Ancora arresti e cautelari a Bologna
La procura di Bologna continua, come ormai da prassi nel capoluogo felsineo, ad aggredire con misure cautelari attivisti e attiviste della città per sabotarne l’agibilità politica. Nell’ultimo anno e mezzo, a partire dai 15 divieti di dimora inflitti per degli scontri in piazza Verdi e passando per vari altri episodi di contestazione, sono state decine e decine le iniziative repressive di vario genere cui si è fatto ricorso. Questa volta il pretesto sono le iniziative antifasciste che contrastarono la presenza in città delle “Sentinelle in piedi” prima e di Forza Nuova nei giorni seguenti, a ottobre dello scorso anno. Si tratta nello specifico di tre arresti domiciliari e tre obblighi di dimora per attivisti di Tpo, Labas, e Hobo comminati a pochi giorni da una manifestazione convocata per sabato contro la repressione. Le iniziative della Procura si muovono nel contesto di una città nella quale diverse forme di lotta, per quanto purtroppo ancora sicuramente insufficienti e parziali, hanno negli ultimi anni fatto male al quadro istituzionale, laddove dalla logistica alla casa si stanno delineando concrete forme di contesa e contrapposizione. Di fronte a questi elementi e a forme di conflittualità che divengono più estese, si assiste allora al tentativo di rallentare e respingere possibili avanzamenti tentando di fare paura e affinando svariati dispositivi giuridici contro le forme di autorganizzazione. Questa la consueta azione contro i movimenti, rispetto alla quale solo le forme di legittimità conquistata sul territorio e nelle lotte quotidiane può dare un’adeguata risposta e rilancio.
Liber@ tutt@!
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