Giovani e lavoro: indipendenti a quasi 40 anni
A livello economico, invece, si stima che l’incidenza dei ragazzi che non studiano, né lavorano, né sono impiegati in forme di apprendistato professionale (i cosiddetti Neet) è di ben 32,65 miliardi, contro i 23,8 miliardi del 2008. Addirittura, in termini di risorse umane non sfruttate, si stima l’Italia abbia una perdita del 2,3% del Pil nazionale.
I dati denotano come l’Italia sia al penultimo posto per equità intergenerazionale, davanti la sola Grecia e che, suggerisce la fondazione, sarebbe necessario un “patto tra generazioni” in cui si richieda un contributo da parte dei pensionati nella parte apicale delle fasce pensionistiche con un intervento progressivo sia rispetto alla capacità contributiva, sia ai contributi versati. Insomma, un contributo cosiddetto “solidaristico” da parte dei pensionati verso i giovani. Ci dicono di distribuire meglio la fettina, sempre più sottile, riservata a chi sta in basso per non guardare a ciò che si mangiano ogni giorno finanza, mafia e grandi aziende. Invece di litigarci le briciole iniziamo a pretendere tutti insieme che ci diano la torta… quello sì che sarebbe un bel “patto tra generazioni”!
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