Fornero e Profumo a Torino: un benvenuto agli (in)contestabili
Lo “spirito costruttivo” che la ministra invoca all’interno si traduce all’esterno in cariche selvagge della celere che inseguono studenti e borsisti per piu’ di 2 km, incuranti di spingere i manifestanti ad attraversare di corsa vie cittadine ad alta densità di traffico.
Torino, 21 aprile: i ministri Profumo (Sviluppo Economico) e Fornero (Lavoro) incontrano in un blindatissimo Teatro Nuovo in una non meglio precisata “conferenza regionale sulla scuola” (La Stampa) alcuni operatori della scuola. Peccato che si tratta – ma La Stampa non lo dice – di una conferenza episcopale. Mentre la scuola pubblica va a pezzi, e il governo in carica si mostra in perfetta continuità con quello precedente, i ministri mostrano con chiarezza quali siano i loro interlocutori privilegiati. Partecipando ad una conferenza episcopale, si ribadisce l’idea (tutta politica) di una formazione e una cura delegata alla Chiesa e alle sue appendici “sociali”, smantellando il pubblico o dandolo in pasto al privato o agli istituti paritari.
Merita un’adeguata sottolineatura questo passaggio della ministra:
«Spesso nelle famiglie farsi una casa è considerata una priorità rispetto al dare un adeguato capitale umano ai figli. Qualche volta risulta anche da ricerche empiriche che magari anche per difficoltà finanziarie si sacrifica l’educazione dei figli pur di arrivare prima alla casa. La casa è un valore importante ma bisogna considerare le priorità. – ha aggiunto – le case si possono lasciare ai figli ma conta di più una struttura di conoscenza e flessibilita mentale, una adattabilità al cambiamento che solo la formazione può dare»
Ecco spiegata la politica della ministra torinese: mettere contro le famiglie e i rispettivi figli; opporre sicurezza della casa a possibilità formativa, far finta che siano aspetti contrapposti quando sono facce di uno stesso problema. Lo vada a dire ai ragazzi della Verdi che è più importante la formazione di un tetto, quando né uno né l’altra gli viene garantitto. Oggi gridavano, studenti italiani e migranti, “We want scolarship (vogliamo borse di studio)”. Questi occupanti lottano per entrambe, rifiutando la falsa alternativa tra studio nella miseria e casa senza formazione. Vogliono, pretendono, di potersi formare vedendosi garantito il diritto umano primario ad un’abitazione. Anche perché la formazione che Elsa presuppone e quella di essere “capitale umano”, cioè pura forza-lavoro per il Capitale.
Per questo -contro tutto questo- oggi centinaia di maestri/e precari/e, professori/esse della secondaria, degli asili, cooperatori sociali e studenti si sono ritrovati fin dal mattino di fronte al luogo dell’incontro, bloccando la strada antistante. Gli occupanti della Verdi 15 s’impegnavano parallelamente a monitorare un’eventuale uscita secondaria, da dove effettivamente è uscita la ministra dalle lacrime facili. Due uova e partono, violentissime, le cariche che si protrarranno per oltre 2 km. Studenti e borsisti resistono e partono con un corteo selvaggio che attraversa le vie di San Salvario, tornando al luogo del concentramento, ricompattandosi per poi rientrare alla Verdi Occupata.
La sbirraglia, sempre più nervosa di contestazione in contestazione, vorrebbe imporre l’impossibilità di manifestare. Per studenti e borsisti si tratta di dare un’indicazione precisa: la riproducibilità di pratiche non-compatibili con chi sta distruggendo il futuro di tutti e tutte.
Gallerie fotografiche: Repubblica – La Stampa
Comunicato della verdi15 occupata
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