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Elezioni Ostia 2017: Casapound tra connessioni fascio-mafiose e imprenditoriali ma vincerà l’astensionismo

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Manca poco al 5 Novembre 2017, giorno elettorale per Ostia e tutto il X Municipio di Roma. Sono passati due anni di commissariamento, iniziato dopo l’arresto del presidente del X Municipio Andrea Tassone, eletto nel PD, condannato a 5 anni di carcere nel processo per Mafia Capitale. Il Tribunale di Roma non ha riconosciuto il sistema mafioso ma un’associazione semplice: chiunque abita qui sa che questa è solo una verità giudiziaria e che il sistema tentacolare del potere criminale è tutt’altro che arrestato.

I numeri per questa tornata elettorale parlano di 9 candidati, 16 liste, 372 candidati per soli 24 posti. Il vincitore prende 16 posti e i restanti 8 sono la futura opposizione. Tutti i sondaggi in questo momento danno favorito il M5S e la coalizione di centro-destra, come probabili “finalisti” al ballottaggio elettorale. Dietro ma oltre la soglia di sbarramento PD, Casapound e Lista Civica di Franco De Donno. Aspettando di verificare i sondaggi alle urne, siamo quasi certi che il vero vincitore di questa tornata elettorale sarà l’astensionismo che per la prima volta potrebbe esprimersi con percentuali record sul litorale romano.

Luca Marsella è per l’ennesima volta il candidato presidente per i fascisti del terzo millennio, nonostante sia stato recentemente condannato in primo grado a 2 mesi di carcere per aver minacciato dei liceali con frasi tipo:”Vi accoltello, vi ammazzo come cani”. Una campagna quella di CPI Ostia, condita anche da una presunta aggressione denunciata da Forza Italia e da quei classici atti di intimidazione che ormai contraddistinguono la compagine di Marsella. Nonostante lo squadrismo e grazie anche all’operazione sdoganamento del giornalista Enrico Mentana – che si è recentemente recato nella sede romana di Casa Pound per un dibattito con i fascisti del terzo millennio moderato proprio dalla candidata lidense Carlotta Chiaraluce – i fascisti hanno avuto supporto mediatico ed economico dai poteri forti del nostro territorio.

Sul preventivo di spesa elettorale Casapound ha dichiarato 2.000€. Nelle strade del quartiere abbiamo visto manifesti ovunque, cartelloni pubblicitari, diverse “vele” pubblicitarie in giro per Ostia, pubblicità nel cinema Cineland e tante altre iniziative che ci fanno pensare ad una spesa elettorale assai maggiore. Alla famiglia Chiaraluce, in parte legata ad attività di rimessaggio navale, non mancano certo i soldi per sostenere la campagna elettorale di figlia e Marsella. Non vogliamo però fare un’analisi così riduttiva della questione.

Gli endorsement degli Spada per Casapound, famiglia sinti legata ai Casamonica, rileva un legame saldo e stabile ormai da diverso tempo. Alla faccia della presunta lotta per la casa fatta dai fascisti di CPI, recentemente la famiglia Spada ha ricevuto 7 condanne per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, per il racket delle case popolari di Ostia. Altro importante endorsement ricevuto dai poteri forti è stato quello dei balneari di Ostia, durante un’iniziativa svolta al “V Lounge Beach” il 28 Ottobre 2017. In quella sede Casapound ha appoggiato formalmente la battaglia contro il PUA (Piano Utilizzazione Arenili) dimostrandosi una realtà contigua a noti ambienti imprenditoriali lidensi. Interessante vedere come alcuni personaggi hanno prestato il loro volto all’operazione elettorale dei fascisti del terzo millennio: Andrea Schiavone (Ingegnere e presidente del LabUr); Stefano Albertini (ex affidatario spiaggia libera Happy Surf); Roberto Grande (Stabilimento Bahia); Michele De Fazio (Stabilimento “La Bonaccia”); Mauro Franzolin (Affidatario del chiosco di Castel Porziano).

Il legame tra Imprenditori del mare e Casapound sembra solido. Contrastare il PUA, seppur strumento del tutto insufficiente per l’obiettivo di abbattere realmente il lungomuro poiché garantisce solo il 50% di spiagge libere su Ostia, significa sostanzialmente schierarsi con i poteri forti del territorio. L’obiettivo finale degli imprenditori del mare e Casapound è la difesa dello status quo, cercando quindi in sede di ballottaggio di far pesare il loro voto. Ancora una volta, andando al di là degli infatuamenti giornalistici pronti ad assicurare la “novità” di Casa pound, i fascisti si presentano per quello che sono sempre stati: schiavi al soldo dei padroni. Il 5 novembre e dopo il ballottaggio capiremo meglio quali sono gli scenari futuri. Cosa certa è che la partita che si sta giocando è più grande di quello che sembra.

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