Della necessità di cambiare lo stato delle cose presenti
Sempre con lo sgombero nelle orecchie, le voci in questi giorni si ritornano a fare insistenti, il Guernica va avanti con il suo agire e la sua specifica modalità di approccio alla città. Tra socialità a politica stiamo assistendo ancora una volta a una risposta forte da parte della Modena che non accetta i diktakt della politica locale e della governance in generale, trovando nello spazio sociale un punto di riferimento forte dove andare a contrastare a modo loro una società che non gli appartiene.
In un mese di occupazione e con già una programmazione che arriva fino a fine marzo, Il Guernica sta portando in città concerti, iniziative politiche e culturali di spessore, attraverso una socialità a basso costo e proponendo nomi importanti dell’agire politico, culturale e sociale italiano e straniero. Le lotte dell’Ikea, la lotta della val Susa e del movimento No Tav, le lotte dei comitati della provincia di Modena, solo per citarne alcune, la presentazione di libri che spaziano su diversi panorami culturali e per finire concerti con costi sostenibili che vedono la presenza e l’intrecciarsi di diverse generazioni accomunate dai colpi della crisi e dall’austerity.
A fianco di tutto questo non possiamo dimenticare la riqualificazione dello stabile occupato con l’avvio dei lavori per la palestra popolare e le salette per gli studenti dedicate a studi, corsi e formazione.
Davanti a tutto ciò, un eventuale sgombero non si potrà considerare come un atto di ripristino della legalità, ma come un chiaro segnale di degrado politico deliberato da chi non vuole che questa modalità di riappropriazione della vita e della realtà possa essere vista per quello che è: la costruzione di un orizzonte diverso da quello che propone chi è preoccupato che la pace sociale e l’aspetto socialdemocratico caratteristico di Modena, resti intatto ed immutabile nel tempo. Loro cercano una città subalterna, rassegnata: noi, sinceramente, no.
E’ partendo da questo punto di vista che si può interpretare l’ottusità della politica locale, soprattutto della governance di Modena. L’illusione delle primarie del Pd fa contrasto con il caso Montepaschi e l’agire di quella parte politica nella bassa colpita dal terremoto; quest’ultima vero e proprio banco di prova per il super partitone di Bersani, un banco che sta saltando giorno dopo giorno. Non siamo noi a dirlo, ma i fatti e soprattutto la gente che quotidianamente vive quelle terre che manda questi segnali a chi li vuole ascoltare.
Per questo è importante, leggendo il comunicato che pubblichiamo a seguire, che il Guernica torni a rilanciare in città la campagna in difesa degli spazi sociali, non escludendo di occupare posti pubblici lasciati in disuso e degrado.
All’interno di questa lotta non possiamo non considerare l’aspetto elettorale. Le prossime elezioni politiche saranno un vero e proprio trampolino di lancio per le prossime elezioni amministrative, che vedranno nel 2014 l’elezione del nuovo sindaco.
Una cosa possiamo garantirla: nella dibattito politico cittadino anche il Guernica sarà tra i protagonisti.
Comunicato Guernica
Dopo poco più di un mese arrivano, puntuali come sempre, le voci di sgombero per il Guernica a dimostrare che si continua a trattare la questione solo come un problema di ordine pubblico e non come un progetto che riqualifica spazi abbandonati per riempirli con socialità, iniziative e progetti.
In queste settimane abbiamo organizzato presentazioni di libri e altre iniziative per discutere di quelle problematiche che riempiono i giornali come accaduto per la lotta dei facchini dell’IKEA di Piacenza e per la battaglia contro il TAV in Val Susa; e poi un lungo lavoro con i comitati modenesi che si battono per la ricostruzione della Bassa e con i tanti altri che lottano contro le devastazioni ambientali. Tutte iniziative partecipate e con la presenza dei protagonisti, spesso nascosti dai media, delle varie situazioni.
Poi le serate di socialità con la presenza di artisti di fama nazionale esibitisi per la prima volta a Modena sul palco del Guernica e la presenza di tanti studenti che hanno ripristinato dei locali per adibirli ad aulette studio e per dare ripetizioni gratuite; studenti che hanno riscoperto la voglia e l’interesse per la politica vera e non per quella di palazzo, che si sta lucidando per la vetrina elettorale prima di tornare a dimenticarsi dei problemi della gente, ma forse è proprio per questo che si ripetono le voci di uno sgombero.
Tutto questo in solo un mese e senza spese per la collettività, tutto questo in una città dove gli spazi abbandonati si moltiplicano e quelli pubblici vengono abbattuti (anche contro una sentenza del TAR: ex-Amcm) o lasciati marcire a causa della mancanza di fondi, ormai cronica, come nel caso delle ex-Fonderie.
Per tutto questo, e per dare una risposta al bisogno di spazi sociali che esiste in città, non ci fermeremo e, in caso di sgombero, non attenderemo molto a riprenderci un pezzo di città. Magari questa volta per denunciare l’abbandono in cui versa il patrimonio pubblico, mentre dall’alto continuano a chiedere sacrifici, o per svelare mosse speculative che spesso si celano dietro le riqualificazioni.
Non basta provare a sottrargli spazi fisici, il progetto Guernica non si ferma!
Spazio Antagonista Occupato Guernica
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