
Palermo: occupata la facoltà di lettere contro il G7
Questa sera è stata occupata la Facoltà di Lettere e filosofia di Palermo per avviare l’assemblea internazionale “Fora u G7”. Il 26 e 27 maggio a Taormina si terrà il vertice dei sette capi di Stato dei paesi occidentali più influenti al mondo. Sarà l’ennesima passerella politica in cui Gentiloni e compagnia proveranno a decidere i destini di milioni di persone, propagandando il solito modello di sviluppo predatorio e distruttore. Non è un caso, infatti, che questo vertice venga svolto in Sicilia, terra nella quale le politiche di questi criminali costringono, già oggi, migliaia e migliaia di giovani alla precarietà, alla disoccupazione e alla migrazione forzata e di massa. I temi che verranno maggiormente trattati durante il vertice sono: smart cities, cyber security e sicurezza antiterrorismo.
Gli studenti, infatti, discuteranno anche del ruolo che ha l’università oggi rispetto a questi temi.
In un momento in cui gli atenei ricevono sempre meno finanziamenti statali, gli investimenti privati rivestono un’importanza cruciale e fanno si che le università diventino mediatori di questi interessi diventando praticamente agenzia di marketing di aziende locali, territoriali e non solo. Luogo in cui studenti e ricercatori precari vengono messi a lavoro senza alcuna retribuzione. A Palermo numerosi accademici organizzano seminari e convegni per incentivare gli studi e la ricerca miranti a potenziare le capacità di difendere i soliti interessi. Nelle nostre università e nelle nostre scuole oggi vengono proposti bandi e concorsi per realizzare servizi Smart nei tratti turistici delle città, aree infrastrutturate con connettività wifi a banda larga e cloud privato, sviluppo dei siti web o mobile app e la messa in rete di tutti i servizi smart che dovranno essere “protetti”, non si capisce bene da chi e da cosa. Le smart cities non fanno altro che concretizzare i processi di gentrificazione delle città e, quindi, di espulsione di intere fasce della popolazione dai centri città verso le periferie. Attraverso l’occupazione degli spazi universitari, gli studenti ribadiscono la loro opposizione a queste logiche e la necessità di ritagliarsi spazi di discussione, soprattutto nei luoghi deputati alla circolazione dei saperi. Rilanciano, inoltre, in avanti per costruire un fronte ampio di contrapposizione al G7.
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