15 ottobre e repressione
Il 15 ottobre scorso una grande mobilitazione lanciata a livello internazionale portò a Roma centinaia di migliaia di persone di tutte le età a manifestare contro un modello di sviluppo arrivato al capolinea e che la finanza e i suoi comitati d’affari nazionali, pretendono con la forza di trascinare avanti fino al disastro comune.
Quel giorno in migliaia si ripresero le vie e le piazze di una Roma blindata e chiusa con tanto di zona rossa e le seppero difendere in massa dai furgoni delle forze dell’ordine, lanciati a razzo contro i manifestanti dentro piazza San Giovanni.
Una piazza composta per lo più da persone inermi, da famiglie, da chi magari per la prima volta partecipava ad una manifestazione.
Troviamo incredibile quanto riportato invece dalle indagini di polizia e dai media mainstream, secondo cui alcuni teramani di azione anti-fascista avrebbero promosso l’azione verso il blindato di polizia e che questa fosse premeditata.
L’operazione di qualche giorno fa sembra infatti solo l’ennesimo spot costruito ad hoc per demonizzare il conflitto sociale in Italia e la miseria dell’indagine ne è testimone.
Stiamo assistendo ormai di giorno in giorno sempre di più a questa intensificazione della caccia alle streghe, con tanto di mostri sbattuti in prima pagina, contro chi si permette di scioperare o scendere in piazza a manifestare…
Conosciamo bene la repressione e i subdoli metodi utilizzati per tentare di intimidire e farti abbassare la testa. Qui a l’Aquila la repressione colpisce chi ha deciso di continuare ad abitare su questo territorio martoriato, chi vuole rimuovere le macerie con una carriola, chi è costretto a reinventarsi una vita ed una socialità ma non accetta supinamente le decisioni calate dall’alto, chi vuole essere protagonista e vigile della ricostruzione della propria città. E’ per questo che ancora una volta ci dichiariamo solidali con chi lotta contro le ingiustizie, lo sfruttamento e le devastazioni ambientali.
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