A Pisa bambini a “scuola di pace” in caserma
Quest’anno la lezione sulle «missioni umanitarie di pace» sarà più significativa: la bandiera di guerra del 186esimo Reggimento paracadustisti Folgore è già stata portata lo scorso 7 febbraio in Afghanistan e i primi reparti sono già impegnati in combattimenti nell’area di Farah, dove gli alpini, che i parà della Folgore vanno a sostituire, hanno già inflitto «un buon numero di perdite agli aggressori». Il grosso della Folgore arriverà in Afghanistan in primavera per affrontare quella che viene preannunciata come una delle battaglie più sanguinose. Così la «Giornata della Solidarietà», il prossimo 28 aprile, sarà ancora più «gioiosa».
A parte la legittima curiosità di sapere come gli esperti della Folgore spiegano ai bambini della scuola dell’infanzia le «molte problematiche connesse alle missioni umanitarie e di pace nelle aree di guerra», nel volantino di Jaegerstatter ed Emergency si pongono alcune semplici domande al Comune e alle scuole. Siete sicuri che un luogo in cui si addestrano le persone all’uso delle armi sia un posto adatto ai bambini? In Afghanistan, una pattuglia italiana ha sparato contro una macchina su cui viaggiavano solo civili, uccidendo una bambina di 13 anni: racconterete questi episodi ai bambini, parlando delle «missioni di pace»? Nel 2010 la spesa militare italiana è stata di oltre 23.000 milioni di euro, mentre la spesa per la scuola pubblica è stata brutalmente tagliata: spiegherete ai bambini anche questo, mentre li portate da una scuola a una caserma?
A scagliarsi contro Jaegerstatter ed Emergency, per queste domande irriverenti, non è stato un reparto d’assalto della Folgore, ma Maria Luisa Chiofalo (Pd), assessora comunale alle politiche socio-educative e scolastiche, nonché alla cultura della legalità. In una lettera aperta afferma che nel volantino «sono scritte falsità», che «non c’è pace senza verità» e che «le bugie generano violenza». Sostiene quindi che in molti hanno lasciato la manifestazione dopo aver letto il volantino. Ciò che la Chiofalo teme è ben altro: l’anno scorso un gran numero di persone si sono rifiutate di mandare i figli a scuola di «pace» in caserma.
Manlio Dinucci per Il Manifesto
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