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La strage della RSA a Milano: non è stata una fatalità

Incendio alla RSA “Casa dei Coniugi” a Milano: sei morti e 81 feriti.

da La Bottega del Barbieri, di Alexik

Da una sigaretta fumata a letto da una degente si diffonde un incendio disastroso.

Sarei curiosa di sapere se i materassi e i lenzuoli della stanza erano ignifughi, e che cosa avevano previsto i Vigili del Fuoco a riguardo, quando rilasciarono il Certificato Prevenzione Incendi.

Poi viene fuori che l’impianto di rilevazione fumi era guasto dal 2022, e che la gara d’appalto per la sua manutenzione, in carico al Comune di Milano, era ancora in corso.

Viene fuori che i delegati sindacali da tempo denunciavano le anomalie dei presidi antincendio, dal rilevatore fumi agli estintori, oltre all’inadeguatezza degli organici: solo un infermiere e tre Asa per tre piani con circa 170 pazienti da seguire. Viene fuori che in una RSA con 170 ospiti non autosufficienti la notte non c’è un medico, e che probabilmente non è nemmeno previsto (gli standard del personale sono definiti con legge regionale).

Un medico che avrebbe potuto prestare i primi soccorsi.

E io mi chiedo dov’erano:

– la Regione Lombardia, che determina con legge i requisiti minimi delle strutture e anche gli standard del personale, e che esercita la vigilanza sulle RSA tramite le ATS (assessore competente: Guido Bertolaso).

– il Comune, proprietario della struttura e dei relativi impianti.

Il Comune, che ha bandito a suo tempo l’appalto per la gestione di quel servizio (con che formula? Massimo ribasso?), e che avrebbe potuto chiedere misure aggiuntive, ed esercitare il controllo sul suo appaltatore.

Il Comune, che se vuole può prevedere controlli aggiuntivi sulle strutture socioassistenziali (è stato fatto una ventina di anni fa al Comune di Rimini), perchè è lui che gli dà l’autorizzazione a esercitare, e anche perchè il Sindaco ha una responsabilità istituzionale in temi di sicurezza e incolumità pubblica.
Ma forse a Milano si preferisce esercitarla perseguitando i senzatetto.

– l’ATS di Milano, che è organo di controllo, e che se trova inadempienze in tema di antincendio deve attivare i VVFF.

– Il Comando provinciale dei vigili del fuoco, che ha rilasciato a suo tempo il Certificato Prevenzione Incendi, e che è organo di vigilanza.
– La cooperativa appaltatrice, su cui verte l’obbligo di valutazione del rischio di incendio, tenuta del registro antincendio ed organizzazione efficace del servizio interno di prevenzione incendi e gestione delle emergenze, con adeguate dotazioni di personale e mezzi.

Con tutta probabilità nessuno di questi soggetti pagherà per questi morti.
Con tutta probabilità non verranno messi in discussione il sistema degli appalti e le logiche di profitto nella gestione dei servizi.
Con tutta probabilità non verrà messa in discussione la pratica del “cane non mangia cane” quando si tratta di controlli sulle strutture pubbliche.
Con tutta probabilità, per questi morti verranno dichiarati colpevoli la signora che fumava, i dipendenti presenti e il mozzicone.

Pubblichiamo, di seguito, comunicato del Si Cobas sull’accaduto.
_____________________________

Milano RSA “Casa dei Coniugi”. Incendio nella notte del 7 luglio, 6 morti e 81 feriti.

Comunicato del Si Cobas

La solita tragedia raccontano i media.
I soliti resoconti ricchi di dettagli tanto cari ad una narrativa che fa del cinico sensazionalismo tanto rumore per meglio occultare scomode verità e responsabilità.
Da quando la tutela della salute delle persone anziane, non autosufficienti, affette in alcuni casi da demenza senile e stata sottratta al SSN, inesorabilmente la salute è diventata un “mercato”.
Gli anziani non più utili a valorizzare la ricchezza del capitale conoscono una nuova dannazione ed un nuovo livello di sfruttamento.
Le pensioni e le esose integrazioni a carico delle famiglie per i ricoverati nelle RSA hanno richiamato i pescecani che affollano le acque di un settore che, al di la della natura giuridica pubblica o privata, è gestito secondo criteri di profittabilità.
Questi “criteri di mercato” annullano ogni considerazione di carattere umano, ogni rispetto della persona, ignorando le sofferenze e le criticità che la vecchiaia comporta.
Dopo essere stati prosciugati delle energie come lavoratori attivi il loro ciclo di sfruttamento continua come vecchi, malati, infermi.
Non è stata una tragedia. Quello che queste persone hanno subito non è da imputare a sfortuna, al caso, alla malasorte.
La morte di queste persone è un evento ineluttabile perché preparato da mille irresponsabilità, da mille sottovalutazioni dei rischi, da mille complicità, da tante omissioni, da tanta illogicità che solo la sfrenata voglia di profitto sa mascherare come incidenti.
Gli impianti antincendio e antifumo erano fuori uso da tempo.
Questo si configurerà nelle fredde righe di bilancio della cooperativa Proges, che gestisce la RSA, come una economia, un risparmio.
Al posto delle più elementari norme di prevenzione e sicurezza si è sostituito un fantasioso e tragico “controllo dinamico” incredibilmente previsto dalle procedure comunali e rubricato sotto la voce “misure di compensazione”.
Il cosiddetto “controllo dinamico” consiste nell’affidare la sorveglianza antincendio ad un addetto esterno che avrebbe fatto le veci di centinaia di sensori guasti non solo della struttura Casa dei Coniugi ma anche di un’altra RSA gemella. Il rogo ha evidenziato quanto inconsistenti e criminali fossero le “misure di compensazione” avallate dal Comune di Milano.
Nelle righe di bilancio della Proges e del Committente (Comune) certamente non è esplicitato che a gestire 173 pazienti dislocati su tre piani vi fossero solo sei operatori. Non può esserci cura e non può esserci sorveglianza attiva se tra le altre criticità molti pazienti sono affetti da Alzheimer e abbisognerebbero di monitoraggio continuo.
Certamente nei bilanci affettivi delle famiglie di Laura, Anna, Loredana, Paola, Mikhail, Nadia perite nell’incendio sono scritte cifre di dolore. La perdita dei cari non può conoscere “misure di compensazione”.
Resta il fatto che questa realtà bruciata non è la sola, e non è un caso isolato perchè sono molte le RSA che si avvalgono di irresponsabilità, di mille sottovalutazioni dei rischi, di mille complicità, di tante omissioni, di tanta illogicità che solo la sfrenata voglia di profitto sa presentare come razionali, come per la Casa dei Coniugi.
Il silenzio su tanto sconforto dovrebbe essere un lenitivo, un velo di mestizia e raccoglimento.
Così non è!
Il Sindaco Sala: “bilancio pesantissimo”. Presidente Mattarella: “cordoglio per le vittime…”. Assessore al Welfare Bortolaso: “strage evitata e la macchina dei soccorsi ha funzionato”.
Le autorità, più che partecipare con sincero sentimento al dolore, elaborano non il lutto per i morti ma la loro auto assoluzione.
Il pentimento, che non c’è, serve a prepararsi a nuovi peccati.
Questa arroganza, questa impunità è la vera tragedia.

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