Modena, Comitato per il diritto all’abitare occupa assessorato alle politiche sociali [Comunicato]
Chi ha già sperimentato sulla propria pelle esperienze di questo genere sa bene quanto le politiche attuali scarseggino paurosamente sul tema della casa.
Proprio per questi motivi, quest’oggi, il Comitato per il Diritto all’Abitare di Modena è entrato all’interno della sede dell’Assessorato alle politiche sociali bloccandone le normali attività d’ufficio, per denunciare una situazione insostenibile che si protrae ormai da troppo tempo.
La rabbia che accompagna questa importante giornata di lotta, infatti, va inquadrata all’interno dell’arroganza dimostrata dalle istituzioni nell’ostinata volontà di non fornire soluzioni dignitose a tutte quelle famiglie che avevano messo in piedi le occupazioni abitative di via Bonacorsa e dell’ex caserma in via Sant’Eufemia.
Oggi in presenza dei compagni e delle compagne dello Sportello Sociale La Rage, assieme a un folta presenza di chi vive quotidianamente il disagio abitativo, è stato calato uno striscione dal secondo piano degli uffici e, nonostante i tentativi di intimidazione e le offese razziste da parte di alcuni funzionari, si è obbligato i dirigenti del servizio a dare in breve tempo risposte chiare sulle problematiche più urgenti. Un anno è ormai trascorso dagli sgomberi del maggio scorso e in questo tempo abbiamo assistito ad un lento processo di perdita dei fattori basilari per condurre un’esistenza dignitosa (come ad esempio la residenza e la conseguente perdita del permesso di soggiorno). Oggi si è ribadito e affermato il netto rifiuto a condurre un’esistenza precaria a causa di una crisi economica in cui chi riesce a spuntarla risulta essere sempre e solo chi su questa crisi continua a guadagnarci (palazzinari e agenzie immobiliari la fanno da padroni in città).
Un’esistenza precaria costantemente ricattata dai funzionari pubblici, abituati a pensare la povertà come ad una colpa. Funzionari il cui potere, grazie al recente decreto Minniti, è destinato ad accrescere nei prossimi mesi.
La volontà sembra abbastanza chiara, rendere il problema abitativo da un lato un problema di ordine pubblico e dell’altro una fonte apparentemente inesauribile (visto il protrarsi di una crisi economica ormai entrata nel suo nono anno) di esseri umani da sfruttare per riempire quegli spazi di mercato in cui è necessaria manodopera sottopagata e ricattabile.
Il prossimo appuntamento di lotta sarà sabato 1 aprile alle ore 16 in piazza Matteotti in cui si terrà un presidio con conferenza stampa.
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