Assediati gli stati generali del Patrimonio: ora le case, con ogni mezzo necessario
Questa mattina (ieri ndr) il movimento per il diritto all’abitare e decine di sfrattat*, inquilin* delle case popolari organizzat* insieme ad AS.I.A. Usb hanno assediato gli Stati generali del patrimonio organizzati dall’assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche Abitative Tobia Zevi.
Un evento organizzato dall’amministrazione sulla scorta di quattro parole chiave (vivere, abitare, curare e valorizzare), declinate rischiosamente, se non cambia un profilo consolidato negli anni, a uso e consumo di un modello di città vetrina. A parlare di ‘abitare’, ad esempio, sono intervenuti studi di architettura e Assoimmobiliare, come sempre impegnati a suonare le sirene della rigenerazione urbana della rendita e dei grandi eventi. A restare fuori, invece, sono state le questioni della città della crisi abitativa che, stando a numeri probabilmente sottostimati, coinvolge oltre 57mila nuclei familiari.
Nel frattempo gli sfratti proseguono senza soluzioni, il Piano Straordinario per l’Abitare rimane poco più di un’enunciazione, la mozione sull’articolo 5 si rivela completamente insoddisfacente e la trattativa sulle occupazioni di viale delle Province e di via Torrevecchia rischia di arenarsi di fronte alla mancanza di alloggi sufficienti.
All’inizio dei lavori del convegno, diversi nuclei sfrattati e sgomberati sono intervenuti contestando l’impostazione e i contenuti degli stati generali, mentre all’esterno della Centrale Montemartini centinaia di manifestanti venivano affrontati aggressivamente dalle forze dell’ordine con largo uso dei manganelli.
Tale intervento scomposto appare decisamente stonato di fronte alla disponibilità del prefetto, presente agli Stati generali, ad incontrare chi manifestava seduta stante. Un incontro nel quale sono state rappresentate e ascoltate le ragioni della mobilitazione, a differenza del successivo e lungo faccia a faccia con l’assessore Tobia Zevi, il suo staff e il consigliere Trombetti, che non ci lascia molto confortat*.
I temi sul piatto sono stati i minacciati sgomberi di Torrevecchia e Province, l’articolo 5 della legge Renzi-Lupi e il percorso verso il piano casa del comune. Su tutte e tre le questioni non ci sono ancora le condizioni per ritenere di essere sulla buona strada. Andremo a verifica già da domani in un incontro previsto con regione e comune sulle due occupazioni minacciate di sgombero e successivamente martedì 7 giugno sulla piazza del Campidoglio in occasione della presentazione della mozione sull’articolo 5 e sul diritto alla residenza.
Invece sul piano casa intendiamo premere affinché il percorso abbia la forza necessaria per un’inversione decisa di rotta nelle politiche abitative capitoline, passando dall’emergenza ad un piano strutturale capace di dare risposte a chi da anni attende in graduatoria, a chi vive nei residence, a chi è minacciato di sfratto, sgombero e pignoramento.
Lo diciamo chiaramente, la data del 30 giugno, assunta aprioristicamente e difesa anche oggi dall’assessore Zevi, non può divenire il limite entro il quale muoversi per risolvere positivamente le assegnazioni, da considerarsi definitive, per le famiglie aventi diritto di Torrevecchia e Province. Per questo è necessaria un forte impegno dell’amministrazione regionale, senza la quale difficilmente il cambio di rotta sarà possibile.
Movimento per il diritto all’abitare
AS.I.A. Usb
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