Taxi, quinto giorno di sciopero. Prossimi presidi: Ministero dei trasporti e Montecitorio (AGGIORNATO)
E’ il quinto giorno di sciopero dei tassisti. A Roma non si vedono taxi. Neanche nei luoghi più centrali. 8.000 lavoratori circa hanno aderito allo sciopero convocato nella Capitale da alcuni sindacati autonomi ma per lo più autorganizzato dai tassisti che non si sentono poi così rappresentati dalle sigle sindacali presenti nel settore. I tassisti di Roma insieme a quelli di Milano e Napoli chiedono che venga bocciato l’emendamento Lanzillotta del decreto Milleproroghe che prevede la liberalizzazione dei servizi Uber e Ncc (Noleggio con conducente). L’emendamento è passato al Senato e da domani è in discussione alla Camera.
I tassisti di Roma sono notoriamente considerati una corporazione chiusa alla quale si accede attraverso lo scambio di padre in figlio delle licenze. Gli scioperi sono organizzati per difendere la categoria dalla concorrenza spietata che comporterebbe l’invasione del mercato da parte della multinazionale Uber. Inoltre, se l’emendamento passasse anche alla Camera il servizio Ncc non sarà più vincolato alla territorialità. Attualmente i furgoni neri di Ncc sono confinati al di fuori del Comune di Roma ma in realtà riescono ad operare nella Capitale indisturbati anche ora.
I tassisti sono determinati a giocare la partita fino in fondo. Per questo motivo insieme alle delegazioni di Milano e Napoli, domani mattina, saranno in presidio a piazza di Porta Pia presso il Ministero dei trasporti e delle infrastrutture mentre mercoledì a Montecitorio. Il Ministro, Graziano Delrio, ha convocato per domani un incontro con i sindacati ma sarà presente anche una delegazione dei lavoratori autorganizzati.
In queste giornate la stampa sta portando avanti una narrazione negativa degli scioperi. Parlano di violenza nei confronti dei tassisti che non aderiscono alle iniziative di sciopero e di irregolarità delle procedure per l’astensione al lavoro. Questo tipo di propaganda “anti-sciopero”, ormai, è molto frequente sui mezzi di informazione mainstream. Infatti, ogni forma di protesta che travalichi i sindacati confederali o assuma una portata “oltre” il consentito è subito criminalizzata. Non sono ammesse, in pratica, lotte sul lavoro che non abbiano un margine di compromesso.
I tassisti ricordando perfettamente le proteste contro Uber dei colleghi francesi ricorreranno anche alle vie legali. Molti paesi, infatti, hanno vinto le cause contro la multinazionale. Ma il primo obiettivo dei lavoratori delle auto bianche è quello di bloccare l’emendamento Lanzilotta. Si preannunciano, quindi, altre due giornate di sciopero e di protesta nella Capitale che fino ad ora non sono passate inosservate. In una città dove i mezzi pubblici sono un disastro, lo stop dei tassinari fa male soprattutto a tutte quelle persone che vorrebbero uber e che sognano la città smart nordeuropea: una metropoli invasa dalle multinazionali che guadagnano attingendo nel bacino dei disoccupati con un costo del lavoro pari a 0.
foto: protesta al Senato della settimana scorsa
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