#IkeainLotta a Bologna “Kubz 7orria 3adala agtama3ia!”
Siamo stati al loro fianco durante le cariche, al freddo dell’inverno della pianura Padana davanti ai magazzini all’alba, abbiamo gridato con loro gli slogan e con fermezza non ci siamo mossi di un millimetro quando la celere intimava lo scioglimento del picchetto.
Ieri all’Ikea di Bologna abbiamo portato i picchetti della dignità alle porte del grande negozio, resistendo con determinazione alle ripetute cariche dei carabinieri schierati all’ingresso, e bloccandolo con le stesse pratiche di lotta degli ultimi mesi insieme a tanti operai migranti e a tanti altri studenti, precari e operai solidali che hanno risposto all’appello #IkeaInLotta. Siamo convinti che le lotte nel settore della logistica costruite dagli operai coraggiosi e determinati siano il segno dei piccoli e grandi mutamenti in corso nell’Italia dell’austerità e della crisi.
La quotidiana insorgenza operaia nel settore della logistica impone ai collettivi e ai progetti di lotta di ripensare la pratica della solidarietà che per troppo tempo ha mascherato un certo paternalismo, praticato con metodo e precisione da alcune realtà, incapace di portare a casa alcun risultato e a replicare le forme della subalternità all’interno di processi di attivazione della soggettività migrante.
Al contrario è tempo di dare il sostegno alle forme di insubordinazione e di antagonismo che gli operai in Emilia-Romagna stanno mettendo in campo con determinazione da mesi. Al contrario è tempo di imparare dalla determinazione degli operai migranti e schierarsi con loro in prima fila e mai ai lati cercando di dare improbabili lezioni. La Bossi-Fini, le catene di quella sciagurata legge, si spezzano anche a partire dalle lotte della logistica dove gli operai non si sono fatti intimidire dal ricatto del rimpatrio e del permesso di soggiorno!
Ne siamo convinti da quando Mohamed Bouazizi si è immolato a Sidi Bouzid che la pratica della solidarietà per essere strumento di lotta deve essere immaginata e praticata come reciprocità tra pari, ed in questo caso rompere “il noi e il voi” facendo funzionare come mezzo di lotta il privilegio di avere un passaporto. Il Laboratorio Crash! in questi anni di lotte contro la crisi e i regimi della povertà ha ascoltato, si è posto al fianco dei poveri e degli sfruttati e ora ha imparato a gridare insieme “Kubz, 7orria 3adala agtama3ia!”, “Pane, libertà e giustizia sociale!”, slogan delle rivoluzioni in Nord Africa che nelle lotte si traduce nella pratica di conquista di vita dignitosa, di solidarietà e di un mondo giusto ancora da costruire.
Al fianco degli operai della logistica grideremo sempre insieme “Ikea razzista, lavoro da schiavista!” e non saranno qualche manganello e scudo a bloccare la nostra lotta per “Kubz 7orria 3adala agtama3ia!”
Laboratorio Crash!
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