1500 in piazza per la Giornata del Rifiuto
Organizzatori visibilmente soddisfatti: la grande partecipazione ha premiato un lavoro di preparazione durato circa due mesi e che ha coinvolto molti comitati e reti cittadine.
E soprattutto ha dimostrato che tra la politica ufficiale e la città c’è ormai una distanza abissale: i livornesi vogliono un futuro dove siano garantiti il rispetto dell’ambiente e della salute per tutti e respingono il ricatto di chi vorrebbe far accettare alla città il modello Somalia, cioè di destinazione “privilegiata” per lo smaltimento dei rifiuti di mezzo mondo e per ogni genere di produzioni di morte.
Lo chiamano “distretto energetico”, e con il ricatto occupazionale vorrebbero che la gente (primi fra tutti i lavoratori) rinunciassero ai loro diritti e alla loro salute.
Le alternative ci sono: si chiamano raccolta differenziata, energie rinnovabili, servizi pubblici efficienti, prevenzione ed educazione alla salute. Alternative che portano anche molti più posti di lavoro di quelli (precari e a rischio tumori) che garantirebbero inceneritori, rigassificatori e discariche.
Durante il percorso, vivacizzato da una decina di cavalli, da una trentina di percussionisti del gruppo dei Sambalordi e da una colonna sonora musicale, i passanti hanno dimostrato di condividere i temi della Giornata e molti si sono uniti al corteo, che si è progressivamente ingrossato per poi frazionarsi in diversi spezzoni anche per il ritmo di marcia impresso dai cavalli e per la lunghezza del percorso.
È stato rigorosamente rispettato l’accordo di non esporre simboli di forze politiche. Presenti anche Comitati di altre zone della Toscana.
Per i promotori una grande iniezione di entusiasmo che ha rafforzato la convinzione di essere sulla strada giusta. Ora si tratta di potenziare la rete che si è creata, radicarsi ancora di più nei quartieri e trovare le forme giuste per imporre alla politica locale il rispetto della volontà dei livornesi. Per gli amministratori locali un campanello d’allarme, ma come al solito le varie lobby trasversali continueranno sulla propria strada. Non resta che mandarli a casa, come oggi in piazza si leggeva su molti striscioni.
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