Brescia: no alla riforma del lavoro! bloccata l’autostrada
Ad operai di ogni generazione si aggiungono spezzoni di pensionati, della funzione pubblica, dei “lavoratori della conoscenza” ed alcuni giovani in ordine sparso.
L’atmosfera è carica, anche per via degli scioperi territoriali dei giorni scorsi, e, nonostante lo scontato striscione di aperture in difesa dell’articolo 18, la stanchezza e la rabbia nei confronti di tutto un sistema economico e politico è palesata anche da slogan e cori forti che vengono continuamente e spontaneamente scanditi dai lavoratori come “La Fornero al cimitero” ed altri contro la polizia che ha impedito l’occupazione dell’autostrada alla manifestazione territoriale di Bergamo.
Il lungo corteo si dirige da subito in direzione della tangenziale-Ovest imboccando via Milano e successivamente la stessa tangenziale bloccando prima un senso di marcia e poi l’altro.
Dopo aver sfilato per diversi chilometri la manifestazione rallenta in prossimità del casello autostradale di Brescia Ovest, continuando comunque a puntare verso l’entrata dell’autostrada, già bloccata però da diversi blindati della Polizia e dei Carabinieri.
E’ a questo punto della mobilitazione che, inevitabilmente, anche nella manifestazione provinciale del bresciano, inizia ad emergere direttamente in piazza il dislivello che si colloca tra il bisogno di un cambiamento totale di rotta sentito dalla base degli operai FIOM e il sindacato stesso che può permettersi invece solamente il solito piano concertativo, arroccandosi dietro la sola difesa dell’articolo 18 con forme e pratiche “accettabili” e prevedibili: aprono il corteo, infatti, un paio di cordoni formati dal servizio d’ordine della CGIL. Questi non appena giunti in zona autostrada avviano il proprio ruolo di contenimento per consentire ai dirigenti del sindacato di trattare con la questura prima dell’ “irreparabile”. Ruolo che ben presto diventa un problema, buona parte del corteo di fermarsi non ne vuole sapere e chi non si limita a borbottare insoddisfazione, spinge con decisione ed invita a non fermarsi di fronte allo sbarramento delle forze dell’ordine.
Dopo diversi momenti di tensione tra il servizio d’ordine del sindacato e base, si sono guadagnati ormai tutti i metri che distanziavano dalla polizia e mentre le prime file del corteo impattano con gli scudi dei cani da guardia del governo Monti, un altro spezzone riesce ad aggirare il blocco percorrendo improvvisate vie laterali, questa volta con l’assenso della CGIL che in questo modo può evitare che il fronteggiamento prosegua. L’autostrada rimane bloccata per tre quarti d’ora, lasciando trasparire in questa fase un bisogno sempre più grande di costruire un altro modo di vivere in comune e di costruirlo collettivamente. Bisogno al quale i sindacati tradizionali fanno troppa fatica a far fronte.
Comunque la manifestazione si è diretta poi verso Piazza della Loggia per rispondere in pochi giorni anche alla conferma della sentenza del tribunale che assolve ogni imputato per la strage del 28 Maggio 1974. Lungo il serpentone era presenta anche uno striscione: “strage di stato, vergogna”.
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