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Apple e Foxconn uccidono ancora: due nuovi morti nella fabbrica degli iPhone

Una donna è stata travolta da un treno mentre stava attraversando i binari ferroviari di corsa per non tardare a lavoro e rischiare punizioni; un uomo ha commesso suicidio poco dopo aver finito il suo turno, dal tetto dello stabilimento di Zhengzhou. La Foxconn ha confermato la notizia.

Tanti accademici cinesi, come Pun Ngai, hanno descritto il modello Foxconn come il paradigma di un modello cinese basato sull’ipersfruttamento degli operai e delle operaie, soprattutto migranti, che produce vittime in quantità da anni, con il picco del 2010 quando ben 14 operai si tolsero la vita gettando nel modo più tragico luce sulla realtà dello sfruttamento che subivano.

Nonostante la Cina si avvii verso un modello economico più basato sui servizi che sull’industria, continua ad essere un luogo di sfruttamento intensissimo per tantissimi uomini e donne; secondo alcune stime, sono circa 1.300.000 le persone impiegate dall’azienda, che ha impianti anche in paesi dell’Est Europa come la Repubblica Ceca.

La prossima uscita dell’iPhone 7 è all’origine in questi mesi di una fortissima pressione sui lavoratori Foxconn, che arrivano a dover sostenere anche 14 ore di lavoro giornaliero 7 giorni alla settimana. Inoltre, al netto delle deduzioni per cibo e alloggio in dormitori di fatto annessi alla fabbrica e slegati dalla città, i lavoratori percepiscono paghe utili alla mera sussistenza e possono fare straordinario oltre le 14 ore solo se reclutano altri lavoratori per l’azienda, in un circolo vizioso dello sfruttamento che porta morte dopo morte nel silenzio profittevole delle multinazionali che vi collaborano.

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