InfoAut
Immagine di copertina per il post

”Peripherique”, storie di resistenza dai margini delle città [video]

||||

Riprendiamo da Zero in Condotta due interviste raccolte al Laboratorio Crash! durante la due giorni di incontri ”Peripherique”: al “Comité Justice pour Adama” dalle banlieu di Parigi e ad alcuni ricercatori delle università di Rio de Janeiro.

Si è tenuta lo scorso fine settimana al Laboratorio Crash di Bologna una serie di incontri dal titolo “Peripherique”, momento di confronto e dibattito attraversato da attivisti e abitanti del quartiere Corticella, a partire dalle periferie e dalle forme di conflittualità che in quei luoghi si innescano, prendendo in esame da un lato le forme di sfruttamento e di controllo che i poteri istituzionali instaurano con esse, dall’altro le forme di resistenza che proprio dalle periferie nascono e si sviluppano. In particolare abbiamo intervistato alcuni attivisti provenienti da Francia e Brasile che hanno preso parte all’incontro “Parigi, Rio de Janeiro, Napoli. Periferie, lotte popolari e violenze poliziesche”.

La prima persona ad aver raccontato la sua esperienza è Sonia, del Comité Justice pour Adama, educatrice specializzata, che a partire dal 2016 ha dato vita insieme ad altri a un progetto nella banlieu nord di Parigi con i giovani che vivono in condizioni difficili e di marginalità: “Una notte del luglio 2016 è arrivata la notizia della morte di Adama Traoré, ucciso dalla polizia francese dopo che lo aveva fermato. Il giorno dopo la morte di Adama, si è formato il comitato, composto inizialmente dai familiari e amici di Adama, anche grazie all’incontro col Mib (Movimento migrazione banlieu), già attivo sui temi delle violenze della polizia verso i giovani delle periferie. Il comitato ha assunto fin da subito una connotazione politica forte, grazie al contributo di altri militanti e attivisti che già operavano nelle banlieu parigine. Il ruolo molto importante nel comitato è giocato da ragazzi neri e arabi, che subiscono quotidianamente i controlli e le violenze della polizia, che li ferma continuamente. Prima della nascita del comitato quando un ragazzo moriva a causa dell’intervento della polizia, c’era un ristretto numero di militanti che si attivava. In questo caso invece si è riuscito ad allargare a tutti i fratelli neri e arabi, a partire dal primo impegno delle famiglia”.

All’intervento di Sonia è seguito quello di Youcef, attivista anch’egli da tempo impegnato  nelle periferie parigine: “Il caso di Adama è uno fra i numerosi di quelli che quotidianamente colpiscono le minoranze nere e arabe, che sono sempre oggetto delle violenze della polizia. C’è una gestione coloniale dei quartieri periferici di Parigi, e una di queste modalità coloniali di gestione dei quartieri popolari e periferici sta proprio nell’uccisione di un certo numero di giovani. Tutto è costruito per controllare il più possibile questi quartieri, in cui lo Stato è assente dal punto di vista dei servizi, ma è molto visibile attraverso la presenza della polizia. La politica istituzionale parla di territori da riconquistare, quando parlano delle banlieu. Fortissima è la criminalizzazione dell’islam: quando c’è una mobilitazione delle persone che vivono questi quartieri si utilizza la loro cultura per criminalizzarli e diabolizzarli. Tutti i cliché coloniali vengono mobilitati per mettere fuori gioco chi si impegna da nero o arabo in questi quartieri, per impedire loro di mettere in questione l’ordine sociale della repubblica francese, e in ultima analisi per impedire loro di essere cittadini come gli altri, e per impedire alla spinte insurrezionali dei quartieri di esplodere. La finalità politica della violenza poliziesca è il controllo di questi territori. Nessun attore istituzionale vuole farsi carico della questione razziale in Francia. I partiti politici hanno coi quartieri popolari un rapporto esclusivamente elettorale: al momento delle elezioni si pongono il solo problema di raccogliere voti, niente altro. Da due anni il comitato per Adama svolge un lavoro di alleanze coi movimenti di sinistra, sostenendo mobilitazioni studentesche e sindacali e aspettandoci il sostegno degli altri soggetti sui temi antirazzisti. La nostra prospettiva è internazionalista e radicale, per cambiare questo sistema capitalista e razzista”.

 

 

Al racconto degli attivisti francesi è seguito quello dei brasiliani Ana Paula e Humberto rispettivamente professoressa alla Università Cattolica di Rio de Janeiro e ricercatore presso l’Università Federale di Rio de Janeiro. I due hanno raccontato la situazione brasiliana in questa difficile fase politica e sociale che ha portato all’elezione del candidato di estrema destra Jair Bolsonaro a presidente del paese: “Dopo l’elezione del candidato di estrema destra Bolsonaro, la prospettiva sembra la peggiore possibile. Da un lato fatichiamo a spiegarci cosa sia successo. Fino a settembre nessuno si aspettava che Bolsonaro avrebbe vinto. In particolare nei confronti delle Università c’è una minaccia verso il potenziale critico che al loro interno si esprime: è stato detto espressamente dal nuovo governo cosa ritengono debba essere discusso e cosa no. Si prepara una forma di persecuzione verso quello che per il nuovo governo è ritenuto un avanzo di marxismo. A ciò si affianca la crescita di un’opinione diffusa che rivendica un “anti-intellettualismo” come nuovo orizzonte del sapere: è ammesso solo un approccio scientifico e non critico ai campi del sapere, sempre che si possa definire scientifico. La polizia è già stata mandata a interrompere dibattiti sul fascismo che si tenevano all’interno di alcune Università del sud del Brasile. Al tempo stesso nelle scuole superiori è già stata approvata (prima del nuovo governo) la riforma che mette ai margini l’insegnamento delle materie umanistiche, inoltre si è sviluppato un movimento di destra che prende il nome di “Escola sem partido”, che prende di mira gli insegnanti che provano a discutere con gli studenti di politica e di educazione sessuale. Inoltre vogliono introdurre delle forme di ‘voucher’, attraverso i quali lo Stato darà una quota in denaro alle famiglie per l’iscrizione dei figli alle scuole private, spianando così la strada alla privatizzazione. Altro provvedimento che pare vorranno adottare sarà la trasformazione di una parte dell’insegnamento in lezioni a distanza, che aprirà ad attori privati che entreranno in questo mercato, che sarà rivolto principalmente ai poveri, che saranno ancora sempre e più legati alle proprie condizioni di partenza familiari, mentre le èlite continueranno a studiare”.

Rispetto alle periferie, nucleo tematico degli incontri che si tenevano a Crash, e in particolare sull’avanzamento di discorsi securitari che propongono la militarizzazione dei quartieri disagiati e marginalizzati delle città come risposta ai problemi sociali: “Il discorso che ha preso piede in una larga parte della popolazione è purtroppo che ‘l’unico bandito buono è quello morto’, quindi si configura come un forte attacco ai diritti umani. Chi sta in prigione non deve avere diritti, e in particolare ci sono progetti di legge che vogliono abbassare l’età per essere considerati alla stregua degli adulti quando si commette un reato all’età di quattordici anni, alimentando così il discorso contro la protezione dei più giovani e poveri, come a dire: quando commetti un crimine hai perso ogni forma di innocenza. Ovviamente a questo discorso non è affiancata alcuna visione sistemica di ciò che produce la criminalità: per chi sostiene questo discorso è come se essa apparisse naturalmente nella società. Non c’è nessuna indagine sociologica. Inoltre, sta prendendo piede l’idea che chi abita nelle favelas deve essere protetto dai criminali, e se per caso questo qualcuno viene ferito o ucciso durante un’operazione di polizia, la colpa è sua perché ha accettato di vivere in luoghi in cui c’è criminalità. C’è inoltre un pericoloso avanzamento di settori dell’esercito nella politica. La militarizzazione delle città sta andando di pari passo con la militarizzazione della politica. Le persone fuori dalle periferie si scandalizzano sempre meno per gli atti di violenza che accadono nei luoghi della marginalità. Sembra che il motto di questo tempo stia diventando che ‘i diritti umani sono per gli umani giusti’, per gli altri niente. E purtroppo questo discorso sta funzionando non solo con la classe media, ma anche con le fasce popolari”.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Crashperiferia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Emilia Romagna: We are not fucking Angels!

Il tempo si sospende di nuovo, come all’inizio dei lockdown. Non bisogna uscire di casa. Questa volta è alluvione. Oppure da casa bisogna fuggire, perché l’acqua sale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Rosso banlieue: il politico nella periferia – Intervista ad Atanasio Bugliari Goggia

Atanasio Bugliari Goggia è autore di un libro uscito qualche mese fa che si chiama Rosso banlieue – un volume che si compone sostanzialmente di due parti: una parte più teorica e una invece più di racconto/restituzione di quella che è una ricerca, un’inchiesta potremmo dire, che Atanasio ha svolto nella banlieue nord-est di Parigi un po’ di anni fa – tra il 2011 e il 2013.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La socializzazione dei saperi nella lotta per il diritto alla città

Riprendiamo la recensione di Francesco Festa uscita su Il Manifesto al libro “Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli” del Laboratorio Crash edito da Red Star Press A qualunque livello lo si consideri, il capitalismo è un sistema di produzione dello spazio: modella i luoghi e ne trasforma […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La barricata mobile delle resistenze urbane

Riprendiamo la recensione di Fabio Ciabatti uscita su Carmilla al libro “Il campo di battaglia urbano. Trasformazioni e conflitti dentro, contro e oltre la metropoli” edito dal Laboratorio Crash (Red Star Press, 2019).   “Il cittadino e l’abitante della città sono stati dissociati”, sostiene Henri Lefebvre in uno dei suoi ultimi scritti. Di fronte a […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Brasile, Francia, Italia: incontro internazionale a Bologna

Sabato 17 novembre alle ore 18 al Laboratorio Crash si terrà un dibattito con compagn* da Rio de Janeiro, Parigi e Napoli sull’attuale momento politico, a partire da una prospettiva basata sulle periferie e sulle lotte popolari.   E’ notizia di questi giorni l’elezione del nuovo presidente brasiliano Bolsonaro, nonchè della vigliacca sentenza che ha dimezzato la pena […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Périphérique! – 16/17 Novembre @Laboratorio Crash! – Bologna

Due giorni di dibattiti, arte, musica e cultura su metropoli, periferie, conflitti.   “Nascono potenze e nobiltà, feroci, nei mucchi di tuguri, nei luoghi sconfinati dove credi che la città finisca, e dove invece ricomincia, nemica, ricomincia” Pier Paolo Pasolini   Tra il 1958 e il 1973 vengono realizzati a Parigi i lavori del boulevard périphérique. […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il Laboratorio Crash occupa una nuova sede a Bologna!

Le lotte sociali in città hanno un nuovo spazio. L’edificio è uno dei simboli dei processi speculativi a cavallo tra immobiliare e finanziario: è infatti di proprietà di Ubi Banca, che lo rilevò da Banca Etruria, nota per aver lasciato sul lastrico decine di migliaia di risparmiatori dietro le indicazioni di Boschi e papà Renzi. […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Bologna – Contro speculazione e degrado, la necessità di #CrashAgain!

A Bologna questo pomeriggio ha preso forma un’iniziativa di segnalamento di uno dei tanti spazi abbandonati e lasciati alla speculazione immobiliare e finanziaria cittadina. Le compagne e i compagni del Laboratorio Crash hanno temporaneamente occupato uno spazio in via Zanardi 28 per ribadire forte e chiaro che se non ci sarà la volontà politica di […]