KLF: bloccata la Cassa di Risparmio di Pisa
Nella città toscana questa mattina, decine e decine di studenti e precari, hanno occupato l’ingresso della Cassa di Risparmio; bloccando i servizi per circa un’ora, sono entrati all’interno dell’istituto creando tensione tra i dirigenti che hanno prontamente contattato le forze dell’ordine. Nel frattempo uno striscione è stato affisso sulla porta e i partecipanti all’azione hanno bloccato l’ingresso con un presidio accompagnato da interventi e accensione di fumogeni.
La Cassa di Risparmio è un punto cardine negli equilibri finanziari pisani e per l’ateneo della città. Da anni è il tesoriere del patrimonio universitario; i rapporti tra l’ateneo e la banca sono stati consolidati nel tempo e ad oggi la Cassa di Risparmio pubblicizza il suo impegno affermando di offrire “condizioni estremamente vantaggiose” a tutti gli studenti e i dipendenti dell’università di Pisa che dovessero scegliere di depositare il proprio denaro in questo istituto.
Ma la realtà dei fatti è un’altra: chi ha tra i propri obiettivi l’indebitamento di un’intera generazione precaria non può parlare in questi termini. La riprova delle direzioni seguite dalla Cassa di Risparmio è l’adesione al progetto “Diamogli credito”, un protocollo stipulato tra l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e il POGAS (Ministero per le politiche giovanili e le attività sportive), in collaborazione con il Ministro delle Riforme e Innovazioni nella Pubblica Amministrazione e il Ministero dell’Università e della Ricerca, che hanno deciso di lavorare insieme per “sostenere i processi di crescita delle giovani generazioni”.
Il progetto prevede prestiti agli studenti, affinchè portino a termine i propri studi. Per la concessione dei prestiti non è richiesta alcuna garanzia e vengono elargiti su principi meritocratici.
Aldilà di questi criteri, che si configurano come un ulteriore dispositivo di gerarchizzazione dell’accesso al reddito, l’attacco che arriva oggi dagli studenti e dai precari del KLF è al sistema stesso del prestito, che rende tangibile anche in Europa il modello americano già fallito.
Tutto questo è stato ribadito negli interventi che si sono susseguiti durante l’azione e che hanno, inoltre, condannato i bombardamenti in corso in Libia da parte degli stati imperialisti. Gli studenti e le studentesse accolgono il vento di rivolta che arriva dal Maghreb e scorgono in questo un orizzonte di cambiamento verso cui andare.
Il blocco della banca di oggi conferma la necessità di inquadrare le lotte universitarie, i conflitti studenteschi e della precarietà sempre più contro i veri artefici, responsabili e beneficiari della crisi: gli istituti finanziari. All’Europa delle bombe imperialiste si contrappone quella delle lotte transnazionali delle generazione precarie, della circolazione dei saperi e della ricchezza sociale contro quella dell’esportazione del sistema del debito e della povertà!
Knowledge against financial capitalism! Knowledge against capitalistic war! We are your crisis! Que se vayan todos!
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