di Gianluigi Nuzzi per le edizioni Chiarelettere: “Metastasi“. Qui se ne possono leggere alcuni estratti.Il testo è una ricognizione della modalità di penetrazione della ‘ndrangheta nei territori attraverso le rivelazioni di un pentito. Nuzzi non parla però solo di Calabria: facendosi forza delle dichiarazioni del pentito di ‘ndrangheta fa ipotesi serie sulle infiltrazioni delle ‘ndrine al nord. Costruendo anche riscontri su un rapporto, che sembra essere tutt’altro che episodico, tra ‘ndrangheta e Lega nord in Lombardia.
Strano partito la Lega Nord, uno degli uomini più popolari di quel partito in Lombardia è quel Davide Boni che si è fatto una carriera in quella regione urlando nelle televisioni locali contro “le barbe lunghe degli imam”. Oggi è vicepresidente del consiglio regionale lombardo, vive barricato nel suo ufficio, travolto da un’inchiesta per tangenti. Assieme a altri tre vicepresidenti della stessa regione, tra cui l’ex braccio destro di Bersani mai espulso dal Pd, condivide pesanti accuse di corruzione. Non si è dimesso e grida al complotto. Strano che non dia la colpa di tutto questo alla Jihad.
Il libro di Nuzzi, poco più di un anno fa, ebbe un certo effetto editoriale e politico. Oggi, con la messa sotto inchiesta del cassiere della Lega nord, le accuse si sono fatte da giornalistiche a giudiziarie. Belsito, tesoriere della Lega ed ex sottosegretario, è infatti sotto inchiesta delle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Le ipotesi di reato sono molte, oltre alla distrazione di fondi in favore di Bossi, tra cui riciclaggio e rapporti di affari con la ‘ndrangheta. Belsito è anche lo stesso tesoriere scoperto a investire fondi del finanziamento pubblico al partito in titoli speculativi della Tanzania. Insomma, va bene urlare contro i negri e i mafiosi ma, quando ci sono gli affari di mezzo, alla Lega non sembra mancare una certa disinvolta diplomazia. Non ci vuole molto a capire, come per la vicenda Lusi (che il Pd ha fatto quasi finta di non conoscere), che quanto è il tesoriere ad essere messo sotto inchiesta all’indice non viene messa una persona ma un intero partito. I suoi modi di gestire i finanziamenti e i rapporti con il mondo degli affari (e non solo, a come si vede). Nella Lega è in atto da diverso tempo una lotta interna sulla gestione del partito, e sulla successione di Bossi, che rivela però come il carroccio sia più un pretesto per l’accumulazione di reti clientelari che qualsiasi altra cosa si possa pensare.
La Lega è quindi di fronte alla crisi di credibilità più grossa da due decenni a questa parte. Sembra incredibile che, come Al Capone, sia stata inchiodata solo per questioni finanziarie. Un partito velenoso, razzista, senza spessore culturale, privo di reali prospettive politiche, con dei quadri che hanno mostrato una voracità degna della Dc ha potuto navigare, come se fosse una cosa seria, in due decenni di politica istituzionale italiana. Sintomo, e specchio, dell’incapacità strutturale italiana di saper selezionare gruppi dirigenti e partiti.
Non solo, a più riprese il centrosinistra ha mostrato di assorbire non solo politiche ma anche le prospettive istituzionali prefigurate dalla Lega. Le frasi di D’Alema sul carroccio come “costola della sinistra” hanno infatti alimentato un quindicennio di pessima politica, e altrettanto pessima letteratura politica, in Italia. Circa un anno fa Bersani, in visita alla Lega a Milano, ancora parlava di “federalismo possibile” come se davanti avesse come interlocutore non Umberto Bossi ma Altiero Spinelli.
C’è solo da capire se siamo, finalmente, all’inizio dell’epilogo di un partito tragicamente ridicolo oppure ad una sua radicale ristrutturazione. Tra sviluppi delle inchieste, ed elezioni amministrative di maggio, il quadro sarà più chiaro. Intanto il partito del “padroni a casa nostra” (fin troppo, a quanto si vede) sembra aver mostrato una certa affinità con il mondo di cosa nostra. Versante ‘ndrine, ritenute oggi le mafie più efficienti e aggressive, tanto per non farsi mancare il brivido dell’avventura.
(redazione Senza Soste) 3 aprile 2012
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