InfoAut
Immagine di copertina per il post

Emilia Romagna: We are not fucking Angels!

— Red Alert! — Red Alert! — Red Alert! — Red Alert! — Red Alert! — Red Alert!

da HubAut Bologna

We are not fucking Angels!

Convergere contro la devastazione ambientale e sociale, per la cura del territorio.. Lo rifamo?

Come state? Come stiamo? Queste domande ci arrivavano dall’altro lato dell’Appennino lo scorso anno. In questi giorni, sono per noi.

Il tempo si sospende di nuovo, come all’inizio dei lockdown. Non bisogna uscire di casa. Questa volta è alluvione. Oppure da casa bisogna fuggire, perché l’acqua sale.

Siamo nella Valle dei motori e dei big data, dell’industria aerospaziale, ma come un secolo fa della pioggia distrugge gli argini, inonda le vie urbane, fa franare strade sull’Appennino, si mangia territorio, uccide delle persone. Perché per curare il territorio non viene mai fatto nulla. Solo cemento.

Morti, distruzioni, miliardi di danni… Ma siamo purtroppo certe che anche questa volta, se non cambia qualcosa, a prevalere sarà nuovamente il pilota automatico del business as usual. Si ricostruirà come prima, più di prima, peggio di prima. L’ennesima crisi, che graverà sulle nostre spalle, che scaricherà con la solita violenza il lavoro di cura in primis sulle donne, sulle povere, sulle ultime. L’ennesima crisi che rafforzerà i ruoli di genere, tanto amati a chi fa comodo che sia nell’isolamento delle mura domestiche che ci si smazzi la fatica quotidiana e materiale di questa. L’ennesima crisi in cui ci sarà chi trarrà dei profitti. Una crisi che avviene mentre il regime russo annuncia la presa di Bakhmut e il G7 risponde con i jet – nuovo tornante della folle escalation bellica. Guerra e crisi climatica sono i riquadri dell’emergenza continua che viviamo. L’alluvione in Emilia-Romagna è solo l’ennesima crisi a cui ne seguiranno mille altre, a cui bisogna adattarsi, rispetto alla quale non si può fare nulla?

In questi giorni stiamo provando a fare quello che bisogna fare. Organizzarci in gruppi solidali, andare a sostenere le aree e le persone più colpite. Ma, no, non siamo dei fottuti angeli del fango. Perché, sì, calziamo degli stivali, proviamo a recuperare delle pale, ci mettiamo energia e passione, cerchiamo di farlo col sorriso. Ma siamo anche tremendamente incazzate. Perché nell’epoca narrata come del digitale e della “economia green”, queste cose continuano a succedere più e peggio di prima!

Questo succede perché chi fa i miliardi se ne sbatte di quel che lascia nel territorio. Questo succede perché da decenni le politiche costruiscono territorio solo per autodromi, grandi industrie, poli logistici, grandi opere, cemento, infrastrutture per lo spostamento merci… E non si pongono il tema della cura del territorio e delle persone, non pensano ai mille piccoli e diffusi interventi che sarebbero necessari. Nessun vuole affrontare il dissesto idro-geologico. È questa la sola grande opera che serve al nostro territorio! Questa la scienza e gli investimenti di cui abbiamo bisogno. Questo succede perché siamo all’interno di una crisi climatica. Questo succede perché ci sono delle responsabilità. Queste responsabilità vanno indicate con chiarezza. Perché queste cose non possono più succedere!

In questi giorni spazziamo via il fango dalle case e dalle strade, ma nei prossimi tempi vogliamo spazzare via assieme al fango anche chi ha delle responsabilità politiche per quello che è successo. Per questo rilanciamo l’assemblea popolare di sabato 27 maggio in piazza del Nettuno a Bologna, alle ore 16. Per organizzare la suggestione di una marcia popolare che a un mese dall’alluvione possa andare alla Regione Emilia-Romagna.

Per concludere… Abbiamo alle spalle un anno di lotte importanti. Ma il problema rimane sempre quello: o riusciamo a invertire i generali rapporti di forza nella società, o la normalità delle crisi ci investirà con sempre più violenza. Il 22 ottobre in decine di migliaia abbiamo attraversato Bologna, contro l’ennesima opera-scempio del territorio. Convergenza, si chiamava. Convergere… Per insorgere. Non è forse ora di rifarlo? Abbiamo un prevalente politico, l’alluvione e la devastazione territoriale. E la necessità di rispondere. Qui il nostro “per questo”, il nostro qui e ora. Ma come scandivamo il 22 ottobre, oltre al “per questo”, ci sono un “per altro” e un “per tutto”! C’è l’urgenza che, di nuovo, le lotte ambientaliste e operaie, transfemministe e contro la guerra, sindacali e queer, del lavoro riproduttivo, del mutualismo, le lotte migranti, logistiche, contadine, per l’abitare, per la vita bella… Si re-inizino a sintonizzare, a vibrare assieme, a costruire nuovi assemblaggi. Per affondare questa società mortifera e decadente. Non sappiamo se, collettivamente e a partire dalle nostre tante difficoltà e differenze, ne saremo capaci. Ma per noi è di nuovo ora di insorgere!

Perché no, non siamo angeli. E sì, siamo molto arrabbiate e abbiamo voglia di ribaltare la situazione!

Laboratorio Crash!
Bologna for Climate Justice

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

alluvioneCAMBIAMENTI CLIMATICICrashCRISI CLIMATICAemilia romagna

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Un anno dopo Sainte-Soline: solidarietà, rabbia e gioia per le strade di Nantes

Un anno fa, decine di migliaia di noi hanno marciato in mezzo ai campi delle Deux-Sèvres contro i megabacini, e siamo rimasti intrappolati dalla repressione militare, intrappolati sotto il rombo delle granate sparate a migliaia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Perù volta le spalle agli accordi climatici. I soldi e le lobby vincono ancora

Il Congresso della Repubblica del Perù, con il consenso del Ministero dell’Energia e delle Miniere (Minem), ha abrogato la legge che fissava un termine per la rimozione dei minatori illegali dal REINFO, il registro ufficiale delle attività minerarie nazionali.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

G7 clima, energia e ambiente: basta con i crimini ambientali, basta greenwashing, basta Tav!!!

Il 28, 29 e 30 aprile, Venaria sarà il palcoscenico del G7 dedicato all’energia, al clima e all’ambiente.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino verso il G7: seminari di Ecologia Politica.

Di fronte a transizioni ecologiche ed energetiche che ci parlano di futuri sostenibili e tecnologie salvifiche, vogliamo dotarci di strumenti per smascherare ciò che c’è dietro: logiche di profitto che tendono a separarci e distruggere l’ecosistema che vogliamo costruire insieme.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il socialismo climatico e il collasso del clima

Da un po’ di tempo i media riportano notizie allarmanti sulla possibile interruzione della circolazione meridionale atlantica (AMOC), un vasto sistema di correnti oceaniche, componente chiave della regolazione del clima globale di cui fa parte la Corrente del Golfo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Fukushima: “Il governo sta riscrivendo la storia dell’incidente”.

Tredici anni dopo il disastro di Fukushima, la ricercatrice Cécile Asanuma-Brice racconta a Reporterre le conseguenze del processo di decontaminazione della regione e i pochi ma difficili ritorni dei suoi abitanti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Guardiani della terra maremmana per una transizione ecologica giusta

Cresce nella Maremma ed in Tuscia la resistenza dal basso all’espansione incontrollata di megaimpianti di energia eolica, nuova frontiera del “landgrabbing”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

G7 energia, clima, ambiente a Venaria, prepariamoci insieme ad accoglierlo!

Durante il G7 si riuniranno le principali potenze economiche per discutere come disegnare i prossimi passi della cosiddetta transizione energetica ed ecologica.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Olimpiadi. Cominciato il taglio di 4.500 larici

Il bob è una delle discipline delle olimpiadi invernali. In Italia nessuno, o quasi, pratica questo sport. La pista costruita a Cesana per le Olimpiadi del 2006 è un monumento allo spreco, alla distruzione di risorse per l’interesse di pochi signori del cemento e del tondino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

2.9 Radura || Le catene agricole. Agroindustria e lavoro in Piemonte

In questa nuova puntata di Radura torniamo a parlare di agricoltura. Lo facciamo a partire da un approfondimento delle catene del valore in un territorio specifico che è quello del Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

PFAS “Eterni inquinanti”: oltre 300 attivisti invadono uno stabilimento Arkema a Lione

Sabato 2 marzo, gli attivisti di Extinction Rebellion e Youth for Climate hanno invaso uno stabilimento Arkema a sud di Lione. È stata una giornata “a porte aperte” per denunciare l’inquinamento da “inquinanti eterni” del gruppo chimico.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Parma: Ecologia Politica libera un nuovo spazio in Università

È davanti agli occhi di tuttɜ il collasso ambientale e sociale in atto e noi studenti e studentesse non possiamo che vedere nell’università il luogo promotore di un cambiamento radicale.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Landgrabbing: parte la mobilitazione dal basso contro il megaprogetto eolico di Sorgenia a Pitigliano

Contro la speculazione spacciata per transizione ecologica, cresce la mobilitazione dal basso nel territorio in Maremma e  Tuscia contro l’espansione incontrollata di megaimpianti di energia eolica.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Digitalizzazione o giusta transizione?

Sfinimento delle capacità di riproduzione sociale, economia al collasso e aumento del degrado ecologico: di fronte a queste sfide per il settore agricolo non basta il capitalismo verde