InfoAut
Immagine di copertina per il post

Granarolo: Garib e Redouane liberi! Il presidio va avanti più forte di prima

 

Ascolta l’intervista di Radio Onda d’Urto a Marina Prosperi, avvocato dei facchini di Bologna in lotta, che ci aggiorna dal punto di vista giuridico sulla scarcerazione dei due operai. [1]

 

Ascolta l’intervista per Radio Blackout ad Aldo Milani, coordinatore nazionale dei S.I.COBAS, che ricostruisce e commenta le vicende legate alle lotte nella logistica nel bolognese [2]

 

Leggi la lettera aperta dei S.I.Cobas al prefetto di Bologna:

 

Illustrissimo Prefetto, abbiamo letto le sue dichiarazioni agli organi di stampa, sui fatti avvenuti in questi giorni alla Granarolo, nelle quali lei afferma di essere disponibile al dialogo con tutti, purchè “si fermino le violenze”, dichiarandosi altrimenti pronto ad “accentuare lo scontro e la repressione” degli scioperanti. Una dichiarazione, ci permetta, sicuramente legittima, dato il suo ruolo, ma poco rispondente alla realtà dei fatti e alle ragioni delle forze in campo. Nello specifico, la giornata di venerdì ha visto i lavoratori impegnati nel tentativo di affermare le loro ragioni, il loro diritto al lavoro, ad un salario dignitoso, alla garanzia degli elementari diritti propri di un rapporto di lavoro regolare”.

Orbene, lo sviluppo degli eventi ha prodotto interventi violenti delle forze dell’ordine contro i manifestanti, che di contro hanno sempre e solo opposto una resistenza passiva. Non sono fandonie le affermazioni sull’uso di strumenti non autorizzati da parte di alcuni agenti (spray urticanti), come non lo sono i pugni in faccia coi quali sono stati colpiti alcuni lavoratori. Alla fine della giornata il bilancio ha visto l’arresto di due lavoratori per atti di violenza! Arresto prolungato scientemente, nell’improvvisa udienza di sabato pomeriggio, per l’ipotesi di reiterazione del reato (sic). Il rifiuto di visionare i video proposti dal nostro legale è stato funzionale al permanere in carcere dei due lavoratori, fino – almeno – all’udienza di lunedì (oggi)”.

Ci chiediamo se questo tipo di decisione sia funzionale al raggiungimento dell’obiettivo di placare gli animi, per creare le condizioni per un dialogo il più possibile sereno tra le parti coinvolte per trovare una soluzione positiva per il reinserimento dei lavoratori, o se – purtroppo – non sia già un segnale chiaro della volontà, che traspare evidente ed inequivocabile sugli organi di stampa in questi ultimi giorni, di chiudere la partita “licenziamenti Granarolo” in modo violento, con la repressione dei lavoratori che rivendicano il diritto di avere le condizioni ed mezzi per poter condurre la loro esistenza”.

La nostra non è retorica, ma la rappresentazione di una realtà oggettiva. Espulsi in modo illecito da nove mesi, questi lavoratori sono allo stremo. E’ accettabile questa condizione? E’ accettabile che decine di persone, le loro famiglie, non abbiano il diritto ad una esistenza “normale?”. Vi è forse qualche pregiudizio nei loro confronti legato al loro status di immigrati? O semplicemente la
ragione della situazione in cui si trovano da mesi è il fatto di aver denunciato una condizione di illegalità presente anche alla Granarolo tramite CTL – te Calzochecchè ne dicano, il presidenlari e i vari rappresentanti di Legacoop – implicita nel sistema e nell’attività delle cooperative in appalto? Non abbiamo mai visto nessun organo istituzionale, compresa la Prefettura, intervenire nel momento in cui i lavoratori hanno denunciato che le cooperative in subappalto alla Granarolo taglieggiavano il loro salario del 50% per ragioni assolutamente illegali. Nè abbiamo mai sentito nessuna sua dichiarazione ai media sulla necessità di far intervenire l’Ispettorato del lavoro per effettuare controlli sulla applicazione/violazione della norma che regola i rapporti nel mondo della cooperazione e che, tra l’altro, pone in capo, in primis alla committenza (legge 142), ogni irregolarità che si possa sviluppare nei propri magazzini.

Non siamo a conoscenza di alcun atto, né abbiamo visto comunicati da parte del precedente Prefetto, né da parte sua, per richiamare le parti che avevano aperto un tavolo in Prefettura la scorsa estate, a rispettare l’ultimo accordo sottoscritto in quella sede.
Quell’accordo non è stato ad oggi rispettato dai vari soggetti padronali firmatari (usiamo consapevolmente questi termini per coloro che gestiscono quelle aziende, nominalmente per la cooperazione dei soci, usufruendo quindi, di una tassazione inferiore, ma si comportano come qualsiasi azienda a diversa contribuzione fiscale).

Gli interrogativi che le poniamo sono semplici:

1. Quali interventi avete fatto in Prefettura per fare rispettare gli impegni presi alla vostra presenza?
2. Quali impegni vi siete assunti perché 42 lavoratori (tutti immigrati) non passassero nove mesi nell’indigenza e patissero la fame per un atto “spregiudicato” di licenziamento solo perché avevano osato scioperare per avere un salario decente (previsto contrattualmente)?
3. Chi le sta puntando una pistola alla testa? Noi abbiamo solo sollecitato un incontro perchè si avviassero dei semplici passi per addivenire ad una soluzione positiva e consentire ai 51 lavoratori sfruttati, senza un salario contrattualmente adeguato, e licenziati perché hanno scioperato, di riprendere il lavoro.
4. Pretendiamo troppo se le chiediamo di far rispettare l’accordo sottoscritto nella Prefettura da lei diretta? Non è in gioco, dal suo punto di vista, di rappresentante dello Stato, la tutela del ruolo, della funzione, della credibilità stessa dell’Istituzione da lei impersonata? Aspettiamo fiduciosi le prossime scadenze, partendo dalla prossima udienza in tribunale, fino all’incontro di mercoledì. Verificheremo in quella sede se esiste la volontà reale delle controparti di giungere ad una giusta soluzione dei problemi.. Fino ad allora, sulla scorta dell’esperienza sin qui maturata, continueremo a mantenere lo stato di agitazione nei magazzini e ad utilizzare, non la pistola, ma lo sciopero, e tutte le forme di lotta consentite dalla legge, per ottenere quanto spetta ai lavoratori.

Per il S. I. Cobas il Coordinatore Nazionale Aldo Milani

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

facchinigranarolosicobas

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Libertà per Tarek,Anan, Ali e Mansour. Libertà per il popolo palestinese

Riceviamo e pubblichiamo da compagne e compagni di Roma questo appello in solidarietà a Tarek Dridi, Anan, Alì e Mansour. Mercoledì 21 si invitano tutt a partecpare al presidio in solidarietà al tribunale a L’Aqula per il procecesso di Anan, Alì e Mansour, mentre giovedì 22 al faro del gianicolo si porterà solidarietà a Tarek […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop Riarmo: assemblea pubblica a Torino

Riprendiamo l’indizione dell’assemblea pubblica e segnaliamo il percorso di Stop Riarmo che si sta sviluppando a Torino.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La sanità tra finanziarizzazione ed economia di guerra

È un anno, il 2025, caratterizzato dalla Terza guerra mondiale, che rischia di ampliarsi e deflagrare oltre quei “pezzetti”, che percepì e segnalò per primo, solo pochi anni fa, Papa Francesco e dalla svolta protezionistica dei dazi innescata dal presidente USA Trump, un passaggio epocale, paragonabile, per portata storica, agli accordi di Bretton Woods, alla […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Blackout in Spagna: un segnale inascoltato

Cercando i fatti Giorgio Ferrari ci guida tra speculazioni, bugie e contraddizioni.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In cinquemila nello spezzone sociale del primo maggio 2025: l’unica opposizione credibile alla guerra

Lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Se si muore di sanità in Calabria

La sanità in Calabria è in condizioni disastrose.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop al riarmo, contro il Partito della Guerra. Organizziamoci verso e oltre il primo maggio

Le parole d’ordine uscite dall’assemblea per la costruzione dello spezzone del primo maggio torinese parlano chiaro: organizzarsi per stoppare il riarmo generale, contrastare il partito della guerra

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Mondo Convenienza: la lotta paga. Applicato il CCNL della logistica a tutti gli appalti

È ufficiale. Dal 1 marzo in tutti gli appalti Mondo Convenienza verrà applicato il CCNL della Logistica. All’inizio dicevano che era “impossibile”. Ora sarà realtà.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

MondoConvenienza: cariche contro chi protesta davanti al punto vendita

In duecento siamo tornati a protestare davanti al negozio Mondo Convenienza di Prato. Iniziative analoghe si svolgeranno nei prossimi giorni in quindici città italiane.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Campi Bisenzio: in mille a fianco dei lavoratori Mondo Convenienza

A MondoConvenienza non c’è è più soltanto una vertenza sindacale. A Mondo Convenienza si lotta per un futuro diverso. Per un lavoro diverso. Per il diritto ad una vita più bella. Per tutti e tutte.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Mondo Convenienza: lo sciopero si allarga anche alla provincia di Torino

Da ieri mattina è in corso lo sciopero a Volpiano e Settimo Torinese dei lavoratori della Veneta Logistic che offre in appalto manodopera per il trasporto e montaggio dei mobili di Mondo Convenienza.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Mondo Convenienza: blitz al punto vendita di Prato. In 200 manifestano tra clienti e mobili con slogan e volantini

Blitz , sabato 8 luglio, nel negozio di Mondo Convenienza a Prato di un gruppo di lavoratori in appalto del colosso dell’arredamento, in sciopero e presidio da oltre quaranta giorni davanti ai magazzini di Campi Bisenzio.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Firenze: presidio davanti a “Regione Toscana” in occasione del tavolo convocato sulla vertenza per MondoConvenienza

Presidio, davanti la sede della Regione Toscana a Firenze, per facchini e autisti della Rl2, società affidataria dei servizi in appalto di Mondo convenienza, che da quasi un mese sono in sciopero.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Bologna: aggredito picchetto di lavoratori davanti ai cancelli di Mondo Convenienza

Ieri mattina, davanti ai magazzini di Mondo Convenienza di Bologna, il picchetto di lavoratori del Si Cobas è stato aggredito a più riprese da una decina di preposti e caporali della società RL2, venuti anche da altre città.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Lavoro: gli sgomberi quotidiani di polizia non fermano la lotta a “Mondo Convenienza” di Campi Bisenzio

Prosegue da  due settimane la lotta dei lavoratori impiegati nei magazzini di “Mondo Convenienza” di Campi Bisenzio (FI) nonostante i ripetuti sgomberi violenti di polizia che ormai si susseguono ogni mattina da una settimana per permettere il passaggio delle merci bloccate da un picchetto sostenuto dal Si.Cobas.

Immagine di copertina per il post
Culture

Presentazione di “Il Magazzino” con l’autore Alessandro Delfanti al Centro Sociale Askatasuna

La brutale realtà lavorativa dei magazzini di Amazon, fatta di ritmi insostenibili, tattiche antisindacali aggressive e sorveglianza digitale, non è più un mistero, come testimoniato da numerose inchieste giornalistiche.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Campi Bisenzio: sgombero violento dei lavoratori Mondo Covenienza in picchetto

Dal 30 maggio è in corso lo sciopero dei facchini e autisti in appalto Mondo Convenienza di Campi Bisenzio.