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A Bologna inizia una nuova storia: “è la prima marcia della dignità!”

Il corteo si è mosso dall’Ex-Telecom occupata in via Fioravanti ripetendo ad alta voce slogan e volantinando le ragioni della lotta per il diritto all’abitare. Raggiunto poco prima anche dagli studenti medi del CAS, la marcia si è progressivamente ingrossata, forte dell’adesione e partecipazione degli operai S.I.Cobas (presente anche una delegazione di facchini della Mirror di Ferrara), degli universitari del CUA, e degli inquilini in lotta di Via Gandusio. Numerosa anche la presenza dei solidali del quartiere e di molte realtà di lotta della città che hanno deciso di essere davvero al fianco della battaglia per il diritto alla casa.

Applausi e sorrisi dai passanti e da chi affacciandosi alla finestra ha scoperto un nuovo mondo fatto di lotta e solidarietà in marcia. Ad alcuni tratti sui lati del corteo sono stati anche improvvisati una sorta di “sportelli di lotta per la casa” dove alcune persone in attesa dello sfratto hanno colto l’occasione per avere informazioni su come resistere collettivamente.

 

Durante la manifestazione si sono ripetuti gli interventi al microfono che oltre a trattare il tema degli sfratti, hanno denunciato gli effetti del Piano Casa e dell’articolo 5 promettendo prossime iniziative di lotta sulla scia dell’occupazione ad oltranza dell’anagrafe a Roma, e ancora la questione della rigenerazione urbana e della lotta alla precarietà sono stati al centro della comunicazione dell’iniziativa. Una vera e propria ovazione c’è stata quando dall’amplificazione si sono elencate tutte le città che in Italia stavano rispondendo all’appello della rete Abitare nella Crisi che ha promosso questa bellissima giornata di lotta in cui le periferie non solo hanno preso parola, ma soprattutto posizione conflittuale contro le politiche di austerità del governo Renzi.

L’entusiasmo degli occupanti, degli inquilini resistenti e dei solidali durante il corteo ha fatto sì che fosse palpabile e concreta la realizzazione di quello scarto in avanti, di quella novità di cui si era molto discusso durante le assemblee di preparazione dell’iniziativa: “a Bologna deve iniziare una nuova storia di lotta che abbia al centro le periferie e i territori resistenti abitati dalle lotte concrete, è finito il tempo dei cortei che parlano solo al centro città. Il 2015 per il conflitto sociale comincia dalla periferia!”. E così è stato: una vera rivoluzione “nella tradizione di piazza” della città che per la prima volta da decenni ha risposto all’esigenza di comunicare alla propria gente e nei propri quartieri, di mettere in relazione le lotte già esistenti con chi magari vive ancora da solo e nella frustrazione le mille sofferenze materiali ed esistenziali provocate dalla crisi e dall’austerità. Non a caso durante gli ultimi interventi, non appena arrivati nel parco di San Donato, è stato annunciato che il corteo di oggi era solo l’inizio della Lunga Marcia della Periferia e della Dignità a Bologna e che prossimamente nelle assemblee pubbliche che verranno organizzate all’ordine del giorno ci sarà la questione di come continuare questa nuova esperienza di lotta. Insomma per Bologna Meticcia la marcia è appena iniziata!

Leggi anche il comunicato e la piattaforma di lotta del corteo di oggi contro gli sfratti

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