Modena – Ancora lacrimogeni sui lavoratori in sciopero alla GLS
Ripubblichiamo da Senzaquartiere questa cronaca sulla giornata di lotta oggi a Modena rispetto alla vertenza in corso all’interno della multinazionale GLS.
Non si ferma la repressione nei confronti dei lavoratori e delle loro istanze a Modena.
Questa mattina, durante lo sciopero nazionale Gls, i lavoratori del nuovo polo logistico di viale Gramsci sono stati attaccati con un fitto lancio di lacrimogeni (video qui e qui).
La vertenza nazionale, per la quale i lavoratori erano scesi in sciopero presidiando i cancelli davanti al magazzino di via Massarenti, è quella che vede confrontarsi il sindacato S.I.Cobas e la multinazionale GLS. Due rami d’azienda: uno Gls Italia che gestisce gli “hub” più grossi e importanti e con il quale era già stato stipulato un accordo migliorativo per le condizioni dei lavoratori, mentre l’altro, Gls-Enterprise il ramo che gestisce invece i driver e gli addetti delle filiali minori, come quella del nuovo polo logistico di Modena, sul quale al contrario si gioca la vertenza.
Lo sciopero nazionale riguardava proprio (GLS-enterprise) e il riconoscimento del sindacato S.I.Cobas come interlocutore nonché l’estensione degli accordi e dei miglioramenti già siglati dallo stesso sindacato con Gls-Italia anche all’altro ramo della multinazionale.
Sciopero, presidio davanti ai cancelli e celere già pronta per sgomberare. Una prassi che si ripete sempre più frequentemente in città dovo i lavoratori, a quanto pare, devono tenere la testa bassa e “sgobbare” senza fiatare altrimenti la “cura” diventa quella del gas Cs o la pioggia di denunce per spezzare ogni fiato.
E’ ciò che è accaduto anche questa mattina davanti al nuovo polo logistico di Modena che, ricordiamo, era stato costruito da poco e non senza aspre polemiche dopo l’autorizzazione del Comune a edificare: “4.300 metri quadrati di struttura tirata su in pochi mesi su un campo non ancora cementificato a ridosso della Tangenziale, il tutto a pochi metri di distanza da due aree ex industriali che da quindici anni attendevano una bonifica”.
Insomma, proprio negli stessi istanti in cui stanno riprendendo anche le proteste a Italpizza, la repressione nei confronti dei lavoratori a Modena non sembra attenuarsi in alcun modo e chissà che tematiche non proprio marginali quali la libertà sindacale e la repressione di ogni dissenso non entrino in qualche modo anche nella stanca e noiosissima campagna elettorale cittadina.
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