Appello dal mondo della ricerca per Adil
Siamo ricercatrici e ricercatori che si considerano mobilitati dall’uccisione di Adil Belakhdim. Per quanto consapevoli che non saranno i nostri appelli a modificare le cause profonde di questa tragedia, riteniamo necessario rendere esplicito il legame che esiste – anche se spesso negato o reso invisibile – tra questa vicenda, le dinamiche che lo hanno prodotto e la vita quotidiana di tutti i cittadini.
Nei mesi del lockdown anche le nostre vite sono interamente dipese dal lavoro di magazzinieri, spedizionieri e facchini che ci hanno consentito di fronteggiare l’emergenza rimanendo a casa.
È il lavoro vivo delle donne e degli uomini impiegati nel settore della logistica ad aver infrastrutturato e consentito il trasferimento delle nostre attività quotidiane e la didattica a distanza dei nostri figli nelle abitazioni private e sulle piattaforme, sono loro ad aver rifornito i punti vendita della grande distribuzione alimentare.
Ma la “ripartenza” alla quale stiamo assistendo sembra voler ricacciare nell’invisibilità queste lavoratrici e questi lavoratori, incastrarli in un sistema di appalti e subappalti che abbassa i salari, intensifica il lavoro, frammenta le lotte. E quando le lotte comunque si danno, il tentativo è quello di sedarle ricorrendo al reclutamento di picchiatori troppo spesso lasciati agire indisturbati, ai ricatti e ora all’omicidio.
Quella che in questo modo si vorrebbe ripristinare è l’invisibilità di una forza lavoro spesso migrante che viene svalutata, sfruttata e deprezzata al punto da rendere alcune vite più sacrificabili di altre.
L’accelerazione dei consumi e della circolazione delle merci, che si avvale anche della strategia di una disintermediata alleanza tra interessi dei global players (e dei loro esecutori locali) e interessi di un consumatore compulsivamente orientato al prezzo più basso e alla consegna più rapida, viene scaricata tutta sul lavoro, sulla sempre più intensa distruzione della dignità del lavoro per quanto concerne i suoi contenuti, i suoi ritmi, le sue condizioni contrattuali, i suoi diritti.
La morte di una persona che cercava, insieme ad altri, di rappresentare questa contraddizione e di esigerne la ricerca di soluzioni è tragico sintomo della profondità di questa contraddizione e della posta in gioco.
Fuori di ogni retorica, sono in gioco vite di persone. Rendere esplicito ed evidente tutto ciò è il primo, indispensabile passo perché se ne riconosca la responsabilità collettiva, di tutti e non solo di chi è più immediatamente coinvolto.
Come lavoratrici e lavoratori del mondo della ricerca, anch’esso naturalmente attraversato da queste contraddizioni, crediamo che sia parte del nostro mandato istituzionale alzare il velo che nasconde la violenza e l’ingiustizia della fabbrica-mondo dietro la brillantezza delle vetrine dei consumi globali e digitalizzati, rendere esplicite le relazioni che legano le nostre forme di vita con quelle di coloro che nel sottoscala della fabbrica-mondo fanno più intensamente esperienza di quella violenza e di quella ingiustizia, produrne consapevolezza nelle nuove generazioni con cui interagiamo nella nostra pratica scientifica e didattica e contribuire a creare le condizioni perché si rigeneri e si allarghi l’intelligenza della solidarietà.
[E’ ancora possibile firmare l’appello inviando una mail con il nome, il cognome e l’università di affiliazione a ricercaperadil@gmail.com]
Primi firmatari:
Vando Borghi (Università di Bologna)
Devi Sacchetto (Università di Padova)
Lisa Dorigatti (Università di Milano)
Diego Coletto (Università di Milano-Bicocca)
Angelo Salento (Università del Salento)
Sandro Mezzadra (Università di Bologna)
Tamar Pitch (Università di Perugia)
Giorgio Pirina (Universidade de Coimbra)
Stefano Ascari (Univrsità di Bologna)
Lorenzo Zamponi (Scuola Normale Superiore, Pisa)
Gennaro Avallone (Università di Salerno)
Giulio Centamore (Università di Bologna)
Rossana Cillo (Università Ca’ Foscari, Venezia)
Giada Coleandro (Università di Bologna)
Antonella Ceccagno (Universita’ di Bologna)
Lorenzo Cini (Scuola Normale Superiore, Pisa)
Arianna Tassinari (Max Planck Institute for the Study of Societies, Colonia)
Francesco E. Iannuzzi (Università di Padova)
Viviana Asara (Vienna University of Economics & Business)
Vincenzo Maccarrone (University College Dublin)
Paolo Borghi (Università di Milano)
Osvaldo Costantini (Università di Messina)
Andrea Felicetti (Scuola Normale Superiore, Pisa)
Dario Fontana (Servizio di Epidemiologia Piemonte)
Michele Colucci (Istituto di studi sul Mediterraneo, CNR)
Giovanni Leoni (Università di Bologna)
Federico Picerni (Università Ca’ Foscari, Venezia / Universität Heidelberg)
Dario Di Conzo (Scuola Normale Superiore, Pisa)
Jacopo Galimberti (Università di Bologna)
Ivano Scotti (Università del Molise)
Federico Martelloni (Università di Bologna)
Michele Filippini (Università di Bologna)
Valentina Antoniol (Università di Bologna)
Luca Negrogno (Istituzione Gianfranco Minguzzi, Bologna)
Francesco Bagnardi (Istituto Universitario Europeo)
Dario Tuorto (Università di Bologna)
Giulio Iocco (Independent graduate researcher)
Francesco Zanotelli (Università di Messina)
Francesca Alice Vianello (Università di Padova)
Xenia Chiaramonte (Institute for Cultural Inquiry, Berlin)
Roberta Altin (Università di Trieste)
Giuliana Sanò (Università di Messina)
Valeria Piro (Università di Padova)
Pierpaolo Ascari (Università di Bologna)
Claudia Mantovan (Università di Padova)
Alice Lomonaco (Università di Bologna)
Matteo Rinaldini (Università di Modena e Reggio Emilia)
Paola Di Mauro (Università di Messina)
Enrica Morlicchio (Università degli Studi di Napoli Federico II)
Barbara Giullari (Università di Bologna)
Fabrizio Denunzio (Università degli Studi di Salerno)
Ernesto De Cristofaro (Università di Catania)
Stefano Gasparri (University of the West of England)
Lavinia Bifulco (Università di Milano Bicocca)
Alessandra Vaccari (Università Iuav di Venezia)
Marco Marrone (Università di Bologna)
Guido Cavalca (Università di Salerno)
Davide Caselli (Università Milano-Bicocca)
Massimiliano Andretta (Università di Pisa)
Niccolò Cuppini (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana)
Antonio Pioletti (Università di Catania)
Roberto Iorio (Università di Salerno)
Rita Fulco (Università di Messina)
Caterina Chiocchetta (Università di Ferrara)
Maurizio Atzeni (Centro de Estudios e Investigaciones Laborales, Conicet, Argentina)
Eugenio Graziano (Università di Torino)
Maria Rita Tagliaventi (Università di Bologna)
Francesco Della Puppa (Università Ca’ Foscari di Venezia)
Federico Chicchi (Università di Bologna)
Olivia Bonardi (Università degli studi di Milano)
Paolo Barcella (Università di Bergamo)
Emanuele Leonardi (Università di Parma)
Francesco Campolongo (Università di Padova)
Giancarlo Rappazzo (Università di Catania)
Mariavita Cambria (Università di Messina)
Ida Fazio (Università di Palermo)
Anna Tedesco (Università di Palermo)
Alessandra Gissi (Università di Napoli “l’Orientale”)
Giso Amendola (Università di Salerno)
Sara Rossetti (Università di Roma Tre)
Andrea Binelli (Università di Trento)
Martina Lo Cascio (Università di Parma)
Silvia Albertazzi (Università di Bologna)
Piera Campanella (Università di Urbino Carlo Bo)
Enrico Rebeggiani (Università di Napoli Federico II)
Giacomo Gabbuti (Università di Oxford)
Gianni Piazza (Università di Catania)
Andrea Sereni (Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia)
Enrica Rigo (Università di Roma Tre)
Ernesto SFerrazza Papa (Universidad Católica de Chile)
Gemma Scalise (Università di Milano-Bicocca)
Enrico Fravega (Università di Trento)
Silvia Di Meo (Università di Genova)
Marco Fama (Università della Calabria)
Pietro Vertova (Università di Bergamo)
Maria Grazia Montesano (Università di Bologna)
Ilaria Pitti (Università di Bologna)
Laura Centemeri (EHESS, Paris)
Daniele Tori (The Open University Business School)
Luca Giliberti (Università di Genova)
Milena Belloni (University of Gent)
Annalisa Frisina (Università di Padova)
Niccolo Durazzi (Universita’ di Edimburgo)
Agostino Petrillo (Politecnico di Milano)
Davide Filippi (Università di Genova)
Pietro Saitta (Università di Messina)
Andrea Borsari (Università di Bologna)
Laura Schettini (Università di Padova)
Carolina Vesce (Università degli studi di Siena)
Giuseppe Micciarelli (Università di Salerno)
Francesca Di Blasio (Università di Trento)
Michele Spanò (EHESS, Paris)
Monica Bolelli (MPIfG Colonia e Università di Duisburg-Essen)
Ivano Gorzanelli (Università di Bologna)
Rocco Alessio Albanese (Università degli studi di Torino)
Giuseppe Viviano (Università di Salerno)
Matteo Deleidi (Sapienza Università di Roma)
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