Una testata in faccia alla fascinazione mediatica per Casapound
Sta facendo il giro del web uno spezzone di un servizio di una trasmissione Rai in cui Roberto Spada tira una testata in faccia a un giornalista spaccandogli il setto nasale.
Crolla il velo d’ipocrisia con cui i giornali hanno commentato le elezioni a Ostia: già dai giorni precedenti al voto illustri politologi avevano riempito le colonne dei quotidiani per declamare il “grande lavoro sociale” svolto dalla formazione neofascista. Un coro unanime di encomi per il sostegno alle categorie più deboli, per l’impegno a favore delle vittime della crisi, per i pacchi di pasta distribuiti alle famiglie italiane.
Dopo l’endorsment ricevuti da Mentana e Formigli i giornalisti nostrani hanno provato a propagandare l’idea che Casapund ha successo ad Ostia perché “fa il lavoro politico che la sinistra non fa più”.
La verità è sotto gli occhi di tutti (e non da oggi pomeriggio) a portare voti a questa gentaccia è un clan di usurai, spacciatori e commercianti di case popolari. Gente che estorce denaro a chi non ha niente, che esegue gli sfratti e che ha le mani in pasta in importanti speculazioni immobiliari.
Casapound non fa il “lavoro che non fa più la sinistra”, casapound fa il “lavoro” che hanno sempre fatto i fascisti mettersi al servizio di chi è più prepotente sperando di avere in cambio qualche poltrona e un po’ di visibilità.
Chi oggi si scandalizza e condanna l’estremismo è chi questo “lavoro” lo ha premiato ed elogiato per anni.
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Sulle recenti elezioni a Ostia e il trattamento mediatico riservato a Casa pound vedi: La bolla di Casapound ad Ostia e l’eccezionalizzazione dei fascisti
Sulle relazione tra fascisti, criminalità organizzata e polizia sul litorale romano vedi: Ostia: mafia, fascisti e polizia & Ostia: mafia, fascisti e polizia 2.0
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