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Roghi e lotta per la vita in Macedonia: avete acceso le fiamme, ora preparatevi al fuoco

Il 16 marzo, 59 giovani sono morti tra le fiamme a Kocani, in Macedonia, in un club notturno. Avevano tra i 14 e i 25 anni.

Condividiamo questo contributo da Immigrital

Le istituzioni hanno dichiarato sette giorni di lutto. Ma non basta. Migliaia di persone sono scese in strada, in più città, oltre ogni divisione etnica e religiosa. Non solo per ricordare, ma per lottare. La rabbia ha travolto auto e locali del gestore del club. Quel club non era a norma, mancavano perfino le più basilari misure di sicurezza, aggirate attraverso corruzione e complicità istituzionale. Il sindaco si è dimesso. Dopo le proteste, il parlamento si è preso due settimane di vacanza: un insulto a chi chiede giustizia, ma anche un segnale di paura.

Perché è la stessa corruzione che soffoca e uccide ovunque nei Balcani. Sanità, istruzione, lavoro sfruttato. Le prime generazioni costrette a emigrare, oggi ancora migliaia di giovani costretti a partire. E chi resta viene lasciato morire. Nelle fiamme dell’ospedale modulare covid di Tetov. Nell’incidente di un bus, che ha ucciso 45 persone. Nelle fiamme di questo club, in una notte che doveva essere di svago.

Questa rabbia è giustizia popolare. Acqua per respirare. Spesso, in questi anni, la mobilitazione esplode in massa in tutti i Balcani.

L’Italia ha un ruolo nei Balcani, visti storicamente come il proprio giardino. E gran parte della diaspora balcanica ed est-europea vive qui, tra sfruttamento, silenziamento, razzismo e classismo. Per questo è necessario sostenere le lotte nei paesi di origine: perché nessuno sia più costretto ad andarsene, ma possa scegliere se farlo.

Nei Balcani, come altrove, la trasformazione passa attraverso il rovesciamento di regimi corrotti, la lotta per maggiore democrazia e partecipazione, la redistribuzione di ricchezze e potere.

Vostri i profitti, nostre le vite. Il sistema sarà il prossimo.

Oggi, insieme a giovani di seconda generazione del gruppo Immigrital di Pisa (dove tra l’altro sono state trasportate e ad oggi sono ricoveratə alcunə persone ferite nell’incendio) e a giovani balcanici student3 internazionali, abbiamo condiviso memoria, rabbia e lotta. Contro la corruzione e i sistemi che costringono a partire o lasciano morire. Tutti i giorni. Anche solo se ci proviamo a svagare una notte. Ne abbiamo abbastanza: il sistema ci uccide. Il sistema sarà il prossimo

Reazione alla tragedia di Kočani (dolore, rabbia e domande aperte)

Ancora mancano le parole per descrivere lo shock, il dolore e la rabbia causati dalla tragedia di ieri a Kočani, dove un incendio ha tolto la vita a 59 persone, principalmente giovani ragazzi e ragazze.

Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alle famiglie e ai cari delle vittime. La loro perdita è irreparabile. Le loro vite sono state distrutte. Distrutte dalla corsa al profitto, dal desiderio di guadagni rapidi, dai privilegi senza responsabilità, senza consapevolezza delle possibili conseguenze…

Ogni società di classe nasconde i propri crimini. Durmo Turs, Besa Trans, l’ospedale modulare di Tetovo sono finiti come “eventi dimenticati in tre giorni”. La democrazia capitalista si basa su una propaganda quotidiana che trova costantemente nuovi temi di conflitto sociale per distrarre le menti dei lavoratori. Ma ieri, ancora una volta, un incendio: ancora una volta norme e regolamenti violati, ancora una volta un evidente crimine. Una volta era il cosiddetto trasporto internazionale, poi un ospedale, e infine una discoteca. Tutte le disgrazie hanno un denominatore comune: il profitto.

In quasi ogni città, edifici abbandonati si sono trasformati in discoteche, cabaret e club notturni che improvvisamente diventano centri regionali per centinaia di giovani, mentre autorizzazioni per cambi d’uso vengono rilasciate senza i dovuti studi tecnici, si effettuano corsi di sicurezza fittizi, si emettono licenze false, si effettuano ispezioni senza sopralluoghi. Nella corsa al profitto e al guadagno rapido, le regole servono solo per essere aggirate, e le competenze vengono mercificate.

Mentre il governo e l’opposizione si accuseranno a vicenda in vista delle elezioni su chi sia responsabile della tragedia, e mentre la procura e il sistema giudiziario cercheranno nei prossimi giorni di recuperare una fiducia che non hanno mai avuto, è tempo di puntare il dito direttamente contro l’élite imprenditoriale locale e i potenti locali che qualcuno ha messo a fare da “sceriffi”.

È tempo di puntare il dito contro di loro come classe, non come individui. La cosiddetta discoteca ha operato indisturbata per oltre 10 anni. Durante questo periodo, il potere centrale e locale è cambiato più volte, mentre la burocrazia invecchiava e veniva sostituita. Ma gli schemi criminali sono rimasti e continuano a esistere, perché è impossibile che il capitalismo funzioni senza di essi: sono il suo prodotto.

È tempo di puntare il dito contro l’intero sistema capitalistico, senza paura di essere accusati di relativizzare la tragedia. Perché non dobbiamo dimenticare che tragedie simili accadono ovunque nel mondo, poiché il capitalismo governa ovunque. Dai paesi più sviluppati a quelli meno avanzati. Perché anche lì, come qui, la corsa al profitto e ai guadagni rapidi è il motore che muove la macchina sociale così com’è progettata. È un sistema in cui alcuni rispondono alla legge per i più piccoli errori, mentre altri non rispondono nemmeno per i crimini più gravi.

Questo sistema non può essere riformato. Il capitalismo svilisce e disumanizza le vite umane ovunque nel mondo. Questo sistema non può essere aggiustato. Continuerà a trattarci come schiavi, servi e risorse.

Considerando tutto ciò, è tempo di cambiare il nostro modo di concepire ciò che è normale e accettabile. Dal sollevare le spalle e accettare passivamente le situazioni attuali, all’organizzazione politica completa degli oppressi che porterà i cambiamenti rivoluzionari necessari!

Contributo dellə compagnə dell’ organizzazione Alba Socialista e spazio sociale Dunja, Skopje

Di seguito i link alle traduzioni in albanese, macedone ed inglese:

https://docs.google.com/document/d/1-zrjmayzfC6na5DSPQ_Ai3U2fCL9vJhXQOcjZwUKfn4/edit

https://docs.google.com/document/d/12v9FVEetVSNkPnKDMoajOnSMiFQZJjBH6RCTsUgPs1A/edit

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pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

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