InfoAut
Immagine di copertina per il post

EXPO 2015: Una vetrina per la propaganda israeliana

Ad un anno dall’avvio del megaevento descritto come “un modello fondato su debito, cemento e precarietà”, a Milano il Comitato NoExpo lancia i No Expo Days, con il corteo del 1 maggio seguito da una tre giorni di dibattiti, proposte e azioni.

Mentre Expo 2015 rappresenta uno scempio a 360 gradi, in termini di devastazione e speculazione così come nell’appropriazione ipocrita di termini come “sviluppo sostenibile”, tuttavia uno dei paesi partecipanti si è auto-distinto. Nel video di presentazione del proprio padiglione, Israele, infatti, dà un’anteprima del livello di propaganda che ha in serbo per i visitatori. Nominato “Fields of Tomorrow”, il padiglione di 2.400 metri quadrati, che avrà una posizione privilegiata, accanto a quello dell’Italia e all’incrocio dei due assi principali del sito, vuole presentare le “eccellenze” israeliana in agricoltura e gestione delle risorse idriche, mentre ruba acqua e terra ai palestinesi. Israele conta su un ritorno, anche in termini di immagine, sul suo investimento di 11 milioni di euro. Alla presentazione in occasione del vertice Italia-Israele lo scorso dicembre, Elazar Cohen, commissario per il padiglione di Israele, ha esplicitato i loro obiettivi principali: mettere in mostra i rapporti con l’Italia e svilupparne altri, e “mostrare il vero carattere di Israele e non quello che di norma appare sui giornali”. Nel video presentazione, l’attrice israeliana Moran Atias vanta di “120 anni di ricerca agricola”, trasportando gli spettatori indietro ai tempi in cui il sogno sionista era un semplice luccichio negli occhi di Theodor Herzl, il padre del sionismo, nonché di “invenzioni che hanno fatto sì che ci sia cibo sul tavolo di milioni di persone in tutto il mondo”.

Un rapporto sulla sicurezza alimentare dell’ONU del 2012 dimostra che quei tavoli non si trovano nella Palestina occupata. Oltre una famiglia palestinese su tre, il 19 per cento in Cisgiordania e uno scioccante 57 per cento a Gaza, soffrono di insicurezza alimentare. Un altro 16 per cento ne è vulnerabili e il 26 per cento è solo parzialmente sicuro. Questa situazione disastrosa viene attribuita dal rapporto all’occupazione e alle restrizioni alla circolazione di persone e delle merci imposte da Israele. Il risultato è alta disoccupazione e bassi salari, che, combinati con l’aumento dei prezzi, fa sì che solo una famiglia palestinese su quattro gode della sicurezza alimentare. La scelta di Israele del nome per il suo padiglione, Fields of Tomorrow, ossia Campi di domani, potrebbe benissimo far riferimento alle terre della Cisgiordania occupata alle quali Israele ambisce.

Uno studio del 2013 dell’organizzazione israeliana Kerem Navot rivela che dal 1997 l’agricoltura delle colonie israeliane è aumentata del 35 per cento in termini di area. Si tratta di un’area che supera del 50 per cento le aree edificate delle colonie israeliane in Cisgiordania, escludendo Gerusalemme est occupata. Le terre agricole palestinesi, invece, sono diminuite di un terzo.  Il rapporto di Kerem Navot sostiene che la confisca di terreni agricoli palestinesi viene ottenuta attraverso due principali canali, la confisca “ufficiale” di terre tramite provvedimenti di sequestro militare e dichiarazione di “terre statali” e i land grab non ufficiali da parte dei coloni. Fa parte di “una strategia di lungo termine e ben finanziata”, incoraggiata e sostenuta da enti statali, che richiede anche molto meno risorse e tempo rispetto alla costruzione di colonie.

Sami Huraini, di 17 anni, e Basil Adara, di 18 anni, del villaggio At Tuwani nelle colline a sud di Hebron, hanno sperimentato in prima persone queste confische. Sami ha affermato, “La colonia israeliana di Ma’on ha confiscato più della metà della nostra terra. Stiamo lottando per difendere quello che è rimasto”. Sami dice che i coloni e le autorità israeliane fanno di tutto per impedire loro di accedere alle loro terre “in modo da rendere più facile la confisca dei terreni per la colonia”. Basil ha descritto quando lui e Sami sono stati arrestati mentre lavoravano la loro terra vicino alla colonia. “Ci hanno portato in carcere, poi in tribunale e ci hanno detto che ognuno di noi doveva pagare una multa di 2000 shekel (oltre 400 euro), ma noi abbiamo rifiutato. Il nostro messaggio era ‘Noi non paghiamo multe al governo israeliano'”. Sami, ha aggiunto, “Resisteremo per la nostra terra”. Secondo il rapporto Kerem Navot, la zona agricola intorno alle colonie nelle colline a sud di Hebron è aumentata del 61 per cento dal 1997, la maggior parte delle confische è di terre di proprietà privata palestinese.

A Gaza, i cecchini dell’esercito israeliano sparano regolarmente sugli agricoltori palestinesi e le frequenti incursioni terrestri distruggono le colture. Secondo la recente relazione “Under Fire” del Palestinian Centre for Human Rights, tra il 2006 e il 2013, ci sono state 534 incursioni militari israeliane e 544 casi di spari di armi da fuoco in cui 179 civili sono stati uccisi e altri 751 feriti.  Come un primo passo per svelare la cruda realtà dietro gli sforzi propagandistici di Israele, BDS Italia, il movimento italiano che aderisce all’appello palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, ha recentemente lanciato un concorso di video parodie, Fields of Apartheid. Il concorso invita videomaker in Italia e in tutto il mondo a presentare un breve filmato entro il 25 aprile che riveli il vero volto di Israele: occupazione, colonialismo e apartheid. Il concorso ha già provocato una reazione da parte di Israele.

Il Ministero israeliano degli Affari Esteri ha fatto rimuovere il primo video, che è arrivato da Gaza, da YouTube, reclamando il copyright sulla propria propaganda. Tuttavia, il concorso va avanti, e come le recenti azioni di culture jamming hanno mostrato, dal caso di Scartlett Johansson a “I am AIPAC”, la creatività e l’ironia si sono dimostrate mezzi efficaci per sbugiardare le menzogne di Israele. Le iniziative di BDS Italia contro questa vetrina per la propaganda israeliana si svolgono nel più ampio contesto delle mobilitazioni contro Expo 2015. Come sostengono gli attivisti della Rete NoExpo, “Il tema etico e accattivante di Expo2015 è l’alibi per ridefinire l’assetto socio-economico del territorio milanese, dentro una cornice fatta di leggi speciali e poteri eccezionali in deroga alle norme, realizzando profitti privati spendendo denaro pubblico. In questo senso Expo2015 diventa matrice di debito, cemento e precarietà, senza nulla scalfire dei processi che impediscono accesso al cibo e all’acqua a milioni di persone sul Pianeta. Dentro questo contenitore c’è di tutto: dal cibo di qualità modello Eataly, agli OGM con Monsanto, fino alla partnership privilegiata con Israele, sotto l’occhio vigile di Selex (fornitore dell’esercito israeliano), che sperimenta con la security del megaevento, nuovi sistemi di sorveglianza e controllo.

Insomma una fiera paesana in salsa hi-tech che non risolleverà il Paese, ma lascerà macerie sul territorio e leggi ad hoc destinate a diventare regola, soprattutto in campo occupazionale, nel senso di un’ulteriore precarietà.” Nell’anno che rimane prima che prenda il via, i movimenti impegnati contro il sistema che nega i diritti fondamentali a popolazioni di tutto il mondo mentre assicura profitti per pochi, continueranno a contestare il modello Expo e “inceppare il meccanismo del grande evento su tutti e tre i suoi livelli di debito, cemento e precarietà”, a partire dai No Expo Days a inizio maggio. E dentro questo percorso, BDS Italia continuerà a smascherare il colonialismo israeliano.

traduzione da Italian “expo” will showcase Israeli propaganda a cura di Stephanie Westbrook

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

Expo 2015israeleMilanopalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cambiamo davvero Quarticciolo!

Sabato 1 marzo un corteo popolare attraverserà il quartiere di Quarticciolo a Roma per ribadire l’importanza di difendere un’esperienza reale e dal basso che si contrappone all’abbandono e alla retorica delle istituzioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MA NON SIETE STANCHI CHE VENGA RIPORTATA SOLO LA VOCE DELL’ACCUSA?

Pubblichiamo il comunicato delle famiglie dello Spazio popolare Neruda: MA NON SIETE STANCHI CHE VENGA RIPORTATA SOLO LA VOCE DELL’ACCUSA? Certamente sì: per questo, alla Signora Bulian, autrice del servizio di Quarta Repubblica andato in onda il 27/01,che ci ha posto questa domanda, abbiamo dato i nostri riferimenti per contribuire al suo lavoro. Questo nonostante […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Serbia: le proteste contro il governo costringono alle dimissioni il premier Vučević

Il 1° novembre scorso una pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad è crollata, provocando la morte di 15 persone.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Argentina: Famiglie allevatrici del nord neuquino: pilastri della sovranità alimentare, ostaggi di un’economia che li maltratta

In pochi luoghi del mondo si mantiene la transumanza, pratica ancestrale di produttori e animali che si spostano cambiando campi secondo il periodo dell’anno. I contadini del nord neuquino sono un emblema di questa vita e protagonisti della sovranità alimentare. Ma affrontano l’abbandono governativo, l’avanzata dei possidenti sulle terre e l’assenza di prezzi giusti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Napoli: operai GLS, prima licenziati poi caricati e sgomberati dalla polizia. La conferenza stampa di denuncia

Conferenza stampa di denuncia da parte dei lavoratori GLS di Napoli sostenuti dal sindacato di classe Si Cobas, a seguito delle cariche e dello sgombero del presidio avvenute mercoledì ai danni del picchetto al magazzino GLS di Gianturco.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lo chiamavano Tepepa, ti ricorderemo così

Ieri ci ha lasciato a 86 anni Tepepa, tra i più noti e longevi rapinatori di banche del torinese. Ennio Sinigallia, questo il suo vero nome, ha passato oltre metà della sua vita in carcere. Il suo ultimo arresto è avvenuto quando Tepepa era ormai ultraottantenne, una vera e propria vendetta nei confronti di uno […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendiamo Quarticciolo dal modello Caivano

Il 23 dicembre scorso il governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il modello Caivano. Sono stati stanziati 180 milioni di euro in tre anni ed è previsto un commissario straordinario a cui è affidato il compito di individuare gli interventi strutturali necessari in determinati quartieri: sgomberi, polizia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Addio a Gianfranco Manfredi, cantautore del ’77

Questa notte se ne è andato Gianfranco Manfredi cantautore, sceneggiatore e voce musicale del movimento del ’77. La sua “Ma chi ha detto che non c’è” ha interpretato lo spirito di quegli anni e rimane una delle canzoni fondamentali del canzoniere dei ribelli. Manfredi è stato anche un prolifico autore nel mondo del fumetto firmando […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Franco Piperno: una voce che continua a risuonare

Oggi, 17 gennaio, alle ore 18, Radio Ciroma aprirà i suoi microfoni per un momento speciale, dedicato alla memoria di Franco Piperno, uno dei suoi fondatori e figura ispiratrice per generazioni. da Radio Ciroma Sarà una trasmissione intessuta di ricordi, testimonianze e contributi di chi ha avuto il privilegio di condividere un tratto del cammino […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Franco! Un ricordo di Claudio Dionesalvi

Lunedì notte se n’è andato Franco Piperno. Calabrese, militante, dirigente politico dell’autonomia, fondatore di Potere Operaio, esule, docente di fisica e amante tanto di ciò che si muove in terra quanto di quel che resta fisso in cielo. In diretta con il compagno Claudio Dionesalvi – un ricordo e qualche considerazione, alla luce della idee […]

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

DAX RESISTE! CONTRO GUERRA E STATO DI POLIZIA

Il 14, 15, 16 marzo saranno giorni pieni; iniziative di lotta alternate a momenti di confronto ci porteranno ancora una volta ad attraversare le strade di Milano sfidando le loro zone rosse e unendo le lotte antifasciste, di genere, antirazziste contro fascisti, polizia e capitalismo, ribadendo l’urgenza di rafforzare le nostre comunità resistenti. Con Dax nel cuore, libero e ribelle.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas ha annunciato il rinvio dello scambio di prigionieri: Perché e perché ora?

Hamas si trova attualmente in una posizione in cui deve fare del suo meglio per negoziare l’ingresso di aiuti sufficienti a Gaza, assicurando al contempo la fine della guerra e la formazione di un’amministrazione post-bellica in modo che il territorio possa essere rilanciato e ricostruito. di Robert Inlakesh, tradotto da The Palestine Chronicle Lunedì, il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un unico modo per sconfiggere il Fascismo Israeliano: Ilan Pappé sulla giustizia globale

Riprendiamo l’articolo tradotto di invictapalestina. English version Dobbiamo ancora credere che, a lungo termine, per quanto orribile sia questo scenario che si sta sviluppando, esso sia il preludio a un futuro molto migliore. Di Ilan Pappe – 7 febbraio 2025 Se le persone vogliono sapere cosa ha prodotto in Israele l’ultimo folle e allucinante discorso […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Spionaggio e abusi tecnologici: Il caso Paragon e il pericolo della sorveglianza invisibile

Nel cuore di un’Italia già scossa dalle incertezze politiche e sociali, un nuovo scandalo sta scuotendo le fondamenta della nostra privacy e libertà individuale. Si tratta del caso Paragon, un’inquietante vicenda che ha rivelato l’utilizzo di sofisticati strumenti di spionaggio informatico per sorvegliare attivisti, giornalisti e comunissimi cittadini. Una storia che, seppur legata all’uso di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il progetto imperialista USA-Israele su Gaza e gli sviluppi sul cessate il fuoco

L’amministrazione Trump ha gettato la maschera esplicitando il progetto coloniale e imperialista che lo accomuna al piano sionista di Israele, attraverso dichiarazioni shock senza precedenti il Presidente degli Stati Uniti parla di deportazione e pulizia etnica del popolo palestinese in mondovisione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fronte Popolare: Gaza non è proprietà di Trump e qualsiasi sogno di controllarla è puramente illusorio

Il destino di qualsiasi forza di occupazione statunitense non sarà diverso da quello dell’occupazione sionista.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: Tel Aviv fa saltare in aria interi edifici a Jenin. Intervista a Christian Elia

Palestina: Israele utilizza le tattiche militari genocidiarie ampiamente viste in 15 mesi su Gaza anche in Cisgiordania. Nel mirino c’è sempre Jenin,  al 14simo giorno consecutivo di assalti, con la morte di 25 palestinesi, decine di feriti, centinaia di persone rapite e altrettante case abbattute.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La sopravvivenza strategica di Hamas fa impazzire Israele

Sfruttando la sua forza istituzionale, l’adattabilità sul campo e le tattiche psicologiche, Hamas ha magistralmente trasformato la distruzione di Gaza in una dimostrazione di Resilienza, ottenendo avanzamenti sia simbolici che tattici e impedendo a Israele di rivendicare una qualsiasi vittoria politica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jenin sotto attacco israeliano: 6 morti e 35 feriti

Il Ministero ha spiegato in una breve dichiarazione che sei persone sono state uccise e altre 33 sono state ferite e sono state trasportate negli ospedali Ibn Sina, Al-Amal e Al-Shifa. È probabile che il bilancio delle vittime aumenti con l’aggressione israeliana. Jenin. Sei palestinesi sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti durante […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: facciamo il punto con Eliana Riva

“Cessate il fuoco”: è la notizia che da ieri sera poco dopo le 18 occupa le prime pagine di tutti i giornali, dopo la dichiarazione su Truth da parte di Donald Trump che si è intestato l’accordo tra Israele e Hamas.