Modena: impedito un nuovo sfratto. Allal resiste e non esce dalla sua casa!
Modena, ai primi posti per il numero degli sfratti rispetto alla densità dei suoi abitanti, vede negl’ultimi anni frantumarsi la propria fama di città ricca dove tutto va bene. Attraverso politiche basate sul sostegno e sul mantenimento della pace sociale, la governance modenese da sempre legata al PD è riuscita a nascondere i reali problemi della città e di chi la abita. In particolare, il nodo dell’abitare sta diventando con il passare del tempo sempre più incalzante (si parla attualmente di oltre un migliaio di sfratti incolpevoli a Modena) e sta palesando l’incapacità delle istituzioni modenesi a gestirlo. Ormai, la sola via d’uscita che costoro sono in grado di propinare è un invito a lasciare la città per chiunque sottoponga loro situazioni critiche.
E’ evidente che anche a Modena le risposte ai problemi abitativi vadano trovate con modalità altre, costruendo percorsi di riappropriazione autonomi e rimarcando una totale indisponibilità verso i tentativi di conciliazione ipocriti e sempre meno concreti di una governance il cui unico obiettivo è mantenere lo stato delle cose.
Martedì, sin dalle prime ore del mattino davanti all’ingresso del palazzo nel quale risiede Allal, uno dei tanti facchini del Si Cobas attivo nelle lotte della logistica, si è formato il picchetto anti-sfratto che tra striscioni, volantini e diversi interventi ha subito chiarito come quel giorno la famiglia di Allal non avrebbe lasciato la propria abitazione. Lo stesso concetto è stato rimarcato all’arrivo dell’ufficiale giudiziario, “accompagnato” prima dalla polizia e poi raggiunto dalla digos. Dopo circa un’ora, la determinazione dei picchettanti ha convinto le FdO ad andarsene comunicando che lo sfratto non sarebbe avvenuto.
Si è trattato, dunque, di un risultato importante sottolineato anche dalla solidarietà data da molti abitanti del quartiere di Allal, che incuriositi si sono avvicinati per capire cosa stesse succedendo e hanno poi dato sostegno al blocco messo in piedi. Si tratta di un’interessante novità per la città di Modena, troppo abituata a un silenzio cronico di fronte ai tentativi di ignorare i problemi abitativi da parte della politica locale e del nuovo sindaco Muzzarelli che, invece di sostenere le fasce sociali disagiate della città emiliana, predilige palazzinari e speculatori.
Lo sciopero sociale del 16 ottobre si sta avvicinando e il picchetto di martedì è solo un piccolo assaggio di quello che verrà messo in campo nei prossimi momenti di lotta modenesi.
Casa – Reddito – Dignità.
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