A 40 anni dall’11 marzo 1977, la generazione ingovernabile di nuovo in strada
Rivolta che riverbera ancora oggi nelle strade di una città fortemente militarizzata a targa PD e Virginio Merola, che da un paio di anni ha dato mandato politico alla Questura di cercare di risolvere i conflitti che emergono a seguito dell’impoverimento diffuso, degli sfratti, dell’aziendalizzazione dell’Università, della continua privatizzazione di servizi e spazi urbani. Quarant’anni dalla morte di Francesco, ma una memoria che riluce dei conflitti attuali, specialmente nel cuore della zona universitaria che si sta mobilitando contro la chiusura di spazi di agibilità e organizzazione imposta dal Rettore, culminata con lo sgombero coatto della Biblioteca di Lettere del 36. Non a caso proprio gli studenti universitari hanno tenuto la testa del corteo dell’11 marzo: una generazione ingovernabile che non vuole sottostare alle imposizioni istituzionali che ne riducono le possibilità di vita e di agibilità politica. A seguirli le famiglie dei comitati di lotta per il diritto all’abitare, i lavoratori della logistica e tante anime del movimento bolognese.
La mattina si é connotata con l’omaggio alla lapide di Lorusso e le corone di fiori posate da parte di decine di compagni giovani e vecchi, con l’assenza degli attori istituzionali e del sindaco – che ha goffamente eluso la sua comparsata dando perlatro spiegazioni alquanto fumose.
Un 11 marzo che si incastona dunque all’interno di un contesto effervescente e che si affaccia alle prossime mobilitazioni, con Francesco nel cuore, a partire dalla data di contestazione all’Unione Europea delle barriere, dell’austerità e della guerra ai poveri a Roma il 25 Marzo. Il corteo non ha mancato di solidarizzare con i compagni e le compagne napoletane che hanno frapposto i propri corpi per impedire l’inaccettabile presenza a Fuorigrotta di Salvini
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