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Arresto Aldo Milani: il secondo comunicato SICOBAS, la cronaca di una giornata di sciopero e blocco

Agli interporti di Carpiano e Bologna manifestazioni spontanee hanno corredato lo sciopero nazionale dichiarato immediatamente dopo la notizia dell’arresto. In tanti poli della logistica del paese i camion sono stati bloccati per ore all’ingresso e all’uscita in segno di protesta contro quanto accaduto.

Nel pomeriggio si sono susseguite prima la conferenza stampa della Questura che motivava l’operazione, e poi la risposta del SICOBAS nel comunicato che trovate sotto. Il comunicato riassume quanto successo, chiarendo sull’identità del “secondo uomo” e sottolineando tutte le incongruenze di una caso montato soprattutto con fini mediatici di de-legittimazione.

L’avvocato Marina Prosperi ha sucessivamente dichiarato che il secondo uomo nel video “Non c’entra nulla col sindacato e quale sia il suo ruolo è tutto da chiarire, mentre Milani respinge ogni accusa di estorsione dato che quello spezzone video non dimostra nulla. C’è stata invece una trattativa complessa sul reintegro dei lavoratori e su alcune somme che gli operai reclamano a vario titolo con conteggi precisi e con alcune cause già avviate.”

Intanto migliaia di facchini e solidali hanno dato vita ad un presidio di solidarietà sotto il carcere di Modena dove è recluso Milani, facendo sentire il loro sostegno e la loro vicinanza al coordinatore nazionale del sindacato; domani per le 10 è convocato un nuovo presidio solidale sotto le mura della casa di reclusione modenese in via Sant’Anna 370.

 

 

Di seguito il secondo comunicato del SI COBAS e diversi contributi video che ricostruiscono la vicenda:

 

Quando i proletari chiedono un salario dignitoso “estorcono”

Da stamattina presto, 27 gennaio, mentre i nostri legali non avevano ancora avuto la possibilità di parlare con Aldo e di vedere le carte, sui media italiani è passata la notizia che DUE esponenti nazionali del SICOBAS erano stati arrestati perché avrebbero secondo la Polizia estorto dei soldi attraverso l’esercizio degli scioperi, alla nota azienda Levoni di lavorazione delle carni, azienda che per peso politico e giro d’affari è un vero e proprio gigante del settore.

Dopo quest’opera di lurido sciacallaggio mediatico, in tarda mattinata le tessere del mosaico inquisitorio hanno iniziato a comporsi in maniera limpida.

Dai video pubblicati dalla stessa Questura di Modena in conferenza-stampa è infatti emerso che:

1) Il personaggio in questione, tal Piccinini, presentato dai media come esponente del SI Cobas, è in realtà non solo del tutto estraneo alla nostra organizzazione, ma per di più è un consulente o intermediario forse propostosi o forse chiamato da Levoni per mediare sulla dura vertenza del comparto-carni; in ogni caso un esponente del mondo padronale e non sindacale.

2) Aldo Milani risulta chiaramente estraneo al “passaggio di buste” tra Levoni e Piccinini. In sintesi, è sempre più evidente la dinamica di una vera e propria trappola pianificata accuratamente da Levoni che utilizza Piccinini, (che questo ultimo ne fosse consapevole o meno è irrilevante) per costruire una “bomba mediatica” a danno del SI Cobas!!!

Ieri pomeriggio Milani è stato prelevato dalla polizia e arrestato mentre svolgeva il mestiere che porta avanti da anni: trattare col padrone la difesa e il miglioramento delle condizioni di lavoro e salariali, e facendolo non in cenette o meeting consociativi, bensì ad un tavolo di trattativa imposto dai lavoratori con dure lotte, scioperi e picchetti. Nello specifico, l’incontro cool gruppo Levoni aveva come unico scopo quello di decidere le sorti di 52 lavoratori licenziati nel settore della macellazione e lavorazione carni di Modena all’indomani di una serie di scioperi caratterizzati da uno scontro durissimo tra gli operai e i padroni e da una pesante repressione da parte delle forze di polizia.

La finalità della montatura della polizia è evidente: distogliere l’attenzione dalle denunce (con rilevanza civile ma anche penale) mosse dal Si Cobas contro il gruppo Levoni per appalto non genuino, interposizione illegittima di manodopera, sfruttamento del lavoro, frode fiscale ecc.; distogliere l’attenzione dagli scioperi durissimi che il Si Cobas sta portando avanti da mesi nel settore delle carni; distogliere l’attenzione dalle condizioni vergognose in versa questo settore che sfrutta migliaia di lavoratori e porta profitti enormi alle aziende. 

Quella effettuata da Levoni e dai padroni tutti del settore è l’unica e vera estorsione, fatta a danno dei lavoratori, attraverso il ricatto quotidiano del licenziamento e del mancato rinnovo del permesso di soggiorno, e a danno della collettività tutta, una estorsione praticata quotidianamente nel silenzio e nella complicità omertosa delle istituzioni.

Fino ad oggi non ci hanno fermato e non ci fermeranno le minacce mafiose, le aggressioni, le denunce ed i fogli di via che abbiamo ricevuto e riceviamo quotidianamente, a cominciare da Aldo Milani, contro cui sono state fatte decine di denunce e un foglio di via per la lotta dell’Ikea di Piacenza e che fino a ieri la Polizia e la Magistratura accusavano di essere un pericoloso estremista.

ALLO STESSO MODO NON CI FERMERANNO NEANCHE QUESTE SPORCHE MONTATURE POLIZIESCHE E LA MACCHINA DEL FANGO CHE PADRONI POLIZIA STANNO RIVERSANDO SU DI NOI.

NELLA NOTTE APPENA TRASCORSA SONO PARTITI IN TUTTA ITALIA DECINE E DECINE DI SCIOPERI IN SOLIDARIETA’ CON ALDO MILANI: SIAMO CONSAPEVOLI CHE L’ATTACCO PORTATO AVANTI CONTRO MILANI E’ STRUMENTALE PER ATTACCARE TUTTO IL SINDACATO E TUTTE LE LOTTE DI QUESTI ANNI.

LA MOSSA POLIZIESCA E’ MOLTO INTELLIGENTE: SPARARE NELLE GAMBE DEL NOSTRO COMPAGNO O ARRESTARLO PER GLI SCIOPERI NE AVREBBE FATTO UN MARTIRE. MOLTO PIU’ UTILE – QUESTO HANNO PENSATO PADRONI E POLIZIA – CERCARE DI SCREDITARLO UTILIZZANDO CONTRO DI LUI ACCUSE INFAMANTI.

MA PADRONI E POLIZIA NON HANNO FATTO I CONTI CON LA DETERMINAZIONE DI MIGLIAIA DI OPERAI CHE HANNO CAPITO SULLA PROPRIA PELLA DA CHE PARTE SCHIERARSI.

Fino a qualche anno fa i padroni potevano illudersi che decapitando la struttura del SI Cobas potevano fermare la rabbia e la volontà di riscatto di migliaia di lavoratori: oggi possono perdere definitivamente questa illusione perché quegli operai hanno acquisito la consapevolezza che la causa della loro condizione di oppressione non sta nel singolo padrone dispotico e corrotto, bensì nel sistema capitalistico nel suo complesso, e rappresentano la direzione reale del SI COBAS, coordinata e ramificata sui singoli territori.

Che non abbiamo nulla da temere e nulla da nascondere lo dimostra il fatto che proprio in queste ore è in corso un nuovo sciopero fuori ai magazzini Levoni: per noi nulla è cambiato e a dispetto di questa infame trappola abbiamo ancora 52 licenziati che gridano vendetta.

DOMANI ALLE 10 INVITIAMO TUTTI A PRESIDIARE IL CARCERE DI MODENA DOVE SI TERRÀ L’UDIENZA PER LA CONVALIDA DELL’ARRESTO DI ALDO.

Seguiranno altre comunicazioni non appena avremo aggiornamenti.

SEMPRE AVANTI! NON FERMERANNO LE NOSTRE LOTTE!

Sotto:

Conferenza stampa dell’avvocato del S.I. Cobas e del responsabile organizzativo Gino Orsini dove si smontano tutte le accuse nei confronti di Aldo Milani e dove si spiega il ruolo della persona che, come si vede nei video diffusi dalla stampa, ha preso i soldi; persona che non c’entra nulla con il S. I. Cobas. La macchina del fango messa in moto da padroni e Stato non fermerà la lotta di migliaia di lavoratori che vedono nel S. I. Cobas e in Aldo Milani un riferimento certo nella difesa delle proprie condizioni di vita e lavoro! Anche per questo gli scioperi non si fermano! Aldo libero!

Il video con le riprese dell’accusa in cui come si evince dalle immagini La Busta passata al sig. Piccini e non ad Aldo Milani, l’unico a non aver preso nulla.

Il video della conferenza stampa dell’avvocato del SICOBAS, Marina Prosperi (Modena, ore 13,00 del 28 gennaio)

Il video della conferenza stampa del SICOBAS (Gino Orsini, Coordinamento Nazionale; Modena, ore 13,00 del 28 gennaio)

 

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