InfoAut
Immagine di copertina per il post

Due metri di distanza e in carcere otto in una stanza

||||

Riceviamo e condividiamo questa lettera aperta di alcun* parent* dei detenuti…

Nei giorni scorsi, com’era prevedibile, tantissime carceri (27 in tutta Italia) sono esplose di rabbia per le misure adottate dal governo, che non tenevano conto delle condizioni di detenuti e detenute.

Una rabbia che viene da lontano, per le condizioni di vita che i/le detenuti/e sono costretti a vivere da molto tempo, con sovraffollamento sempre in crescita e condizioni igieniche e sanitarie molto precarie. In questo contesto già impossibile, mentre il governo stabiliva che per far fronte all’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus fossero vietati gli assembramenti, chiuse le scuole e imposta una distanza di almeno un metro tra le persone, non si teneva conto del fatto che detenuti e detenute sono costretti a stare in celle sovraffollate, ammassati uno sull’altro, e costantemente esposti al rischio di contagio per la presenza del personale che entra ed esce dalle prigioni.

Le notizie di alcuni contagi in carcere già esistono e non si può più aspettare per prendere provvedimenti.

A fronte di condizioni che rendevano – e rendono ancora -palese l’impossibilità di far fronte all’ingresso e alla diffusione del virus nelle carceri, è urgente e necessario sfollare gli istituti di pena adottando provvedimenti di decongestionamento immediato. Il governo tuttavia pare si sia limitato a confermare il limite già esistente di pena residua di 18 mesi per accedere alla detenzione domiciliare in base alla legge “svuotacarceri”, stabilendo però che non possono più accedervi i detenuti con rapporti disciplinari presi nell’ultimo anno, e quelli che avrebbero partecipato alle rivolte –secondo i rapporti disciplinari della polizia. Inoltre, si prevede che si ricorra al braccialetto elettronico, cosa che renderà ancora più difficoltoso l’accesso al “beneficio”, per carenza delle apparecchiature necessarie.

Con la misura adottata, si prevede che usciranno di prigione, forse, circa 3000 persone in tutta Italia, a fronte di un sovraffollamento che gira attorno ai 15.000 detenuti/e. Cifra ridicola, se pensiamo agli/alle 85.000 detenuti/e liberati/e dall’Iran a causa dell’emergenza sanitaria. Governo e parlamento non hanno ascoltato le legittime rivendicazioni delle detenute e dei detenuti; la magistratura, pur facendo qualche concessione, potrebbe fare molto di più anche sulla base di quanto già la legge prevede.

 

Innanzitutto nei confronti di Triunali di Sorveglianza, Tribunali e uffici GIP, Procure, sulla base delle leggi già vigenti:

 – pretendiamo che il ricorso alla custodia cautelare in carcere avvenga solo nei casi di assoluta necessità e solo qualora non siano sufficienti altre misure, come è già previsto dalla legge, spesso violata;

– pretendiamo che vengano immediatamente sospesi, per almeno 6 mesi, gli ordini di esecuzione delle pene in carcere, in modo da bloccare i nuovi ingressi;

– pretendiamo che le persone anziane e con patologie siano immediatamente mandate d’ufficio agli arresti domiciliari e in detenzione domiciliare, come già previsto dalla legge.

 

Nei confronti del Governo pretendiamo che, per le ragioni di necessità e urgenza imposte dalla pandemia, venga previsto con decreto legge che:

– vengano immediatamente bloccati i trasferimenti dei presunti partecipanti alle proteste;

– venga sospesa l’esecuzione della pena in carcere, per 6 mesi, con sostituzione della stessa ed esecuzione in detenzione domiciliare, per pene residue inferiori a 5 anni;

– venga aumentato il residuo di pena, in base al quale disporre che l’esecuzione avvenga in detenzione domiciliare (legge 199 “svuotacarceri”), dagli attuali 18 mesi a 3 anni;

-vengano riconosciuti, per i disagi e la sospensione del trattamento derivante dall’emergenza sanitaria in aggiunta ai 45 giorni a semestre di liberazione anticipata, altri 15 giorni di liberazione anticipata ogni 15 giorni di permanenza dello stato di emergenza, a prescindere dagli ordinari requisiti di buona condotta;

– venga definitivamente modificato l’ordinamento penitenziario in tema di contatti con i familiari (rimasto fermo al 1975), prevedendo che si possa disporre di telefoni o comunque prevedendo un numero di telefonate ai familiari almeno pari ad una ogni due giorni;

– venga implementato il sistema delle videochiamate skype, in modo stabile e non in sostituzione dei colloqui visivi;

– vengano adottate misure di sostegno al reddito delle persone detenute, le cui famiglie si trovano attualmente in forte difficoltà economica a causa dell’emergenza e nonostante questo, sono costrette a sostenere ingenti spese per il sostentamento di detenuti e detenute.

 

Per tutte e tutti i detenuti che resteranno in custodia:

 

– Fornitura immediata e straordinaria di mascherine e gel igienizzante, specialmente per i/le detenute trasferite e per chi ha mostrato sintomatologie preoccupanti.

– Immediata sanificazione di tutti gli ambienti carcerari, a cominciare dagli spazi comuni di socialità.

– Fornitura gratuita di beni di prima necessità e per l’igiene personale e la pulizia delle celle.

Allo stesso tempo, in considerazione della condizione pietosa delle carceri, che versano in una situazione di costante illegalità ignorata dalle istituzioni, più volte segnalata anche dall’Unione

Europea, e che ha giustificato le rivolte avvenute nelle carceri di tutto il Paese, riteniamo sia assolutamente necessario riportare all’ordine del giorno della politica italiana un ragionamento serio sull’amnistia per tutti i detenuti e tutte le detenute.

 

Parenti di alcuni detenuti dei padiglioni Livorno, Firenze, Roma, Salerno, Milano del carcere di Poggioreale; del padiglione Mediterraneo e delle sezioni S2 e S3 del carcere di Secondigliano; dei padiglioni Ocra, Rosa, Celeste, della sezione E e del reparto F del carcere di Carinola; dei padiglioni Tevere, Nilo e Tamigi del carcere di Santa Maria Capua Vetere; del carcere di Palmi e del carcere di Opera.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

carcereCORONAVIRUS

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

A pugno chiuso. Ciao Marco!

La scorsa notte ci ha lasciato dopo tante battaglie il nostro compagno Marco, per tutti e tutte Marco Dread.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Emilio, vogliamo ancora tutto

Questa mattina se ne è andato Emilio Quadrelli, dopo una lunga malattia.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Crollo alle Vele di Scampia: fate presto!

Condividiamo di seguito il comunicato del Comitato Vele Di Scampia 167 dopo il terribile crollo che ha provocato la morte di due giovani e il ferimento di 13 persone tra cui sette bambini ed la gestione vergognosa dei soccorsi. Solo ora, al termine di una giornata difficilissima e dolorosa riusciamo a scrivere queste poche righe. […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

‘Geronimo’ Bini: la sua lotta per un mondo (e una Cremona) migliori

Riceviamo e pubblichiamo volentieri… La storia la scrivono i vincitori.  Ma la storia la fanno anche i perdenti. Poi ci sono gli indolenti che non sono né vincitori, né perdenti.  Poi c’è il revisionismo che mischia le carte. Rende i vincenti un po’ meno vincenti e i perdenti un po’ meno perdenti e quasi sempre […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fermiamoli ora: mobilitazione nazionale contro il nuovo disegno di legge sicurezza che criminalizza le lotte sociali

Inasprimento delle pene, da 2 a 7 anni,  per le occupazioni abitative ma anche per chi resiste allo sfratto e chi partecipa ai picchetti; pene draconiane da 7 a 20 anni per detenzione e diffusione di materiale che incita a impedire la realizzazione di opere ritenute strategiche; aumento delle pene per i reati di imbrattamento per colpire le pratiche di soggetti ambientalisti. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“Il profilo del non votante è sempre più connotato sul piano sociale” L’analisi dei flussi elettorali con Marco Valbruzzi

“Il profilo del non-votante non è connotato sul piano politico-ideologico, invece è connotato sempre di più sul piano sociale“.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“CASE IN RIVOLTA” – Bollettino delle lotte abitative

Terzo numero del bollettino delle lotte abitative “Case in Rivolta”, che lancia la settimana di mobilitazione collettiva diffusa a livello nazionale durante la settimana del 20 -26 maggio 2024.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La contraddizione ecologica e l’opposizione alla guerra: riflessioni sulla mobilitazione contro il G7 Ambiente e Energia.

Le giornate di mobilitazione appena trascorse e quelle che abbiamo di fronte ci dicono alcune cose rispetto alle tendenze dell’oggi, dei soggetti che si muovono, delle lotte che si intrecciano. Prima di pubblicare il contributo di notav.info che ritorna sulle ragioni della mobilitazione verso il G7 Ambiente Energia di Venaria e sulla cronaca delle giornate di lotta, diamo alcuni spunti di riflessione..

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un appello a difesa del Servizio Sanitario Nazionale.

E’ uscito un appello firmato a nome di quattordici personalità nell’ambito della sanità e della scienza per tutelare il servizio sanitario nazionale, qui è possibile leggerne il contenuto.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Stati Uniti: Leonard Peltier, 80 anni di cui 48 di carcere

80° compleanno di Leonard Peltier, attivista per i diritti dei nativi americani e prigioniero politico.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Luigi Spera: cade l’accusa di terrorismo

La Corte di Cassazione ha fatto cadere l’accusa di attentato terroristico per Luigi Spera, annullando l’ordinanza del Tribunale del riesame di Palermo, che aveva qualificato il reato attribuito a Luigi non come semplice incendio ma come attentato incendiario terroristico.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera dalle detenute del carcere di Torino

Le detenute del carcere di Torino hanno iniziato uno sciopero della fame a staffetta. A comunicarlo è Nicoletta Dosio che ha ricevuto la lettera.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Carcere: suicidi, sovraffollamento, abusi in divisa. C’è chi evade per non morire

Nuove evasioni dalle prigioni italiane. Un detenuto originario della Puglia, è evaso nella serata di domenica 9 settembre dal carcere di Avellino.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Vietato protestare contro Leonardo spa!

Le lettere indirizzate a Luigi Spera, recluso nel carcere di Alessandria, sottoposte a censura!

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Luigi dal carcere: “siano i territori a dettare l’agenda politica delle istituzioni”

Pubblichiamo la lettera di Luigi in occasione del corteo NO Ponte svoltosi ieri a Messina..

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sul “carcere sicuro” del ministro Nordio

Ripubblichiamo da Quarticcolo Ribelle un commento in merito alla conversione in legge del decreto “carcere sicuro”.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Giorni di protesta nelle carceri italiane

Sono giorni di proteste nei penitenziari italiani, da Trieste a Torino.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il caso Luigi Spera: l’accusa di terrorismo e la misura preventiva nel carcere speciale

Nei giorni scorsi è stata depositata un’interrogazione parlamentare da parte del deputato di AVS Marco Grimaldi in merito alla detenzione preventiva nel carcere di massima sicurezza di Alessandria di Luigi Spera, da quasi 4 mesi detenuto con l’accusa di terrorismo.