Modena: Corteo del No Sociale verso il #27NO
La presenza determinata dei collettivi studenteschi al fianco dei lavoratori iscritti al sindacato SICOBAS (in lotta nei macelli della provincia dominati da logiche di clientelismo e di schiavismo) ha tracciato un solco netto e definito tra una rappresentazione politica fine all’autoriproduzione di sé ed un costante bisogno di mettersi in gioco per lottare nella quotidiana (e comune) precarietà.
E’ questo che in definitiva è stato affermato in corteo tanto passando davanti all’autostazione del trasporto pubblico, dove personale dipendente ha espresso la propria solidarietà con le tematiche della lotta portata avanti, quanto di fronte alla sede della Lega Coop (vista come sorgente di riproduzione e utile ad una precisa messa a valore del lavoro dipendente) sanzionata da un lancio di uova.
Il corteo è poi proseguito verso quei luoghi dove più evidenti sono state, in questi anni, le dinamiche di sfruttamento e speculazione, dalla sede dell’agenzia per la casa alle “riqualificazioni” targate Pd (vedi MATA) che, pian piano, si rivelano per ciò che sono, null’altro che riproduzioni in scala ridotta delle grandi opere nazionali con riciclo di denaro pubblico che rientra nelle casse delle cooperative legate alla governance del territorio.
Un forte No sociale inoltre è stato espresso davanti all’Accademia militare dove è stata denunciata la follia dei vari interventi bellici che vedono il nostro Paese protagonista così come l’aumento della spesa militare a fronte di un costante disinvestimento nel welfare e in politiche civili. Davanti al tribunale, invece, si è voluta portare la piena solidarietà al movimento Notav che appena la settimana scorsa ha visto nelle sentenze del maxiprocesso l’opera di una giustizia a senso unico, pelosissima nei confronti di tutt* coloro che si battono per la difesa dei territori quanto distratta verso mafie e le ruberie varie.
Un invito infine è stato lanciato per la partecipazione al corteo romano del 27 novembre, un ulteriore tappa del percorso di un No sociale collettivo che necessita di crescere proprio dalle necessita di riscatto e dalle pratiche di opposizione quotidiana attraverso e oltre il momento referendario del 4 dicembre.
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