Bologna, primo corteo di quartiere alla Barca: mai più senza casa!
La Barca, quartiere della prima periferia bolognese, è stata invasa dalle voci e dai cori di tante famiglie e singoli che si sono organizzati per difendersi dalle intenzioni offensive degli ufficiali giudiziari e degli assistenti sociali.
Proprio qui, lunedì scorso, era stata difesa la possibilità per la famiglia di Stefano di rimanere in casa, impedendo la messa in opera dello sfratto e scrivendo una bella pagina di solidarietà. In quelle ore di presidio il quartiere aveva potuto tastare con mano le intenzioni del Comitato.
Oggi tanti e tante hanno dato vita a questo piccolo corteo che ha attraversato le principali strade della zona, come ad esempio quella che ospita il famoso Treno e le case di centinaia di persone che rischiano di subire, visto il costante impoverimento sociale, la ritorsione dei palazzinari a cui pagano l’affitto.
L’occasione è stata utile anche per far risuonare in una nuova parte di città quel “Prima i poveri!” che è programma politico e richiamo alla lotta di tutti coloro i quali sentono che la loro condizione sempre più difficile di vita non è dovuta ai migranti che compongono il meticciato dei quartieri, bensì alle volontà di sfruttamento e manipolazione di chi detiene quasi la totalità della ricchezza sociale.
Tanti interventi hanno ribadito questi concetti mentre volantini venivano distribuiti a tutto il quartiere per una passeggiata comunicativa che è decisamente riuscita nell’intento di fare conoscere il percorso di lotta di Social Log nella zona. Ricordiamo come siano 1500 gli sfratti richiesti a fronte di 14000 appartamenti vuoti in città, che potrebbero all’istante risolvere il problema.
Ovviamente la questione è la mancanza di volontà politica nonché l’avidità dei tanti palazzinari che non si fanno scrupoli nel mandare donne uomini e bambini in mezzo alla strada. “Non chiediamo assistenza, vogliamo diritti!” recitava uno degli cartelli portati oggi in corteo: è un manifesto della comprensione da parte di tanti e tante che l’unica strada per vincere la battaglia per dare a tutti e un tetto è quella della lotta e dell’autorganizzazione sociale dal basso.
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