Le tute blu modenesi al fianco dei lavoratori del gruppo Fiat
Da diversi mesi, le aziende Modenesi del gruppo Fiat, vivono situazioni paradossali e di forte incertezza, difatti se per la New Holland si aspetta solo l’annuncio della uscita da confindustria, per Maserati e Ferrari la situazione sembra più critica. La prima vive una perenne incertezza dal punto di vista produttivo, dove da oltre due anni si sono interrotti i rapporti tra dirigenza e sindacati e lo spettro della chiusura dello stabilimento è sempre in agguato, mentre la seconda in questi giorni sta vivendo una seria di scioperi da parte dei lavoratori, con picchi anche al 90%, per il rinnovo del contratto, rinnovo interrotto bruscamente dopo l’annuncio della dirigenza del cavallino di uscire da confindustria.
Per questo la Fiom modenese, ha deciso di estendere lo sciopero dei lavoratori della Fiat, a Modena sono oltre 5000, a tutte le tute blu della provincia, dando un segnale chiaro e forte alle altre aziende, che il modello Marchionne non sarà tollerato e troverà una forte resistenza da parte dei lavoratori metalmeccanici modenesi.
A fronte di questa scelta da parte della Fiom Modenese, certa stampa locale, che ha ritenuto faziosa la scelta e contro producente fare scioperi in un momento di crisi, forse inconsapevole realmente di quello che succede nella vita reale dei lavoratori o forse perché stare dalla parte dei più forti è sempre utile.
Certe prese di posizioni vanno poi ad affiancarsi al forte silenzio della politica Modenese, un silenzio che perdurà a non trova modo di interrompersi, evidenziando quelli che sono le loro reali preoccupazioni, cemento, ordinanze securitarie, a discapito dei reali problemi della gente di Modena e Provincia, che tutti i giorni lottano con scioperi e con i mezzi che hanno per un posto di lavoro, per il proprio futuro.
Il 15 ottobre ci ha dato la dimostrazione di come la piazza sia stanca di questa governance politico-finanziaria e forse non sono pure casualità o i soliti contestatori i fischi di oggi alla Camusso e le offese a Vendola, fauturi di quella lotta politica sindacale per cambiare tutto non cambiando niente.
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