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Il SI Cobas lancia la campagna di boicottaggio di H&M

Al via la campagna di boicottaggio del marchio svedese. Iniziativa lanciata dal sindacato  per una campagna di controinformazione e denuncia delle condizioni di lavoro e sfruttamento di tutta la filiera: dalla produzione delocalizzazione in paesi asiatici, alla logistica gestita da cooperative nel nostro paese per conto di H&M.

L’azienda era stata al centro di uno scandalo e denuncia internazionale in seguito al crollo del Rana Plaza, nel 2013 in Bangladesh: oltre mille morti e duemila feriti. Una tragedia che fece vedere al mondo intero le condizioni di lavoro degli operai del Bangladesh impiegati nelle aziende tessili per conto di aziende occidentali e grandi multinazionali. Un paese scelto dai grandi marchi per de localizzare la loro produzione mantenendo prezzi bassi sulla pelle dei lavoratori costretti a lavorate anche 12 ore al giorno, senza pause e con dei salari minimi.

In Italia invece le attività di logistica vengono appaltate da H&M a terzi (Xpo che gestisce i magazzini) che a loro volta subappaltano a quarti (la cooperativa Easycoop). A rimetterci come sempre le condizioni di lavoro: il Si Cobas denuncia contratti precari, rinnovati a discrezione, senza un turnazione fissa tanto che spesso un sms avverte la sera prima se e quando si lavorerà il giorno seguente. Il tutto per una paga di circa 6 euro all’ora.

La scorsa settimana i lavoratori e le lavoratrici del Magazzino di Stradella hanno scioperato per 17 ore con presidio all’esterno del magazzino, domani potrebbe esserci un incontro in comune con le aziende committente, mentre è partita in contemporanea anche una campagna di boicottaggio della H&Mcome ci spiega Marco, coordinatore provinciale di Pavia per i Si CobasAscolta o scarica. 

Articolo tratto da Radio Onda d’Urto

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