Il ricatto di Marchionne sui lavoratori Maserati
La fiat, ha dichiarato infatti che per far partire l’investimento di 500 milioni allo stabilimento dell’ ex Bertone di Grugliasco dovrà essere sottoscritto da tutti i sindacati l’accordo di Pomigliano. L’accordo di maggio è stato firmato da tutti i sindacati, mentre per la Fiom lo hanno sottoscritto i delegati ma non l’organizzazione. Il piano per la ex Bertone prevede un investimento di 500 milioni di euro per la nuova Maserati: nel primo semestre del 2012 dovrebbe partire la produzione della preserie della Maserati. La produzione vera e propria dovrebbe iniziare invece tra fine 2012 e inizio 2013, con l’obiettivo di raggiungere quota 50.0000 unità all’anno.
Un po’ più a sud nella ridente cittadina modenese invece quello che manca sono proprio le dichiarazioni e l’intento d’incontro con le parti sindacali da parte della dirigenza della Maserati lasciando un forte punto di domanda sul futuro produttivo dello storico stabilimento Modenese. Per questo motivo nella giornata di oggi le Rsu di Cgil-Cisl-Uil hanno deciso 2 ore di sciopero da effettuarsi la prossima settimana come risposta ai mancati chiarimenti da parte dell’impresa sui piani industriali futuri della casa del Tridente e le iniziative di lotta proseguiranno fino a quando non arriveranno risposte sulla continuità produttiva.
Questo nuovo colpo di mano da parte della dirigenza del lingotto all’interno delle dinamiche dell’ex bertone è un ulteriore e chiaro attacco verso la Fiom che sommato al silenzio che perdura da mesi e mesi all’interno della Maserati Modenese, è un chiaro sintomo dell’incapacità industriale di un gruppo che non ha idee che si nasconde dietro la crisi per fare profitto alle spalle dei propri lavoratori, ogni giorno posti sotto ricatto, licenziati, messi in cassa integrazione mentre si vedono lentamente spostare le produzioni all’estero. Qui non si tratta di indignados o black block qui è ora che anche nel mondo del lavoro come sta succedendo nel mondo dei saperi ci si riprenda la propria vita in mano e consapevolmente ai rischi che si corrono dare un segnale forte alla governante politico industriale e finanziaria di questo paese e rovesciarla cacciandoli via tutti, ripartendo da zero all’interno di un sistema più equo per tutti.
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