Acerra, domiciliari a Consiglia e Olimpia
Entrambe sono state raggiunte da un provvedimento di restrizione della libertà, l’ennesimo di una lunga militanza, in forza di una condanna per interruzione di pubblico servizio dalla quale non sono state messe nemmeno in condizione di potersi difendere, sostengono, perché mai nulla le è stato notificato ed il procedimento, seguito da un avvocato d’ufficio, è giunto a conclusione finendo nel peggiore dei modi.
I fatti contestati risalgono al 2011 e riguardano una iniziativa di protesta, tra le tante, che si svolse presso il comune di Acerra. Le due donne subiscono oggi una condanna a tre mesi di arresti domiciliari ed in nessun conto sono state tenute le difficili condizioni di salute di Consiglia, che ha difficoltà deambulatorie ed è costretta dalla malattia a sottoporsi quotidianamente a dialisi.
Quello che appare evidente, anche ad un osservatore poco attento, è l’accanimento persecutorio nei confronti di persone che sono state per lungo tempo protagoniste, insieme alle diverse sigle dei disoccupati organizzati, delle lotte sociali sul territorio. Colpendo loro si intende colpire l’intero movimento, mettendo sul banco degli imputati una lunga storia di battaglie per la dignità.
E, mentre fonti vicine alle forze dell’ordine sostengono che sarebbero in arrivo diverse decine di provvedimenti per altrettanti militanti acerrani, questa vicenda assume il chiaro sapore della vendetta verso chi, generosamente, ha deciso di non arrendersi e lottare per i propri diritti.
Intanto gli arrestati incassano la solidarietà di tutte le compagini del movimento campano e non solo, solidarietà alla quale, per parte nostra, non possiamo fare altro che associarci.
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