Cisl: un sindacato giallo come i suoi stipendi d’oro
Evidentemente, però, Raffaele Bonanni era solo la punta dell’iceberg perché è di questi giorni la denuncia del dirigente veneto della FISASCAT, Antonio Scandola – in CISL dal 1968 – venuto a conoscenza degli stipendi dei dirigenti tramite segnalazioni anonime e dei suoi colleghi che siedono al CNEL (Consiglio nazionale economia e lavoro) dove i redditi sono resi pubblici ed è difficile che cifre così alte possano passare inosservate.
Ecco alcuni esempi. Nel 2013, Valeriano Canepari, vertice del CAF CISL, ha ricevuto un emulomento totale pari a 289 mila e 241 euro lordi, ad esempio. Di cui poco più di 97 mila solo di pensione. L’anno successivo Antonino Sorgi, presidente del patronato INAS, ha intascato invece un assegno pari a 256 mila euro lordi. Per entrambi, dunque, lo stipendio totale garantito dalla CISL supera di gran lunga anche il tetto legislativo fissato per i manager pubblici, fermo a 240 mila euro annui. Non poteva mancare la segretaria generale Annamaria Furlan che percepisce la somma di 170.000 euro annui.
Scandola avrebbe provato a chiedere spiegazioni ai vertici del sindacato inviando una lettera fin dal Primo maggio di quest’anno, ma sarebbe stato ripetutamente ignorato. Deciso ad andare fino in fondo il 27 luglio ha inviato la lettera a tutte le strutture d’Italia e qualcuno, a quel punto, l’ha data alla stampa. Dopo il clamore mediatico è stato deferito dai probiviri del sindacato ed ora rischia l’espulsione per aver trasgredito ai regolamenti. Comunque se c’è qualcuno che non rispetta i regolamenti è proprio la dirigenza nazionale. Infatti, nonostante, Furlan abbia dichiarato che il regolamento, cambiato dal 9 luglio, non permetterà più stipendi da capogiro e che tutti i redditi saranno dichiarati in maniera trasparente, per Scandola un simile cumulo d’indennità non sarebbe dovuto essere possibile neanche quello precedente.
Si tratta in effetti di dichiarazioni quantomeno curiose in quanto non sembrano negare che un vero e proprio furto nei confronti degli iscritti al sindacato è stato commesso da più dirigenti e per molti anni di seguito. La CISL non solo ha contribuito con anni di trattative al ribasso e veri e propri regali al padronato italiano alla perdita di diritti e forza contrattuale del mondo del lavoro, ma addirittura ha riprodotto al suo interno gli odiosi meccanismi di arricchimento e corruzione tipici del “sistema Italia”. Rasentano il ridicolo anche le dichiarazioni del segretario della FIM Bentivogli che liquida lo scandalo come anomalo e circoscritto. Certo… circoscritto ai dirigenti!
Per quanto riguarda gli iscritti e i militanti di base forse ora è ancora più lampante che la CISL non è più neanche in grado di garantire i loro piccoli interessi egoistici. Altro che redistribuire qualche quota mendicata di reddito a sempre meno lavoratori garantiti – pensano da qualche tempo alla CISL – meglio intascarsi tutto il malloppo finché siamo in tempo! Per sparire felici e contenti…
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