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“Dateci i soldi” – corteo e scontri a Bologna

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Mobilitazione giovanile attraversa scompigliando le zone del lusso della città.

 

La città felsinea non è stata attraversata da movimentazioni popolari come a Napoli o da frammenti di rabbia giovanile come a Firenze o Milano nelle ultime settimane. Le piazze della città hanno visto una mattinata mercoledì 28 di esercenti che chiedevano di poter tenere aperte le proprie attività dopo le 18 – una piazza in cui era presente tutta la destra cittadina (FdI, Lega, FN & Co.) e dove, a parte qualche elemento genuino interessante, le presenze organizzate hanno fatto comunque da tappo alla rabbia – e una chiamata regionale dei gruppi di estrema destra legati alle curva venerdì 30, che ha visto poco più di duecento persone sfilare per poche centinaia di metri in un continuo dialogo con la Questura. Tuttavia non sono mancati altri eventi cittadini di insofferenza generalizzata per un DPCM a senso unico, che nulla toglie ai patrimoni di chi non ha fatto altro che arricchirsi durante la pandemia e nulla dà a chi è esclusə da ogni sostegno al reddito e alla possibilità di curarsi. Dal corteo del 24 ottobre contro Confindustria promosso nel vivo delle due giornate di mobilitazione nazionale dai Lavoratori Combattivi, alle piazze chiamate da Asia USB e Noi Restiamo per strappare il diritto all’abitare alle grinfie dei proprietari che scalpitano con l’avvicinarsi della scadenza del blocco degli sfratti; fino all’Assemblea per la Salute del Territorio adunatasi ieri in Piazza del Nettuno per condividere l’esperienza di una lotta per una medicina di prossimità e per la riappropriazione collettiva di servizi per la salute in corso da settimane nei quartieri di Bolognina e di Corticella, e rilanciare su tutta la città.

Ieri pomeriggio la piazza ha visto invece partire dal Nettuno un corteo lanciato dai rider (Riders Union) che aveva ricevuto l’adesione di realtà di lotta giovanile della città. Alle 18.30 circa seicento giovani precari/e, studentesse e studenti, lavoratori/ici dello spettacolo e rider si sono mossi velocemente spiazzando i dispositivi di controllo della polizia. Lo striscione di apertura indicava nei “ricchi” la controparte alla quale bisogna andare a chiedere conto per pagare i costi sociali innestati dalla crisi pandemica. Così la manifestazione ha invaso le vie dello shopping chic del centro cittadino, con negozi che abbassavano le serrande frettolosamente e numerose facce allibite. Continuando a evitare i blocchi della celere, la manifestazione è riuscita a irrompere nella Galleria Cavour, il “salotto buono” della città sede delle “grandi marche”. La corsa all’interno della galleria, tra vetrine riempite di scritte e vernice e fioriere rovesciate, non è andata giù alla Questura che ha reagito in maniera scomposta caricando duramente alle spalle la testa del corteo e caricando anche la parte di corteo che non era ancora entrata nella Galleria, fermando due persone (di cui un avvocato nel pieno delle sue funzioni – entrambe le persone rilasciate nella notte anche dopo un presidio sotto la Questura).

Il corteo si è quindi ricomposto su via Rizzoli, per proseguire lungo via Indipendenza e chiudersi in piazza VIII agosto, chiedendo la liberazione dei due fermati e rivendicando le ragioni della protesta tra gli slogan “Soldi subito!” e gli interventi su salute, reddito e diritti. Lungo questo tratto della manifestazione si sono avvicinati al corteo, in maniera certamente non lineare, alcuni gruppi di giovanissimi delle periferie che da alcune settimane, a centinaia, stazionano il sabato pomeriggio in pieno centro. Sono state annunciate nuove mobilitazioni per le prossime settimane.

 

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