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Da carnefici a vittime…‏

A cavalcare l’onda di quanto accaduto, i sindacati di polizia che si esprimono sull’episodio, se non altro per contornare il tutto con i supposti stati psico-fisici in cui versano le guardie carcerarie e il personale che vi lavora dentro. Lo fanno a più riprese il segretario generale dell’ Osapp, della Sappe e del Coo.sp, che prendono la palla al balzo, per rimarcare un vittimismo becero, parlando di “difficili, pericolose e stressanti condizioni di lavoro”, sciacquandosi la bocca su presunte violenze, precarie condizioni igieniche e gravi tensioni tra il personale nella Casa Circondariale ‘Lorusso Cutugno’ di Torino.

Ma ancora una volta, le morti di cui spesso e volentieri non si parla, quelle dei reclusi che vivono in condizioni disumane all’interno delle carceri, le stesse condizioni denunciate più volte dai detenuti e dalle detenute, sembrano non fare notizia, e oggi, se da una parte un poliziotto penitenziario e un ispettore sono morti, vogliamo mettere al centro dell’attenzione l’ultima delle lettere scritta dai detenuti del blocco “C” del carcere di Torino, in cui si informa che da mesi, ormai, nel silenzio più totale, la scabbia si sta diffondendo un po’ in tutto il blocco. L’ispettore a cui i detenuti hanno provato a consegnare la lettera non ha voluto neanche riceverli. Al momento non sappiamo quale sia la situazione  nel blocco “C” e quali forme di protesta abbiano intrapreso eventualmente i detenuti, ma la pubblicazione della suddetta lettera è un modo per fare chiarezza su chi vive le dure condizioni e chi invece ha l’indecenza di chiamarle in causa (dalla propria parte) per dare una giustificazione a gesti schizoidi come quello di oggi.

Alla cortese attenzione di:
Ispettore capo blocco “C”
Direttore c.c. “Lorusso e Cotugno”
Garante dei detenuti

Egregi signori, da alcuni mesi in questo blocco si è evidenziata una delle più vecchie e contagiose malattie: la scabbia. I primi detenuti ad aver contratto questa malattia, recandosi dal dottore del padiglione venivano congedati con scuse e diagnosi inverosimili, quali punture di ragni, allergie intolleranze etc. Questo fattore, ossia la non professionalità e il menefreghismo del dottore e di tutta la direzione sanitaria, ha portato laggravamento di questa situazione, portando un singolo caso (che con le dovute precauzioni sarebbe rimasto tale) a spargersi fino a diventare una vera e propria epidemia. Noi detenuti ci troviamo nostro malgrado a convivere e condividere cibo e spazi comuni quali aria, palestra, sezioni e docce (per altro pulite a nostre spese) anche con chi ha già contratto la malattia, vivendo quindi in uno stato continuo di paura per la salute nostra e dei nostri cari. Dei detenuti contagiati alcuni sono stati trasferiti in altre carceri (e solo grazie a questo si è venuti a conoscenza di questa grave situazione), mentre altri sono stati vittime dellindifferenza, e alcuni di questi sono addirittura stati ammessi al lavoro di porta-vitto (quindi a stretto contatto con il cibo) e di lavorante in genere. Tutto ciò nonostante i sintomi della malattia fossero già evidenti. Non trovando accettabile tale situazione vi ricordiamo che è un vostro dovere la tutela nostra e della nostra salute. Risulta evidente che il servizio sanitario del padiglione “C” non è competente (in quanto al personale) né adeguato (in quanto al servizio) e che questa tutela viene quindi a mancare, diventando così una violazione dei nostri diritti. Con questa presente vi mettiamo quindi a conoscenza dellinefficienza dell’organismo sanitario e delle precarie condizioni igenico-sanitarie a cui siamo esposti noi, voi e i nostri famigliari. Confidiamo quindi in un immediato intervento risolutivo da parte degli organi competenti, per far si che decada questa situazione intollerabile e lesiva della dignità umana.
Sicuri che questa situazione sarà risolta al più presto vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.

28 novembre 2013

Firmato:
I detenuti della casa circondariale “Lorusso e Cotugno” padiglione “C”

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