Salvini in Università? Bologna non accetta provocazioni! Cariche e manganelli contro centinaia di studenti!
Salvini, da vero parolaio, come al solito alle promesse però non fa mai seguire alcunché, e così anche oggi in zona universitaria tra Rettorato e via Zamboni non si è vista neppure la sua ombra; il tutto mentre già dalle 9 del mattino l’ingresso della biblioteca del 36 sempre in via Zamboni si riempiva di decine di persone che anche in questa voccasione olevano fare notare come la sua presenza fosse inaccettabile: quell’eccedenza giovanile che si riconosce da anni e anni nelle lotte sociali portate avanti dal C.U.A. e nella costruzione di una zona universitaria libera dalla Lega ma anche dalle forze dell’ordine che lo difendono (basti ricordare i fatti di piazza Verdi). Così, mentre il Matteo padano si muoveva dapprima in Bolognina scortato da centinaia di poliziotti a chiosare contro i migranti e il presunto degrado da loro portato, il presidio si ingrossava sempre più per poi, verso le 11, muoversi deciso verso la facoltà di Ingegneria (appena fuori dal centro, poco fuori porta Saragozza) laddove si sarebbe tenuta la conferenza-stampa insieme al Rettore.
Giunti di fronte alla facoltà, l’accesso alle aule di via Risorgimento è stato bloccato da un imponente schieramento di celere, la quale non ha esitato a caricare il corteo, trovando in risposta una resistenza tenace e compatta da parte degli studenti e delle studentesse che volevano legittimamente entrare nelle aule per le quali pagano salate tasse. Il presidio non ha accettato di andarsene, incassando la solidarietà di studenti e studentesse della facoltà a cui era impedito l’accesso per la presenza del razzista padano. Al grido di “tout le monde deteste la police” e “fuori Salvini dall’Università” i numeri del presidio sono cresciuti, così come è cresciuta la rabbia di tanti ragazzi che si sono uniti all’iniziativa. Quegli stessi ragazzi e quelle stesse ragazze che sono stati duramente attaccati per le contestazioni a Panebianco e ai venti di guerra che più che mai soffiano, non ci stavano a fare buon viso a cattivo gioco di fronte al fatto che invece il linguaggio xenofobo di Salvini potesse tranquillamente trovare spazio in Università.
La tensione è continuata a crescere fino a che la polizia non ha caricato violentemente la testa per altre due volte, ferendo diversi manifestanti che intanto lanciavano ortaggi marci nei confronti della celere per ricordarle l’odore dell’immondizia che stava prendendo parola insieme ad Ubertini. Dopo aver respinto le cariche, attestandosi a pochi metri dai blindati, i manifestanti hanno deciso di ripartire in corteo selvaggio per comunicare quanto accaduto alla città, fino a confluire nella zona universitaria de-leghistizzata una volta di più e dove sin da questo pomeriggio riprenderanno i percorsi di lotta sul diritto allo studio calpestato in varie e molteplici forme dall’Alma Mater.Di seguito riportiamo il comunicato del C.U.A., un resoconto di Zic su altre iniziative che hanno caratterizzato la giornata e un bel comunicato della Palestra Popolare Stevenson sulla giornata di lotta di oggi.
La Bologna antagonista ancora una volta ha quindi mostrato a testa alta di non indietreggiare di un passo quando c’è chi vuole portare le sue retoriche xenofobe e opportuniste in città, come già accaduto nella resistenza di Ponte Stalingrado l’8 novembre e due mesi fa, quando gli occupanti e i conquilini resistenti di Social Log respinsero Salvini a debita distanza dall’occupazione di via Mario De Maria. Il Rettore Ubertini, ciarlante fin dal suo insediamento di un atteggiamento diverso che sarebbe stato adottato dalla sua Università, dovrà assumersi nei prossimi giorni la responsabilità politica di quanto avvenuto: concedere gli spalti dell’Alma Mater a Salvini è una provocazione che non sarà mai accettata dal corpo vivo dell’Università, e che nelle lotte sociali che quotidianamente si portano avanti continuerà a far germogliare i semi dell’antirazzismo e della guerra alla guerra tra poveri.
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