Catania: nuova occupazione del comitato “Casa x tutti”
Rispondono a tono le 22 famiglie insieme al comitato “Casa x tutti” di Catania allo sgombero subito il 16 febbraio scorso in via Furnari. Oggi infatti gli stessi rialzano la testa e occupano un altro dei tanti stabili abbandonati in città, questa volta in via Carlo De Felice, 48. Ancora una volta la soluzione alla gestione miope dell’emergenza abitativa da parte delle istituzioni catanesi, non può che essere la riappropriazione. Non perdono tempo le famiglie occupanti che appena entrate nello stabile, iniziano i lavori di autorecupero per rendere lo spazio, ribattezzato “Uzeta”, la casa che fino ad oggi gli è stata negata. In molti si sono radunati in presidio davanti allo stabile per portare solidarietà ed aiutare come possibile gli occupanti. Nel frattempo il comitato “Casa x tutti” annuncia che tante saranno le iniziative aperte alla città che verranno organizzate all’interno dello stabile e specifica che hanno già indetto una circonferenza stampa per lunedì, in cui chiariranno con precisione le ragioni dell’occupazione. Per domani invece è previsto un pranzo solidale a cui tutti e tutte sono invitati a partecipare. Ancora una volta coloro che vengono lasciati hai margini ed esclusi con sfratti e sgomberi decidono di non rassegnarsi e rispondere colpo su colpo. Alla faccia di chi non sente o di chi non vuole sentire. Di seguito il comunicato del comitato “Casa per tutti”:
Oggi,sabato 20 febbraio 2016, famiglie e singoli del Comitato di lotta per la casa “Casa X Tutti”, hanno deciso di recuperare uno stabile abbandonato in via De Felice 48 per rispondere concretamente all’emergenza abitativa e per trasformare l’ennesimo spreco in una risorsa per questa città, già presente un presidio di solidali.
Noi, famiglie, uomini e donne, ragazze e ragazzi, che viviamo sulla nostra pelle l’assenza del lavoro o la perdita della nostra casa abbiamo deciso di non rassegnarci.
Abbiamo deciso di recuperare e riqualificare lo stabile di via De Felice 48. Una palazzina di proprietà dell’Istituto per Ciechi Ardizzone Gioieni, mai usata e lasciata da oltre vent’anni in stato di abbandono, come migliaia di altri edifici in città.
La palazzina che sarebbe dovuta diventare alloggio per ciechi ma che mai è stata invece utilizzata, oggi può diventare casa per chi è in difficoltà e risorsa per questa città.
Vogliamo tornare a vivere e a costruire un presente diverso per noi e per i nostri figli e siamo disposti a recuperare a nostre spese ciò che gli altri sprecano.
Viviamo quotidianamente l’indifferenza e l’arroganza dei rappresentanti del comune e degli assistenti sociali, l’attesa infinita di un lavoro stabile o di quelle graduatorie per alloggi popolari che non arrivano mai, oggi insieme, abbiamo deciso di non restare in silenzio, di non continuare ad ascoltare passivamente le false promesse e le velate minacce, ma soprattutto abbiamo deciso di non fare calpestare la nostra dignità.
Lo sgombero di via Furnari ha ancora una volta dimostrato poca lungimiranza e capacità di gestire la portata dell’emergenza a Catania.
Quando si capirà che l’emergenza abitativa non si risolve con gli sgomberi ed i B&B ma che invece questo aggrava il problema?
Quando si deciderà l’amministrazione ad incontrarci, ad ascoltare le proposte, a mettere su un piano di soluzioni condivise?
Quando capiremo che nella società dello spreco, bisogna ripartire dal recupero ed uso di tutto ciò che è lasciato all’abbandono?
E’ oggi compito di tutti, proprietà, comune e prefettura, comprendere lo stato di disagio diffuso, andare incontro alla cittadinanza. Oggi compiamo un atto di dignità, di recupero dal basso, oggi facciamo un passo in avanti nella difesa dei nostri diritti.
Invitiamo tutti e tutte a raggiungerci sin da subito in via De Felice 48.
Per la giornata di domani è fissato un “Pranzo solidale” per tutti coloro i quali vogliano sostenere la causa.
Lunedì 22 febbraio, alle ore 10:00 si terrà, invece, una conferenza stampa del Comitato, di fronte l’immobile in cui meglio spiegheremo i nostri progetti per quella che può essere una nuova risorsa per la città.
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