I comunicati sul corteo e gli scontri in prefettura a Livorno
Come ex Caserma Occupata ringraziamo tutti i livornesi e le Livornesi, le varie realtà politiche e tutti i cittadin* che oggi hanno risposto in massa all’appello lanciato ieri dopo le vergognose cariche subite a freddo da decine di precar* , student* e disoccupat* in piazza Cavour.
Oggi eravamo migliaia e la risposta della città è stata determinata , comunicativa e di massa. Parecchi passanti si sono uniti al corteo che si è ingrossato fino all’arrivo davanti alla Prefettura.
Quello che è successo in quel frangente è la risposta spontanea e incontrollabile dei cittadin* Livornesi che da sempre ripudiano qualsiasi tentativo di imposizione e di controllo autoritario del territorio.
La rabbia popolare è stata incontenibile e la presenza provocatoria e di massa dei poliziotti e della celere hanno fatto il resto.
Ci scusiamo per il giornalista aggredito e comunichiamo la nostra totale estraneità al gesto.
Noi come ex Caserma continuiamo a ribadire che, dopo i fatti di venerdì e sabato, le dimissioni del Questore sono un atto dovuto nei confronti della città e di tutti i Livornes*.
La libertà di manifestare non si mette in discussione né ora né mai. E oggi la città ha risposto.
Da domani continueremo a lottare a fianco dei precar* , dei disoccupat*, degli sfrattat* per il diritto al reddito e ad una vita dignitosa per tutt*.
Che nessuno pensi che di fronte alla crisi e alle sacrosante proteste sociali si possa rispondere con il manganello e la repressione. Continuiamo inoltre ad essere preoccupati di fronte all’immobilismo dei partititi locali. PD in testa.
Quello che è successo sabato è di una gravità inaudita E ci auguriamo che tutte le istituzioni prendano posizione in difesa del diritto di manifestare e della libertà.
Ex caserma occupata 2 dicembre 2012
Una Bella giornata
Dopo la brutta giornata di sabato, domenica pomeriggio è spuntato il sole. La grande risposta alle provocazioni ed alle cariche che erano avvenute sia in occasione della visita di Bersani sia il giorno dopo , è stata al di là di ogni aspettativa , più di mille persone hanno partecipato. Noi come S.C. abbiamo raccolto l?appello fatto dai giovani che queste provocazioni avevano subito ed insieme a centinaia di persone, giovani studenti precari cittadini siamo scesi in piazza per difendere il diritto alla parola ed alla possibilità di fare opposizione. Come abbiamo già detto il diritto a lottare è un diritto che non può essere messo in discussione in alcun modo.
Ma la manifestazione di ieri ci mostra che esiste ancora una voglia di scendere in piazza non solo per difenderci dalle repressioni che in questi ultimi mesi stanno colpendo i movimenti dagli studenti al NoTav, ma che c?è un filo che ci lega alle grandi manifestazioni europee contro le politiche di austerity volute dai governi e dalle banche. Politiche che qui in Italia sono attualmente rappresentate dal governo Monti ma che tra qualche mese saranno riprese dal governo Bersani-Vendola.
Una cosa la possiamo dire, la repressione non fermerà le lotte e continueremo a batterci per i nostri diritti,dal diritto allo studio,al lavoro, alla salute.
Sinistra Critica Livorno
A Livorno è stata riaffermata la libertà di manifestare
Dopo due giorni di violenza poliziesca caratterizzata da cariche e manganellate, finalmente nella giornata di domenica a Livorno è stato riaffermata la libertà di espressione e manifestazione. Il presidio raccoltosi in piazza Cavour, scenario delle cariche del sabato pomeriggio, ha dato vita ad un corteo partecipatissimo dalla cittadinanza, che si è andato ingrossando man mano che sfilava per le vie del centro. Un migliaio di persone hanno sfilato per le strade di Livorno, solidarizzando senza preclusioni con chi era stato oggetto di repressione, riprendendosi con la pratica la libertà di manifestazione e l’agibilità politica. Polizia e carabinieri con l’atteggiamento repressivo e provocatorio adottato nelle giornate di venerdì e sabato hanno dato prova di saper solo alimentare il disordine e la tensione sociale.
Livorno è tra le città che registrano i più alti tassi di povertà, disoccupazione, inquinamento. Hanno tentato di togliere anche il diritto di manifestare: la risposta era prevedibile.
Partiti e istituzioni si appellano alla legalità contro le manifestazioni di questi giorni, ma quel che si vede è un Governo che ogni giorno torce e viola le sue stesse regole, la legalità, la Costituzione a cui ha giurato fedeltà, per il vantaggio dei pochi privilegiati, illudendosi di gestire le ricadute sociali sulla grande massa degli sfruttati con la celere e il manganello.
La città ha reagito dimostrando vivacità politica e grande determinazione, mostrando di saper dare rappresentazione concreta ad un malcontento diffuso e all’insofferenza verso qualsiasi sopraffazione e limitazione delle libertà.
Federazione Anarchica Livornese
Collettivo Anarchico Libertario
Chi credeva che Livorno si piegasse alla repressione , si sbagliava.
Chi credeva che sarebbe bastato intimidire con delle vili cariche della polizia i manifestanti pacifici alla stazione marittima e in piazza Cavour per piegare il dissenso, si dovrà ricredere.
I livornesi , da sempre dalla parte dei più deboli e contro a ogni forma di prepotenza soprattutto da parte dei poteri forti, anche in questa occasione hanno dimostrato di saper reagire.
Un migliaio di persone, gente di tutte le età, sono scese in piazza nella giornata di domenica 2 dicembre contro la violenza e l’arroganza della polizia dimostrata per due giorni consecutivi nelle giornate di venerdì e sabato. E’ questa la vittoria della giornata di ieri , che si vuol far passare inosservata.
I cittadini, giovani e vecchi, si trovano a vivere questa crisi economica, tra disoccupazione, precarietà, licenziamenti, e pensioni rubate.
Mentre dell’altra parte, quella del potere, si continua a fare finta di nulla, sperperando risorse pubbliche in opere che non servono a nulla, continuando a salvare le banche e a rubare quattrini pubblici , criminalizzando e reprimendo tutte le forme di dissenso.
Nessuna risposta viene data alla situazione di povertà in cui le persone stanno scivolando ogni giorno di più, anzi si procede allo smantellamento di tutti i diritti, compreso quello di manifestare.
E le uniche risposte che abbiamo sono repressione, scherno, minacce e violenza da parte delle forze dell’ordine.
La rabbia è tanta, generata del protrarsi della ingiustizie sociali ed economiche generate dal sistema capitalistico, della banche e dall’Europa.
NON CI SARA’ MAI PACE SENZA GIUSTIZIA SOCIALE !
Centro Politico 1921
Pisa al fianco della collera livornese. Oggi come ieri, mai un passo indietro!
Sono stati tre giorni di rabbia, manganellate e grandi contestazioni nelle strade livornesi.
Anche noi da Pisa abbiamo partecipato alla contestazione di Bersani tenutasi al porto crociere lo scorso venerdì e, al fianco dei disoccupati, studenti e precari livornesi dell’ex Caserma Occupata, abbiamo dimostrato la nostra opposizione alle politiche di austerità che il Partito Democratico vuole sostenere e praticare.
Il Pd ha delle enormi responsabilità sullo stato di crisi ed impoverimento che riversa nel governare le nostre città: i continui sfratti da case popolari, le leggi razziste contro i venditori ambulanti, la svendita di servizi pubblici, le speculazioni edilizie nei territori ed una viscida complicità col governo Monti. Soltanto una decina di giorni fa a Pisa, centinaia di studenti medi davano il loro voto alle primarie, bruciando la bandiera del Pd, in una piazza del comune infuocata dall’irrappresentabile voglia di lottare di giovani precari che tutti i giorni si vedono scippare sogni, desideri e possibilità di una vita migliore.
Questo fine settimana di conflitto è iniziato con le cariche e le manganellate di Venerdì al terminal crociere, unici strumenti per continuare ad emarginare e tenere fuori i soggetti in lotta e le loro istanze dalla politica istituzionale del PD. Sabato la reazione scomposta e violenta delle manganellate a freddo in piazza Cavour, ha approfondito la separazione tra il tessuto sociale della città e le istituzioni del potere. E’ il manganello l’altra faccia dei tagli e dell’impoverimento, che in questo momento di crisi deve necessariamente colpire chi non si arrende alla logica dei sacrifici e dell’austerità.
Domenica a Livorno il corteo attraversato da un migliaio persone, soprattutto giovani e giovanissimi disoccupati e studenti delle superiori, ha assaltato la prefettura e si è ripreso le strade e l’agibilità politica di organizzarsi e manifestare. Un evento segnato dalla profonda incompatibilità e collera contro le istituzioni e le forze dell’ordine. Le transenne lanciate ai cancelli della prefettura difesa dalla polizia, non sono altro che le gesta più genuine e comprensibili di chi tutti i giorni deve fare i conti con un indebitamento che il Cosimi di turno sta contribuendo a costruire intorno alle nostre vite. Una rabbia incandescente che ha scaldato per un paio d’ore le strade della città labronica.
Ma la giornata di domenica ha sancito uno squarcio tra le classiche domeniche natalizie e le passerelle di Renzi, Bersani e compagnia bella; ha fatto capire che con la vita delle persone – sui salari, sulle case e sulla dignità negate – non si scherza. Chi pensava che bastasse un po’ di repressione a frenare la voglia di lottare si è ritrovato di fronte una piazza 20 volte tanto più grande rispetto a quella che pensava di intimidire. Chi pensava di mettere sotto il tappeto gli effetti dei danni provocati da trentanni di politiche volte all’appropriazione privata delle risorse sociali, si è visto rovesciare la violenza della crisi contro i propri palazzi. Chi pensava che i manganelli siano un’arma con cui fare paura, si è trovato a ritirarsi in maniera imbarazzata da chi non ha più paura, né niente da perdere, e per questo è disposto a rischiare e lottare. Chi oggi pensa che qualche indagine o ritorsione nei confronti di pochi compagni possa servire da deterrente per le prossime lotte, significa che non ha capito quanto ampio, vasto e profondo sia il nuovo senso comune fatto di solidarietà e lotta.
Siamo a fianco dei compagni e delle compagne che da anni si battono sul territorio livornese per affrontare la disoccupazione, l’emergenza sfratti, la desertificazione sociale e culturale con le pratiche di lotta e riappropriazione. A loro ed a tutti quelli che si organizzano per la costruzione di un riscatto sociale collettivo, va il merito di non aver fatto un passo indietro di fronte alle intimidazioni, alle prevaricazioni ed all’arroganza delle forze dell’ordine. Va il merito di aver interpretato ciò che migliaia di persone subiscono in silenzio ogni giorno – la violenza della crisi e l’ingiustizia fattasi repressione – ed essere scesi in una piazza che ha scelto il coraggio e la determinazione anziché il vittimismo e la lamentela. La piazza di ieri era una piazza di conflitto, che ha travalicato la risposta alla prevaricazione poliziesca mostrando chiaramente la questione sociale. Giornali, sindacati di polizia e istituzioni possono tentare quanto vogliono di additare e criminalizzare i fatti di ieri, la verità è è cresciuta socialmente l’indisponibilità a subire in silenzio. Ed è con questo protagonismo collettivo che chi governa dovrà fare i conti.
Tutti insieme facciamo paura!
Zona Autonoma Pisana
Spazio Antagonista Newroz
Progetto Prendocasa
Collettivo Universitario Autonomo
Collettivo Autonomo Studenti Pisani
da SenzaSoste
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