Giù le mani dalle nostre case
Sono stati mesi molto difficili quelli che hanno seguito il terremoto, durante i quali i cittadini si sono dovuti districare tra l’emergenza e le incognite sulla ricostruzione; mesi dove non sono mancati i momenti di fermento, ma che in generale hanno visto la popolazione imbonita dalle promesse del Commissario Errani e assorbita dalla risoluzione individuale delle varie problematiche. Non è mancato però il lavoro incessante dei tantissimi comitati presenti sul territorio, che hanno avuto la forza di non farsi demoralizzare dalla situazione ed hanno messo in piedi un lavoro di indagine (anche grazie ai tanti tecnici che hanno condiviso le loro competenze) e di controinformazione, che ha portato ad avere attualmente un quadro abbastanza chiaro della situazione. Le criticità sono moltissime, ma si possono riassumere nella mancanza di fondi da parte dello Stato che, tra fiscal compact e pareggio di bilancio in costituzione, non ha (anzi non vuole spendere) soldi per la ricostruzione. Dopodiché è stata creata una “macchina infernale” fatta di promesse non mantenute, di silenzio mediatico, di ordinanze impossibili da realizzare, di burocrazia, ecc., che di fatto rende quasi impossibile accedere ai contributi e, anche quando ci si riesce, le somme erogate sono bassissime in relazione ai danni subiti.
E’ stato un lavoro capillare quello portato avanti dai comitati, in particolare da Sisma 12, fatto di tantissime assemblee dalle quali è emersa l’esigenza di alzare la voce, di dire con chiarezza che in Emilia l’emergenza non è finita e che il mito “dell’emiliano laborioso che si rimbocca le maniche e ce la fa da solo” non esiste. E allora il 24 novembre si scenderà in strada, con tutta la rabbia accumulata in questi mesi, a conclusione di un percorso già iniziato di sensibilizzazione della popolazione e di azioni simboliche.
Di seguito il volantino di lancio:
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