No Expo agli arresti per 6 mesi per le bugie dei poliziotti
Mirko era stato arrestato al corteo del Primo Maggio No Expo a Milano, accusato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Secondo la ricostruzione della polizia avrebbe tirato un grosso sasso ferendo un vice questore in via Pagano.
Quel giorno è stato arrestato, poi è stato tenuto due mesi e mezzo in carcere e altri tre agli arresti domiciliari. Tanto per non sbagliare il Tribunale del Riesame inizialmente aveva disposto che Mirko rimanesse in carcere perchè casa sua poteva diventare «un covo di terroristi» (…si, sono ridicoli e neanche se ne rendono conto).
La morale della favola è che oggi è stato assolto (su richiesta dello stesso pm) da entrambe le imputazioni «perché il fatto non sussiste» e «per non aver commesso il fatto». Dall’analisi di fotogrammi e filmati si è verificato che il verbale dei tre agenti che lo accusavano è falso e contradditorio, tant’è che è stata aperta un indagine su di loro.
La dinamica dei fatti descritta dai poliziotti nel loro verbale si è dimostrata impossibile. Quello che non sapevano è che Mirko era già stato fermato (perchè senza documenti) in piazza Conciliazione da altri poliziotti, che lo hanno preso in custodia prima dei fatti di cui è stato accusato. Per provare a salvare la situazione (perchè quando ci sono i poliziotti di mezzo si fa di tutto per parargli il culo) i magistrati hanno provato a verificare la versione per cui Mirko si sarebbe liberato dai poliziotti che lo avevano fermato, per recarsi in via Pagano, lanciare il sasso sul vice-questore ed essere nuovamente fermato. Ma niente, non sono riusciti a dimostrare neanche questa versione.
Insomma un manifestante si è fatto sei mesi di arresti per 3 poliziotti bugiardi, dei magistrati con la voglia di punire gli oppositori politici e un sistema repressivo che su queste cose si basa.
Per la giustizia italiana chi manifesta va trattato come un criminale, un terrorista. Poi si vede. Per i poliziotti (veri frignoni parassiti alla ricerca della mutua facile, altro che duri..) un manifestante vale l’altro, sono tutti nemici dell’ordine costituito di cui loro, i poliziotti, sono incarnazione. Una volta presa una persona in piazza le prove che abbia fatto qualcosa si trovano o si costruiscono.
Ma questo non sarebbe possibile se non ci fosse una magistratura (ugualmente convinta di essere l’«Ordine») disposta a credere a qualunque versione dei fatti arrivi dai poliziotti. Forse la voglia di somministrare anni di carcere agli oppositori politici li rende creduloni, forse perchè solo mostrando il pugno duro verso i più deboli sperano di avanzare nelle loro carriere, tanto da essere disposti a dire che la casa di una persona (poi assolta completamente) può diventare «un covo di terroristi».
Per ogni caso scoperchiato, come questo, ce ne sono altri cento in cui riescono a mandare la gente in galera sulla base di menzogne.
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