Majakovskij a Mirafiori. Lo porta Wu Ming 1, con ‘Volodja’
La poesia è nelle strade – Volodja
E se il fantasma di Majakovskij, il grande poeta russo, si aggirasse nelle nostre università occupate, nei call center dove lavoriamo con ritmi ossessivi, negli intervalli a scuola, nei parchetti dei quartieri a declamare per noi, solo per noi poesie di lotta, di vita, di verità?
Il tentativo è questo. A Mirafiori ieri, all’interno dell’iniziativa intitolata appunto ‘Volodja’ (diminutivo del nome del poeta) e organizzata dai ragazzi de ‘I muri di Mirafiori’, Wu Ming 1, scrittore del ben noto collettivo bolognese, ha presentato un breve racconto che parla di uno dei momenti più intensi della storia di questo quartiere, il ciclo di lotte operaie del 1969, anno tra l’altro della battaglia di Corso Traiano.
Un racconto che si situa dentro la fabbrica, in una delle esperienze che l’intelligenza operaia si dà come pratica di lotta al tempo e cioè quella del corteo interno. Gli operai d’un tratto incontrano il fantasma di Majakovskij invisibile per crumiri e padroni, che attraversa la fabbrica declamando i propri versi. Un incrociarsi di linguaggi radicalmente diversi, tra gli operai appena scolarizzati immigrati per lo più dal sud, e il poeta colto, ma pur sempre al servizio del popolo.
L’iniziativa ha trovato luogo in due circoli Arci di Mirafiori, il Kitchen Club e la Locanda del Parco. La risposta da parte della gente del quartiere è stata molto intensa. In più fasi, dalla cucina collettiva, fino alle scritte fatte apparire sui muri attraverso l’idropulitura si respirava quella aria buona di socialità.
La partecipazione era particolarmente varia, andava dai quattordicenni di zona fino a una certa fetta di società civile in età. Un’iniziativa sicuramente interessante, ma ovviamente ambivalente. L’incontro, infatti, si è svolto col patrocinio della Circoscrizione 2, in questa mossa si può notare il tentativo di far rifluire dentro una dinamica di compartecipazione tutti quegli irrimediabili conflitti che in un quartiere come Mirafiori potrebbero nascere dalle contraddizioni molteplici di questo territorio. Ciò non toglie che l’iniziativa abbia rappresentato un bel momento di socialità e anche di autoformazione fuori dalle logiche mercificate opprimenti che si scagliano sulle nostre teste. Socialità demercificata che a Mirafiori è sempre di più una necessità reale ed irriducibile!
Il reading di Wu Ming 1: Volodja
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La nostra intervista a Wu Ming 1
Su Volodja e il fantasma di Majakovskij
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Sulla Val Susa No Tav (grazie al video-maker indipendente Manuel)
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Per [gli operai] la poesia perde fatalmente ogni significato. Non resta loro che il linguaggio. I padroni non gliel’hanno tolto, hanno troppo bisogno che lo conservino, ma l’hanno castrato per privarlo di ogni velleità d’evocazione poetica, riducendolo al linguaggio degenerato del «dare» e dell’«avere». (Benjamin Péret, La parola a Péret, 1943)
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