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#12o a Bologna. Assemblea con Erri de Luca e mercato biologico in piazza Verdi

E’ stata seguita l’indicazione di mettere in campo mobilitazioni capaci di collegare la difesa del territorio a percorsi di lotta più complessivi; ha preso allora vita in piazza Verdi, simbolo del conflitto cittadino negli ultimi mesi sull’agibilità politica del dissenso e del conflitto, un mercato biologico realizzato dalla collaborazione tra il Collettivo Universitario Autonomo e l’associazione Campi Aperti.

Quest’ultima è da anni attiva sul terreno del biologico, contro il capitalismo distruttivo della grande distribuzione, nonché contro lo stesso biologico quando declinato nella versione in salsa multinazionale come ad esempio quella di Slow Food.

Diverse autorità nei giorni scorsi avevano criticato fortemente l’iniziativa, mosse dalla necessità di impedire un ulteriore passaggio di legittimazione sociale di chi vuole una piazza Verdi libera dai giochini politici delle istituzioni. La migliore risposta è stata data proprio dall’enorme afflusso al mercatino, e soprattutto della grande partecipazione ad un’assemblea che ha rilanciato proprio sulla campagna “I Love piazza Verdi”, sulla giornata del 19 ottobre romano a venire.

Assemblea che ha visto la preziosa partecipazione di Erri de Luca, per caso in città e che una volta venuto a conoscenza della manifestazione è accorso a portare un intervento focalizzato soprattutto sulla questione della lotta NoTav, applaudito dalla folla presente in un nuovo momento importante di difesa dei processi in corso sulla zona universitaria dopo quelli che avevano visto protagonisti artisti tra cui Stefano Benni e ZeroCalcare.

Una giornata riuscitissima, partecipata dagli abitanti del quartiere, dagli studenti universitari, ma soprattutto capace di allargare il campo della campagna “I love Piazza Verdi” lanciata dal CUA nel tentativo di costruire una zona universitaria aperta, meticcia, solidale e capace di autogestire dal basso i territori,.

Fuori dagli impicci burocratici delle autorizzazione, rigettando i disciplinamenti contro il “degrado”, unendo i diversi soggetti sociali che vivono le strade del centro cittadino in un processo virtuoso che metta al centro i bisogni e le esigenze dei cittadini, e non le speculazioni politiche.

 

 

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