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Bloccati i cancelli della Tnt nel Casertano

La protesta e’ nata in seguito alle azioni intraprese dalla Server Coop, che fa parte del consorzio Gesco e che lavora in appalto per la Tnt. L’azienda sostiene di essere in crisi e voleva licenziare 30 facchini. Una decina  di loro hanno accettato  l’uscita volontaria, gli altri sono stati invece scaricati.

 

Nonostante i tentativi del Si.Cobas di aprire un tavolo negli scorsi giorni per chiedere il rinnovo dei contratti in vigore con stesse condizioni di lavoro e retribuzione, accettando in cambio il passaggio alla nuova cooperativa, l’azienda aveva dimostrato assoluta chiusura, rifiutando anche solo di ascoltare e prendere in considerazione le rivendicazioni dei facchini.

 

Dopo una serie di trattative, durate fino alle 10, alla fine i lavoratori hanno deciso di accogliere la proposta del responsabile locale del consorzio che prevede un impegno scritto per convocare un tavolo di trattativa entro sette giorni da oggi tra TNT, consorzio Gesco e SI Cobas nel quale sul paitto ci saranno diverse proposte: cassa integrazione a zero ore per sei mesi, un impegno al riassorbimento con assunzione nella cooperativa che subentrerà alla Server Coop e la valutazione della distribuzione dei carichi di lavoro tra i facchini al momento del riassorbimento.  Il blocco è stato quindi sospeso. Ci offre un resoconto della giornata Dario, del collettivo Clash City Workers. Ascolta o scarica il contributo

 

E’ slittato l’incontro tra e sindacati. Sitterà nel pomeriggio di questo 4 febbraio. Ieri le banche hanno dato il via libera per un nuovo pacchetto di prestito per 165 milioni di euro. Una delle condizioni poste dalla compagnia degli emirati arabi uniti per arrivare ad un accordo. Tra le richieste di  Abu Dhabi vi è però anche la  riduzione dei costi del personale e della forza lavoro. Si parla di 1900 esuberi.

 

Da Alitalia alla . Oggi la vertenza arriva in commissione industria al senato, il 17 ci sarà invece il tavolo al ministero dello sviluppo economico. Ieri i sindacati dei metalmeccanici riuniti a Mestre per  il coordinamento sindacale unitario hanno rigettato totalmente il piano ricatto dell’azienda svedese che per mantenere la produzione in Italia ha imposto la riduzione degli stipendi, degli organici. Nei piani dell’azienda inizialmente vi era anche la chiusura dello stabilimento di Porcia. Oggi invece l’azienda ha annunciato che per il sito non hanno ancora completato la sua indagine e si impegna a presentare il 17 un piano industriale

 

Padova. Assemblea dei facchini della Artoni questa mattina per decidere le prossime iniziative di lotta. Ieri il blocco delle merci in entrata e in uscita dopo il mancato rispetto degli accordi presi le scorse settimane ad un tavolo in prefettura.  Il servizio con Alvaro, lavoratore sudamericano alla Artoni Ascolta

da Radio Onda d’Urto

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