Brasile, cosa succede nel gigante in crisi
Battaglioni anti-sommossa della polizia militare brasiliana ha disperso la folla che manifestava a San Paolo, occupando da quasi 48 ore l’Avenida Paulista, una delle strade più importanti della megalopoli, per protestare contro il governo e chiedere la rinuncia della presidente Dilma Rousseff.
Questa spaccatura del paese si inscrive negli interventi giudiziari e nello scandalo che sta coinvolgendo l‘ex presidente Lula.
Dopo essere stato scelto come ministro del governo Roussef, il giudice Preta Neto è intervenuto sospendendo la nomina ministeriale di Lula.
Pure la figura di Preta Neto è controversa, dato che il magistrato ha partecipato alle manifestazioni antigovernative, dichiarando sulla rete Globo la sua opposizione politica alla presidente.
Tutto questo mentre continua lo scandalo relativo alla Petrobras, l’impresa statale che gestisce l’estrazione del petrolio, principale fonte di guadagno del paese.
Un’inchiesta della magistratura ha fatto emergere i rapporti illeciti tra politica e l’azienda, mostrando una fitta rete di tangenti e finanziamenti illeciti.
Per capire cosa sta accadendo e riannodare i fili della vicenda abbiamo raggiunto Angela Lano, giornalista e ricercatrice presso l’università federale di Salvador.
Ascolta l’intervista
I sindacati e i movimenti di lotta si sono organizzati in un fronte popolare, pronti ad impedire la deriva neoliberista del paese. Anche il movimento Sem Terra è intervenuto nel dibattito, convinto che dietro alle inchieste giudiziarie ci sia un tentativo golpista di screditare il partito di Lula, per arrivare al potere e privatizzare Petrobras, l’azienda petrolifera di stato.
Abbiamo sentito Antonio Lupo, dell’Associazione Amici Sem Terra.
Ascolta l’intervista
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